Sono uno studente del liceo A.Maffei di Riva del Garda. In tre aule del nostro edificio sono state rilevate onde elettromagnetiche di 12,92 microtesla. Vorrei sapere se corriamo rischi di qualche tipo e se sì quali.

Non desidero tornare ancora sulla questione, più volte dibattuta su
Chiedi all’Esperto, di quali siano
i livelli di campo elettromagnetico “sicuri” o “pericolosi”
e quali conseguenze possano aver luogo in caso di esposizione. I lettori
interessati troveranno informazioni del genere nelle altre mie risposte.
Approfitto invece della domanda per chiarire alcuni aspetti tecnico-scientifici
generali.

La domanda cita le “onde elettromagnetiche” senza
precisare la frequenza o il tipo di sorgente. La propagazione
ondosa del campo elettromagnetico, anzi la sua stessa esistenza,
è possibile solo quando ci si trova, rispetto alla sorgente
che genera il campo, ad una distanza maggiore
della lunghezza d’onda generata. A distanze inferiori non si
può parlare di campo elettromagnetico, ma solo di campo
elettrico o di campo magnetico o magari di entrambi, ma
distinti ed indipendenti, similmente a quanto avviene in
condizioni statiche. Il campo elettromagnetico, invece,
è dato dalla simultanea presenza di campo elettrico
e di campo magnetico strettamente interdipendenti in
quanto legati da un fenomeno di mutua generazione, che
risulta significativo solo, come ho detto, a sufficiente distanza
dalla sorgente.

Per esempio, nel caso degli elettrodotti (frequenza
50 Hz) la lunghezza d’onda è così elevata (6000 km)
che il campo elettromagnetico di fatto non esiste: esistono
invece un campo elettrico (misurato in volt al metro, simbolo
V/m, legato alla tensione di esercizio della linea) ed un campo
magnetico (misurato in tesla, simbolo T, legato alla corrente
trasportata dalla linea). Invece, nel caso dei telefoni cellulari
(frequenza circa 900 MHz, lunghezza d’onda circa 30 cm) già a
qualche metro dall’antenna trasmittente si può parlare di campo
elettromagnetico e quindi di onde elettromagnetiche.

In quest’ultimo caso, però, quella che in genere viene
misurata è la componente elettrica del campo, i cui
valori vengono espressi in volt al metro. In alternativa, viene
fornito il valore della densità di potenza trasportata
dall’onda (espressa in watt al metro quadro, simbolo W/m2).
Praticamente mai, invece, si fa riferimento al campo
magnetico (e quindi ai tesla).

Comunque, qualunque sia la situazione a cui fa
riferimento la domanda, consiglio di confrontare il
valore rilevato con le prescrizioni degli standard di
sicurezza che, alle varie frequenze e per le varie
sorgenti e condizioni di esposizione, si trovano
descritte nei documenti reperibili su Internet a
partire dalla pagina:
http://www.iroe.fi.cnr.it/pcemni/normeit/