Ho letto che sul nostro pianeta sono avvenute estinzioni ben più gravi di quella che portò alla fine dei dinosauri. Quando sono avvenute e quali tracce ne portiamo oggi?

Estinzioni di massa:

  • 1.1 Ordoviciano superiore (circa 444 milioni di anni fa)
  • 1.2 Tardo Devoniano (circa 375 milioni di anni fa)
  • 1.3 Permiano-Triassico (circa 251 milioni di anni fa)
  • 1.4 Triassico-Giurassico (circa 180 milioni di anni fa)
  • 1.5 Cretaceo-Terziario (circa 65 milioni di anni fa)
  • 1.6 Piccole estinzioni

La storia geologica del nostro pianeta è costellata di estinzioni, più
o meno importanti. Quella avvenuta alla fine del Mesozoico è soltanto
la più nota, probabilmente a causa della scomparsa di un gruppo di organismi
ben noto al pubblico, i dinosauri. In realtà insieme ai grandi rettili
scomparvero, in quell’occasione, molti altri organismi, quali cefalopodi
(ammoniti, belemniti), molluschi (rudiste), protisti (rotalipore, globotruncane)…organismi
che ben pochi conoscono.

Se per un momento tralasciamo l’estinzione di fine Mesozoico, scopriamo
che vi sono state diverse importanti estinzioni, negli ultimi 500 milioni
di anni: in particolare sono note le estinzioni della fine dell’Ordoviciano
e della fine del Permiano; in realtà bisognerebbe parlare anche delle
estinzioni della fine del Devoniano, di quella avvenuta tra il Triassico
ed il Giurassico, ecc. Tutte queste estinzioni “di massa” interessarono
una cospicua percentuale di tutte le forme di vita esistenti, e certamente
episodi come questi, indipendentemente dalle cause – ancora da determinare
– hanno messo a dure prova la resistenza e la stessa sopravvivenza della
vita sul nostro pianeta. Tuttavia, alcuni milioni di anni sono sufficienti
affinchè la diversificazione biologica, la speciazione e i fenomeni evolutivi
portino ad una nuova rinnovata espansione delle forme di vita sulla Terra.
Alcuni autori hanno avanzato l’ipotesi che a partire dal Permiano (fine
Paleozoico) si sia verificata un’estinzione ogni 26 milioni di anni (la
causa sarebbe da ricercarsi in un’ipotetica compagna oscura del Sole,
la stella Nemesis, che ogni 26 milioni di anni passerebbe attraverso la
nube di Oort, serbatoio di comete ed asteroidi, provocando un bombardamento
a tappeto in tutto il sistema solare). Altri attribuiscono l’estinzione
di fine Mesozoico ad un disastroso vulcanismo globale.

Riferimenti sulle due teorie, quella dell’impatto meteoritico e quella
del vulcanismo globale, possono esere trovate nella bibliografia (Estinzione
e sopravvivenza: letture dalle Scienze).

Altri autori, infine, affermano sia inutile ricercare una causa specifica
per un’estinzione.

L’estinzione di massa avvenuta alla fine del Paleozoico (250-220 milioni
di anni fa) è stata probabilmente la più estesa e grave: si stima che
oltre il 90 per cento di tutte le forme di vita del nostro pianeta scomparvero
nel giro di pochi milioni di anni. Essa è così lontana nel tempo che rimangono
poche tracce studiabili, in ogni caso la vita attuale non mostra alcuna
traccia di quel remoto “incidente”. Per quel che riguarda l’ultima grande
estinzione, quella di fine Cretaceo (quella in cui scomparvero “anche”
i dinosauri), sono passati 65 milioni di anni da allora: la scomparsa
progressiva – probabilmente durò svariati milioni di anni – dei grandi
rettili liberò una grande quantità di nicchie ecologiche, subito conquistate
dai piccoli mammiferi, organismi a sangue caldo presenti già dal Triassico
ma, durante la dominazione dei rettili, relegati ad un ruolo secondario.
Cosa sarebbe accaduto se i rettili non si fossero estinti, decine di milioni
di anni fa? Avrebbero potuto evolvere verso forme intelligenti? Avrebbero
potuto sviluppare una civiltà, una tecnologia? Nessuno conosce sufficientemente
i meccanismi evolutivi da poter immaginare cosa avrebbero potuto fare
i rettili se avessero potuto dominare sulla terra per altre decine di
milioni di anni.

