Nel
suo celebre Dizionario filosofico, Voltaire scrive:
Molti
fisici sostengono che in tal senso non ci sono miracoli, ed ecco le loro
argomentazioni……Un miracolo è la violazione delle leggi matematiche,
divine, immutabili, eterne. In base a questa sola definizione, un miracolo
è una contraddizione in termini…..Perché mai Dio farebbe
un miracolo? Per venire a capo d’un certo disegno riguardo ad alcuni esseri
viventi. Egli direbbe dunque: “Con la creazione dell’universo, con
i miei decreti divini, con le mie leggi eterne, non sono riuscito ad attuare
un certo disegno, cambierò le mie idee eterne, le mie leggi immutabili,
per cercare di eseguire quanto non ho potuto fare per mezzo di esse”.
Sarebbe una confessione di debolezza, e non di potenza. Sarebbe in lui,
a quanto pare, la più inconcepibile contraddizione. Pertanto, osare
attribuire a Dio dei miracoli significa in effetti insultarlo (ammesso
che degli uomini possano insultare Dio): è come dirgli “voi
siete un essere debole e incoerente” [Voltaire, Dizionario
filosofico (voce “Miracoli”), vol. II, Rizzoli, Milano 1966].
Nonostante
le ineccepibili argomentazioni che Voltaire attribuisce a “molti fisici”,
le religioni sono piene di eventi prodigiosi attribuiti all’intervento
diretto della divinità. Nei testi sacri delle varie confessioni,
nelle agiografie dei santi e nelle tradizioni popolari si fa continuamente
riferimento a eventi straordinari con lo scopo di confermare l’esistenza
della divinità, la sua potenza, il suo interesse per l’umanità
e la sua sete di giustizia o di vendetta nei confronti di chi disobbedisce
alle sue leggi. L’uomo primitivo aveva sviluppato nei confronti della
realtà una visione magico-animistica e interpretava tutto in termini
miracolistici. Qualunque evento naturale era interpretato come un’azione
diretta della divinità. Lo sviluppo della scienza ha fatto perdere
il carattere miracolistico a gran parte dei fenomeni, ma all’interno delle
religioni l’idea di miracolo è sopravvissuta ed è considerata
come qualcosa che va al di là della possibilità di indagine
della scienza. In realtà, invece, la scienza può benissimo
indagare sui miracoli, visto che si tratta di fenomeni empirici che rientrano
quindi nel suo dominio di competenza. Mentre la scienza non può
minimamente pronunciarsi su questioni tipicamente metafisiche, come ad
esempio l’esistenza o la non esistenza di Dio, sui miracoli il discorso
è diverso [sui rapporti tra scienza e fede si può vedere:
R. Stannard, La scienza e i miracoli, Longanesi, Milano 1998 e
C. Allègre, Dio e l’impresa scientifica, Raffaello Cortina
Milano 1999]. La scienza ha il dovere di studiare tutto ciò che
è suscettibile di indagine empirica. La scienza inoltre non può
accettare tra le sue categorie quelle del mistero e dell’inspiegabilità.
Un fenomeno inspiegato può essere ritenuto tale soltanto momentaneamente,
sulla base delle conoscenze disponibili, ma non si può escludere
a priori che prima o poi si troverà il modo di interpretarlo.
Ciò
premesso, poniamoci la seguente domanda: tra tutti i presunti miracoli
che compaiono nelle varie religioni esistono realmente casi in cui la
scienza deve necessariamente sospendere il giudizio? Esistono, insomma,
eventi veramente inspiegati che richiedono per lo meno l’attesa di una
futura interpretazione? Tutti i casi sui quali è stato possibile
indagare con gli strumenti della scienza hanno ricevuto, in realtà,
un’interpretazione perfettamente naturale, senza bisogno di tirare necessariamente
in ballo interventi trascendenti. Gli unici casi sui quali la scienza
non può dire nulla sono solamente quelli sui quali non è
stata possibile un’indagine diretta, o perché si tratta di eventi
appartenenti a un passato remoto o perché la stessa indagine è
stata volontariamente impedita dalle autorità religiose poiché
ritenuta sacrilega. Senza voler peccare di presunzione, tuttavia, l’applicazione
di un semplice principio di induzione suggerisce buone ragioni per pensare
che anche in questi casi un’indagine di tipo scientifico avrebbe potuto
fornire una spiegazione dei fenomeni di tipo non miracolistico. Inoltre,
anche nel caso dei miracoli, non bisognerebbe mai dimenticare una regola
fondamentale del metodo scientifico e del pensiero razionale: l’onere
della prova spetta a chi fa l’affermazione. Quindi non è la scienza
che deve dimostrare la non sovrannaturalità di un fenomeno, ma
è chi sostiene l’esistenza di un miracolo che dovrebbe fornire
prove concrete a favore della sua sovrannaturalità.
