L’imponenza
e la bellezza delle piramidi (soprattutto quelle della piana egizia di
Giza e, in particolare, la maestosa piramide di Cheope) rendono questi
antichi monumenti uno dei luoghi più insoliti di tutto il pianeta.
Alcuni dati relativi alla grande piramide di Cheope avvalorano questa
affermazione. Essa era costituita in origine da quasi due milioni e mezzo
di blocchi di pietra. Il peso medio di ogni blocco è di circa due
tonnellate e mezzo. I suoi lati sono perfettamente allineati in direzione
nord-sud e est-ovest (l’errore dell’allineamento è di solo 3′ e
6″). Il piano di appoggio è perfettamente orizzontale: l’angolo
sud orientale è appena dodici millimetri più alto di quello
nord occidentale. Se a questi dati si unisce il fatto che essa fu costruita
verso il 2500 a.C. non si può che rimanere pieni di meraviglia.
Molti
studiosi sono stati vittime di questa meraviglia che li ha indotti a formulare
fantasiose teorie. Uno di essi, l’astronomo scozzese dell’ottocento Charles
Piazzi Smyth, effettuò accurate misure sulla grande piramide e
credette di aver trovato incredibili correlazioni numeriche tra le sue
dimensioni. Egli arrivò alla conclusione che la piramide racchiudeva
in sé una conoscenza superiore dell’universo. Dalle sue misure
e dai suoi calcoli, egli dedusse che dall’architettura della piramide
si potevano ricavare importanti grandezze astronomiche e addirittura alcune
date significative per la storia dell’umanità, quali quella dell’esodo
degli ebrei e quella della nascita di Cristo. In realtà il metodo
adottato da Smyth consentirebbe di ottenere risultati analoghi anche se
applicato a un qualsiasi edificio. In pratica elaborando opportunamente
le misure di un qualsiasi oggetto si può ottenere quel che si vuole.
Ciò nonostante molti altri studiosi hanno seguito le orme di Smyth,
commettendo errori analoghi. La fantasia di molti autori si è anche
sbizzarrita per cercare di spiegare in che modo le piramidi furono costruite.
Per molti di essi sarebbe assolutamente impossibile che gli Egizi abbiano
compiuto una simile opera. Alcuni hanno ipotizzato quindi l’esistenza
di una civiltà superiore, poi estintasi, identificata talvolta
con la leggendaria civiltà di Atlantide. Altri ancora hanno tirato
in ballo i soliti alieni che sarebbero, a loro dire, i veri costruttori
delle piramidi. In realtà anche una civiltà dotata di mezzi
tecnici rudimentali poteva tranquillamente realizzare opere simili utilizzando
l’ingegno. Vi sono prove concrete a sostegno dell’ipotesi secondo la quale
gli Egizi sarebbero stati capaci di tagliare la roccia utilizzando cunei
di legno che venivano successivamente bagnati. La dilatazione subita riusciva
a spaccare la roccia lungo le linee volute. Per quanto riguarda il trasporto,
anche in questo caso è presumibile che gli Egizi utilizzassero
slitte di legno trainate da molti uomini. Esiste addirittura un dipinto
tombale della XII dinastia che raffigura la tecnica con la quale veniva
trasportata un’enorme statua di oltre 60 tonnellate. Nel dipinto si vede
chiaramente l’enorme slitta di legno, trainata da 172 uomini, e due individui
che versano latte sotto le slitte per lubrificarne lo scorrimento. Il
sollevamento dei massi poteva infine essere realizzato con delle rampe
ascendenti. In una delle prime piramidi realizzate in Egitto e rimasta
incompleta, quella di Saqqara, sono state ritrovate proprio delle rampe,
costruite a tale scopo.
Queste
ipotesi, supportate dai fatti, rendono ancora più sorprendenti
le piramidi. È veramente straordinario che una civiltà intorno
al 2500 a.C. sia riuscita a realizzare simili opere dimostrando un ingegno
e una capacità organizzativa ancora oggi invidiabili.