Un’estinzione non comporta necessariamente la scomparsa della vita; in
genere si tratta della scomparsa di un gruppo limitato di organismi, a
favore di un gruppo di animali (o vegetali) più agguerrito e resistente,
che ne prende il posto. Una delle variabili più importanti in questo avvicendamento
di famiglie, generi e specie biologiche è l’adattamento alle modificazioni
ambientali.

Nel corso dell’estinzione, o, per usare un termine più appropriato, della
crisi biologica della fine del Paleozoico, forse la più importante della
storia geologica del nostro pianeta, scomparvero i nautiloidi, molluschi
cefalopodi oggi rappresentati da pochissime specie (esempio, l’argonauta,
o il nautilus), ed il loro posto fu preso dai cefalopodi ammoniti. Le
ammoniti costituiscono un gruppo di fossili-guida importantissimo, per
cui le conosciamo molto bene. A loro volta le ammoniti si estingueranno
alla fine del Cretaceo, insieme ai dinosauri e ad altri. Il loro posto,
nei mari del nostro pianeta, fu preso dai teleostei, i pesci ossei.

La famiglia degli ominidi, alla quale apparteniamo noi (e solo noi) non
ha mai avuto un contatto diretto coi dinosauri. Gli ominidi comparvero
solo molte decine di milioni di anni dopo la scomparsa dell’ultimo dinosauro.
Antenati umanoidi compresi, siamo comparsi sulla scena della vita terrestre
appena quattro milioni di anni fa. I dinosauri dominarono la terra per
oltre centocinquanta milioni di anni. Tutto sommato, siamo un genere animale
piuttosto giovane. Non rischiamo una crisi biologica naturale ma ora siamo
noi a provocare l’estinzione di centinaia di specie ogni anno, a causa
degli sconvolgimenti ambientali provocati dalle nostre attività. Le teorie
avanzate dagli studiosi per cercare di spiegare le estinzioni di massa
sono tante e tanto si è scritto. Vorrei soltanto segnalare l’insolita
spiegazione fornita da Kock nel 1967 per spiegare la scomparsa di così
tanti organismi alla fine del Cretaceo. Secondo questo autore l’estinzione
potrebbe essere stata provocata dalla presenza del selenio, un elemento
proveniente da ceneri e rocce vulcaniche, particolarmente abbondante nei
sedimenti del Cretaceo superiore. Questo elemento, assorbito dai vegetali,
potrebbe aver provocato l’avvelenamento e quindi la scomparsa degli erbivori,
e, conseguentemente, dei carnivori.

La spiegazione più bizzarra: quella secondo la quale a provocare l’estinzione
dei grandi rettili sarebbe stata la sistematica predazione delle loro
uova da parte dei primi, piccoli mammiferi.

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Links:

Bibliografia:
AA.VV. (1988) – La testimonianza dei fossili. Le Scienze
Quaderni n.42.
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Carta M. (1999) – Introduzione alla Paleontologia. Ed. Windcloak. Udine.

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Halstead L.B. (1982) – Alla ricerca del Passato. Ist. geografico de Agostini.

Malaroda R. (1975) – Paleontologia generale. Ed. CEDAM, Padova.
Padoa E. (1978) – Storia della vita sulla Terra. Feltrinelli.
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Simpson G.G. (1987) – I fossili e la storia della vita. Zanichelli.
Stanley S.M. (1982) – L’evoluzione dell’evoluzione. Mondadori.
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