Le distanze di impianto, che dovrebbero essere il più possibile rispettate, genericamente prevedono che gli alberi siano posti a non meno di sei metri di distanza dalle abitazioni.
Sono comunque indicazioni di massima, che non determinano inevitabilmente una diretta situazione di rischio, bensì si riferiscono ad alberi insediati in terreni particolarmente argillosi o torbosi, che hanno una naturale tendenza a restringersi in situazioni di disidratazione, provocando cedimenti strutturali in edifici che non presentano fondazioni adeguate.
In questo caso dunque, per verificare effettivamente questa possibilità, si dovrebbe analizzare primariamente la natura del terreno, valutando anche la sua compattazione e la capacità di areazione che influiscono sull’andamento di crescita dell’apparato radicale (radici superficiali interferiscono direttamente con la pavimentazione che vanno ad incontrare nel loro sviluppo).
Aggiungo alcuni siti, che danno una panoramica sulla legislazione esistente, ad esempio per le distanze di impianto dai limiti di una proprietà e così via.
Se conosci l’inglese qui c’è un lavoro sullo sviluppo delle radici.