Come
abbiamo visto il fascino delle piramidi ha stimolato la fantasia di qualche
studioso che si è abbandonato a teorie del tutto infondate sulla
loro origine e sulle loro caratteristiche geometriche. Altri autori si
sono spinti oltre ipotizzando che le piramidi posseggano straordinari
poteri. Si è sviluppata in tal modo una vera e propria pseudoscienza,
chiamata “piramidologia”, particolarmente in voga negli ambienti New Age.
La
tesi di fondo della piramidologia consiste nel ritenere che le piramidi
funzionerebbero da condensatori di energia cosmica. Questa proprietà
sarebbe presentata non solo dai monumenti originali egizi, ma anche da
semplici modelli realizzati in vari materiali che, naturalmente, vengono
commercializzati a caro prezzo da chi specula sulla credulità altrui.
Il
primo a interessarsi delle presunte facoltà energetiche delle piramidi
fu lo studioso di fenomeni occulti e sedicente sensitivo Antoine Bovis
che realizzò esperimenti per accertare il loro effetto sulla mummificazione
di animali morti. Successivamente un ingegnere in pensione di nome Karel
Drbal e altri studiosi si spinsero oltre e attribuirono alle piramidi
il potere di affilare lamette e coltelli, conservare i cibi, ritardare
l’inacidimento del latte, favorire la crescita dei vegetali, purificare
l’acqua inquinata, ecc. Più recentemente ha preso campo la “Piramid
Therapy”, ovvero la bizzarra credenza secondo la quale le piramidi presenterebbero
addirittura proprietà terapeutiche. Esse sarebbero in grado di
migliorare le prestazioni fisiche e mentali di soggetti fatti sdraiare
al loro interno e di curare diverse patologie, facendo riacquistare le
energie perdute ai pazienti.
Secondo
i “piramidologi” la particolare forma delle piramidi sarebbe in grado
di concentrare e amplificare presunte energie e forze cosmiche e terrestri.
Per fare questo però esse devono soddisfare determinati rapporti
geometrici, analoghi a quelli delle piramidi egizie. Per questo motivo
anche i modelli che vengono commercializzati vengono costruiti secondo
questi criteri. Già l’ipotesi dell’esistenza di queste misteriose
energie e forze cosmiche e terrestri appare del tutto gratuita. Inoltre
negli scritti dei piramidologi i termini “forza” ed “energia”, che in
ambito scientifico hanno un loro preciso significato, vengono usati in
modo assolutamente improprio. La sensazione che se ne trae è che
il loro uso sia motivato esclusivamente dalla volontà di impressionare
il pubblico e di fornire una parvenza di scientificità alle loro
affermazioni. Al di là delle considerazioni teoriche, tuttavia,
occorre dire che tutte le volte che gli improbabili poteri attribuiti
alle piramidi sono stati sottoposti a seri controlli di laboratorio, sono
risultati del tutto inesistenti. La conservazione del latte, la disidratazione
della carne e la germinazione dei semi si verificano esattamente in egual
misura sia all’interno che all’esterno dei modelli di piramidi. Inoltre
sono apparse completamente inesistenti la presunta capacità delle
piramidi di affilare lamette e coltelli e quella di purificare l’acqua.
Di
fronte a tali risultati si rimane a dir poco sconcertati quando le bizzarre
credenze della piramidologia vengono propagandate dai media. Recentemente
il supplemento dedicato alla salute del più diffuso quotidiano
italiano ha pubblicato un vergognoso articolo, completamente acritico
e privo di ogni fondamento a favore della Piramid Therapy. Finché
si sente affermare che le piramidi affilano le lamette, tutto sommato
si può sorridere e non preoccuparsi troppo delle conseguenze di
simili bizzarre credenze. Ma quando c’è di mezzo la salute della
gente e vengono propagandate simili scempiaggini spacciandole per evidenze
scientificamente provate, il sorriso scompare e viene da chiedersi se
non sarebbe il caso che le istituzioni competenti intervenissero.