Per
rispondere alla domanda specifica del lettore, se per “rivelazione di
un mistero” ci si riferisce ad affermazioni tipicamente metafisiche, come
già accennato, la scienza non può che sospendere ogni giudizio.
Se invece vengono coinvolti fatti empirici si ricade nei miracoli propriamente
detti e valgono pertanto le precedenti considerazioni.
Per
quanto riguarda padre Pio, nessuno dei miracoli che gli vengono solitamente
attribuiti è mai stato oggetto di controlli scientifici rigorosi
e pertanto si può senz’altro affermare che relativamente ad essi
non è mai stata data alcuna dimostrazione certa. Un discorso particolare
meritano le stimmate, che rappresentano sicuramente una delle manifestazioni
più clamorose attribuite a padre Pio e ad altri santi.
Le
stimmate sono piaghe che apparirebbero sul corpo di persone particolarmente
devote che riprodurrebbero le ferite inflitte a Gesù Cristo durante
la Passione. Generalmente esse sono localizzate sul palmo delle mani,
sui piedi e sul costato. Non mancano tuttavia localizzazioni differenti
(ad esempio sulla fronte, in corrispondenza della corona di spine di Cristo).
Secondo molti credenti esse sarebbero il segno tangibile di un intervento
diretto di Dio che vuole in tal modo manifestarsi ai suoi fedeli più
pii.
Se
si vuole analizzare questo singolare fenomeno con occhio critico [si veda,
ad esempio: A. De Vincentiis, Estasi. Stimmate e altri fenomeni mistici,
Avverbi Roma 1999] e con l’intento di fare chiarezza, la prima cosa da
fare è accertarsi dell’esistenza reale del fenomeno ed eliminare
tutti i possibili casi fraudolenti. In effetti sono noti numerosi casi
di stimmate autoinflitte con metodi artificiali. Ad esempio, una mistica
del trecento di nome Elisabetta di Herkenrode venne sorpresa in diverse
occasioni mentre si feriva volontariamente per procurarsi i segni della
Passione. Un caso analogo è quello della coeva Lukardis di Oberweimar
che si feriva mani e piedi volontariamente. Non mancano veri e propri
giochi di prestigio. Ad esempio nel 1928, il tedesco Paolo Diebel riusciva
a lacrimare sangue procurandosi preventivamente minuscoli fori invisibili
nella congiuntiva. Inoltre riusciva a far apparire false stimmate sulle
mani attingendo il sangue da una ferita alla gamba appositamente realizzata
e tenuta adeguatamente nascosta. Al di là degli imbrogli, tuttavia,
sembra che in alcuni casi le stimmate compaiano spontaneamente sul corpo
di alcuni mistici, anche se l’apparizione delle stimmate non è
mai sta osservata su soggetti sottoposti a controlli accurati. Come abbiamo
già avuto modo di chiarire, la scienza non può dichiarare
inspiegabili questi eventi adducendo gratuiti interventi soprannaturali
e ha il preciso dovere di indagare il fenomeno e di trovare una interpretazione
naturalistica. Un utile contributo può derivare dalla psichiatria,
dalla psicologia e dalla medicina psicosomatica. I casi più studiati
e per i quali l’ipotesi della frode volontaria appare meno probabile sono
quelli di Teresa Neumann (1898-1962) e di padre Pio (1887-1968). La biografia
di entrambi questi personaggi mette in evidenza numerosi episodi di problemi
di tipo psicosomatico e di autolesionismo, che hanno preceduto il manifestarsi
delle stimmate. Gli psicologi parlano di nevrosi isterica per indicare
un grave stato psicopatologico che produrrebbe una vasta sintomatologia
sia psichica che fisica. In particolare essa determinerebbe fenomeni di
conversione, ovvero la manifestazione fisica di conflitti psicologici.
Se le tipiche conversioni si manifestano con cecità, sordità
e paralisi, sembra comunque plausibile ipotizzare che esse determinino
pure fenomeni di vasocongestioni che possono dar luogo a piaghe epidermiche
localizzate in vari punti del corpo. Alcuni studi sembrerebbero aver dimostrato
che alcuni soggetti in stati alterati di coscienza (ad esempio ipnosi)
possono effettivamente somatizzare alcune convinzioni (ad esempio, un
soggetto al quale sotto ipnosi era stata applicata su un braccio una moneta
a temperatura ambiente, facendogli però credere che fosse incandescente,
mostrò una piaga tipica da bruciatura). Se l’origine di queste
piaghe può essere spontanea è tuttavia anche vero che i
soggetti che le posseggono possono in qualche modo contribuire al loro
mantenimento anche con mezzi puramente fisici. Ad esempio, sembra abbastanza
plausibile che padre Pio [sulla vita e l’opera di padre Pio si veda l’opera
critica: M. Guarino, Beato impostore. Controstoria di padre Pio,
Kaos, Milano 1999] usasse tintura di iodio per impedire la rimarginazione
delle sue ferite (questo non significa necessariamente che fosse in mala
fede: potrebbe averlo fatto per prolungare la sofferenza che, secondo
lui, il Signore gli aveva inflitto). A favore dell’origine psichica e
comunque non sovrannaturale delle stimmate vi è anche un’altra
considerazione. Tutti gli stimmatizzati del passato presentavano le piaghe
sui palmi della mano. Attualmente la maggior parte degli studiosi (credenti
e non) ritiene che sia materialmente impossibile crocifiggere un uomo
inchiodando le mani, poiché esse si lacererebbero sotto il peso
del corpo. Sembra ormai certo che nell’antichità le crocifissioni
avvenissero piantando i chiodi nei polsi. Se le stimmate fossero inflitte
direttamente da Dio, sarebbe difficile giustificare una simile svista.
