Innanzitutto è necessario scindere il concetto di evoluzione da quello di speciazione. L’evoluzione è trasformazione e discendenza e non sempre porta alla speciazione, cioè alla nascita di due specie a partire da una sola preesistente.
L’evoluzione è continua, la speciazione non sempre e si esprime proprio nell’istante in cui le due popolazioni non sono più interfertili.
Per quanto riguarda il motivo per cui non vediamo la ripetizione di un medesimo evento di speciazione, ad esempio la comparsa di un ominide da una scimmia, possiamo citare diverse valide giustificazioni. Prima fra tutte che la specie di scimmie da cui si sarebbero originati i primi ominidi non esiste più. Tutte le specie esistenti al giorno d’oggi al mondo hanno subito un’evoluzione, il loro genoma è cambiato in maniera più o meno marcata, il loro fenotipo è cambiato, quindi non esiste più lo stesso background (ambirentale e genetico) che si ritrovava la momento della comparsa dei nostri progenitori. In realtà è estremamente sbagliato considerare una specie odierna ‘meno evoluta’ di un’altra dal momento che entrambe hanno subito modificazioni e sono diverse dai loro progenitori. Eventualmente si può parlare di specie più o meno complesse, dal momento che è molto difficile determinare un paramentro per il gradi di evoluzione, soprattutto se riflettiamo sul fatto che considerando il numero di mutazioni sul lungo periodo o l’acquisizione di nuovi caratteri adattativi rispetto a un ambiente mutevole, le specie attuali più evolute risulterebbero appartenere al gruppo (taxon) dei batteri..
Inoltre la speciazione solo in rarissimi casi è una cosa che avviene improvvisamente nel giro di due generazioni (p.es. in conseguenza di riarrangiamenti cromosomici come è stato osservato in alcuni insetti o nel topolino domestico), ma necessita di migliaia o centinaia di migliaia di generazioni.
da www.dbag.unifi.it/borgioli/ac2005.htm
Se consideriamo l’evoluzione da un punto di vista deterministico, la probabilità che avvenga la stessa serie di mutazioni che ha portato agli ominidi, e che queste vengano selezionate positivamente dall’ambiente, è bassissima, anche se avessimo a disposizione lo stesso materiale di partenza e soprattutto lo stesso tipo di pressione selettiva ambientale. E’ possibile infatti che ciò sia avvenuto, ma due milioni di anni fa circa, come afferma la teoria dell’origine polifiletica degli ominidi. Se invece consideriamo l’evoluzione da un punto di vista finalistico, ad oggi siamo a una tappa più avanzata nella freccia del tempo e non è possibile tornare indietro. Comunque si guardi il problema, risulta estremamente improbabile che assisteremo al ripetersi di un evento di speciazione identico a uno già avvenuto.