L’acqua pesante è presente in natura grosso modo per una parte su 7000
di acqua normale; “grosso modo” sta a indicare le fluttuazioni
di questo rapporto che sono sorprendentemente variabili da regione a regione
anche del 30% (fonte CANDU -AECL).
La differenza di peso molecolare (più del 10%) è tale da alterare significativamente
persino la temperatura di ebollizione (1,4 °C superiore a quella dell’acqua
normale).
Ne consegue che la si può separare per semplice distillazione. Questa
tecnica è però di solito usata solo negli stadi finali per non dover distillare
enormi quantità di acqua. Come è noto, infatti, i processi di raffinazione/separazione
sono spesso processi iterativi. Nei vari stadi si raggiungono concentrazioni
sempre maggiori e, spesso, negli stadi iniziali, può essere conveniente
adottare tecnologie diverse da quelle che risultano invece più convenienti
in quelli finali.
Durante la seconda guerra Mondiale il metodo per separare acqua pesante
da quella leggera era l’elettrolisi. Anche qui la notevole differenza
di massa tra gli ioni (un fattore due in questo caso) ne differenzia significativamente
la mobilità. Essa richiede però notevoli quantità di energia per cui è
stata progressivamente abbandonata.
Recentemente si è utilizzata la tecnologia laser, di cui però non sono
riuscito a trovare documentazione, che, da quel che ho letto, raggiunge
efficienze molto interessanti ma è molto complessa e costosa.
Acido solfidrico gassoso a una temperatura misto ad acqua a diversa temperatura
in grandi torri . Anche di questo processo non conosco dettagli che dovrebbero
però essere descritti in:
Academy’s Publishing House
(Peculea_M, Croitoru_C, Bornea_A , Behaviour of sieve plates in the H2O-H2S
isotopic exchange column for heavy water separation process, 1998, Vol.43,
No.5, pp.439-454)