I fuchi, cioè i maschi delle api, si sviluppano grazie a quale processo?

Il fuco è il maschio dell’ape domestica (Apis mellifica – Hymenoptera, Aculeata, Apidae), ed è detto anche pecchione.

Fuco (da http://www.mondoapi.it/vita_api/famiglia_02.html)

Come è noto, la funzione dei fuchi all’interno dell’alveare è soltanto quella di fecondare l’ape regina. I maschi che si riproducono muoiono subito dopo l’accoppiamento. I maschi in surplus, che non si sono accoppiati, vengono uccisi dalle operaie in autunno, in quanto non lavorando non apportano nessun beneficio, ma anzi per la colonia rappresentano un consumo di risorse alimentari preziose per l’inverno.

I fuchi si sviluppano da uova non fecondate, ed il loro corredo cromosomico è quindi di soltanto 16 cromosomi, ciascuno presente in singola copia (corredo cromosomico aploide). Nelle femmine e cioè nella regina e nelle operaie, che si sviluppano da uova fecondate, invece il corredo cromosomico è doppio (diploide), costituito da 32 cromosomi.

Il fenomeno dello sviluppo di uova non fecondate prende il nome di partenogenesi, e in questo caso si dice arrenotoca in quanto dà luogo solo a individui di sesso maschile.
La fecondazione o meno delle uova è possibile grazie alla speciale conformazione dell’apparato genitale femminile degli insetti, e quindi anche delle api.
In esso è infatti presente una speciale camera, chiamata borsa copulatoria (bursa copulatrix) in cui viene immagazziato lo sperma durante l’accoppiamento, trasferito dal maschio in un pacchetto detto spermatofora. Lo sperma viene poi trasferito in una vescicoletta, la spermateca, dalla quale viene immesso nel dotto vaginale per la fecondazione al passaggio dell’uovo.

Apparato riproduttore femminile – ridisegnato da  http://www.monarchlab.umn.edu/research/Rep/female.html

 La regina può permettere o meno la fecondazione delle uova. Se le uova non vengono fecondate si sviluppano i maschi. I maschi così nati hanno quindi una sola copia del gene che determina il sesso nelle api, e si dicono emizigoti; le operaie e la regina, cioè le femmine, sono diploidi e hanno due varianti diverse di tale gene, e si dicono quindi eterozigoti. Quando avviene la fecondazione può accadere che un uovo venga fecondato da uno spermatozoo che porta una copia del gene per il sesso identica a quella presente nell’uovo. In questo caso si sviluppa un maschio diploide, omozigote; esso però viene riconosciuto dalle api operaie, che provvedono ad eliminarlo poco dopo la schiusa dell’uovo.
Alcuni ricercatori hanno tentato di allevare e far riprodurre questi maschi diploidi, ed hanno potuto osservare che erano vitali, ma avevano testicoli ridotti e producevano una scarsa quantità di sperma. Questo complesso meccanismo riproduttivo si può quindi essere evoluto per selezionare i maschi con maggiori probabilità di riproduzione.

Una curiosità: perchè i fuchi non pungono?
I fuchi non hanno pungiglione perché questo non è altro che un ovopositore, cioè un prolungamento dell’addome trasformato in organo che serve a depositare le uova, e quindi ce l’hanno solo le femmine. Nella regina esso è usato per deporre le uova, ma nelle operaie, sterili, è trasformato in aculeo, al quale sono associate ghiandole velenigene, ed è usato come arma di difesa.

Notizie generali sulle api e l’apicoltura:
Storer et al. Zoologia. Zanichelli editore
Grandi. Istituzioni di Entomologia Genrale. Edizioni Calderini.

http://www.mondoapi.it/ 
http://www.apicoltura2000.it/

Sulla biologia e genetica delle api:
http://maarec.cas.psu.edu/bkCD/HBBiology/breeding_genetics.htm 
http://www.bbka.org.uk/articles/life_cycle_apis_mellifera.php

Page, Gadaub, Beyec, 2002. The Emergence of Hymenopteran Genetics. Genetics, Vol. 160, 375-379.
Questo articolo è anche reperibile al link http://www.genetics.org/cgi/content/full/160/2/375