Al contrario se le stimmate, essendo di origine psichica, derivano dalle
convinzioni del soggetto e dalle credenze diffuse nella sua epoca e nella
cultura cui appartiene, l’errore appare del tutto comprensibile.
Al
di là del loro aspetto miracolistico, tuttavia le stimmate, come
del resto tutte le altre fenomenologie psicosomatiche, rappresentano un
interessante settore di indagine, relativamente al quale la scienza medica
deve percorrere ancora parecchia strada.
Per
concludere, penso possa essere utile al lettore il seguente comunicato
stampa, diffuso dal gruppo pugliese del CICAP (Comitato Italiano per il
Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) in occasione della recente
beatificazione di padre Pio.
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COMUNICATO
DEL GRUPPO PUGLIA SU PADRE PIO.
In
occasione dall’avvenuta beatificazione di padre Pio e delle numerosissime
richieste di pareri pervenute al nostro Gruppo, da parte di interessati
all’argomento, il Cicap-Puglia (Gruppo pugliese del Comitato Italiano
per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) esprime la propria
posizione circa le manifestazioni paranormali attribuite alle vicende
del frate cappuccino Beato padre Pio da Pietrelcina.
Il
nostro Gruppo non ha alcuna posizione né sulla figura del Beato
né sui fenomeni di fede, ma vuole dare la propria versione, secondo
razionali canoni scientifici, su quelle manifestazioni mistico-paranormali
considerate vere ma inspiegabili da gran parte della comunità
dei fedeli.
Innanzitutto,
riteniamo che i presunti fenomeni di bilocazione attribuiti al frate,
siano la conseguenza di suggestioni, illusioni ed errate interpretazioni
da parte di testimoni che, per motivi di fede, non hanno potuto formulare
ed esprimere un giudizio critico sulle proprie esperienze.
Lo
stesso semplice argomento è perfettamente applicabile alle presunte
guarigioni miracolose. Esse sono presentate da molti organi di informazione
senza alcun criterio di controllo, con il rischio di essere distorte e
mal interpretate.
Su
tali fatti, la medicina ha consolidate posizioni che riconoscono nelle
guarigioni “inspiegabili” meccanismi che non hanno nulla a che fare con
il sovrannaturale, ma che si riferiscono a ben noti fenomeni, per l’approfondimento
dei quali rimandiamo alla letteratura medica specializzata.
Un
commento certamente autorevole al di sopra di ogni sospetto, ha recentemente
fatto notare come il vero “miracolo” di padre Pio sia stata la nascita
e lo sviluppo, in territorio arretrato e periferico, di un grande avanzato
ospedale che eroga quella assistenza che deriva proprio dalla medicina
a cui abbiamo appena fatto riferimento.
Inoltre,
riteniamo che sia profondamente diseducativo attribuire al sovrannaturale
altri eventuali avvenimenti che, per la loro rarità e complessità ,
possono risultare tuttora non spiegati o compiutamente conosciuti.
Infine,
consideriamo le stimmate la conseguenza di processi patologici (ad es.
malattie infettive qualche decennio addietro molto più diffuse
che oggi, ovvero rare alterazioni di emocoagulazione) magari in un contesto
di forte reattività psicosomatica e di ricorrenza di micro-traumatismi
locali protratti.
Riteniamo
che la comprensione di questi meccanismi renda possibile la loro giusta
spiegazione naturale, e comunque annunciamo il libro di prossima uscita
dello psicologo e vice presidente del Gruppo Puglia, Armando De Vincentiis,
“Estasi. Stimmate e altri fenomeni mistici” Avverbi Edizioni, Roma.
Per
il Gruppo Cicap Puglia
Il
Segretario
Avvocato
Michele Di Lorenzo
Il
direttivo
Vittorio
Pesce Delfino, (presidente) docente di antropologia medica presso
l’Università
di Bari.
Armando
De Vincentiis, (vice presidente) psicologo
Edoardo
Altomare, medico oncologo e giornalista
Luigi
Galati, medico nefrologo.
Dario
Acquaviva
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