La TV dice “Son caduti 20 cm di neve”, ma sulle auto parcheggiate che ne sono 10 e a terra ce ne sono 5! Ma qual è il vero metodo che viene usato dai meteorologi per misurare la quantità di una precipitazione nevosa? Quali accorgimenti si adottano per avere una misura precisa? Grazie, Stefano.

<img>Misura neve



Dalla domanda risulta impossibile sapere come il lettore abbia rilevato le misure che riporta sulla domanda stessa. Va subito detto che, ai fini della precisione, non è consigliabile affidarsi a misurazioni “artigianali” effettuate senza tener conto di alcuni fattori.


Misurare la neve sembra un’operazione banale e facile, in realtà spesso possono sorgere dubbi che portano a registrare dati poco confrontabili tra le varie località e poco attendibili se non si osservano alcuni accorgimenti e alcune norme. Ecco una sintesi delle norme per standardizzare le misurazioni.

Le misurazioni vanno eseguite:
– tutte in luogo aperto, non in pendenza;
– tutte lontano da edifici, alberi, e ostacoli di vario tipo;
– tutte evitando luoghi dove il vento crea accumuli o erosioni;
– in ogni caso è opportuno effettuare più misurazioni in punti relativamente distanti uno dall’altro calcolando, poi, il valore medio tra le misurazioni rilevate nei vari punti.

Per ovvie ragioni, in un centro abitato dove presumibilmente il lettore ha effettuato le misurazioni, è quasi impossibile trovare luoghi aperti, lontani da edifici, alberi e ostacoli di vario tipo. I dati comunicati dalla TV, invece, sono stati certamente desunti da misurazioni effettuate con sofisticati strumenti elettronici di cui accenneremo più avanti e in condizioni ideali a questo tipo di rilevamenti.
Per il momento vediamo i metodi più semplici per rilevamenti fatti “in proprio”.

Misurazioni self-made (fatte da sé)

Il modo più semplice per misurare una nevicata è quello eseguito infilando un bastoncino (o un’asta millimetrata) nella neve in una località aperta, con caratteristiche tali da poterla far considerare un “campione” attendibile per quella determinata zona.

  • a) Dopo una nevicata, ci si porta nella campagna circostante l’abitato, in luogo aperto e rispettando le norme sopra indicate.
  • b) Si esegue una prima misurazione e alcune alcune altre nel raggio di qualche centinaio di metri (meglio se di più) dalla prima annotando via via ciascuna misurazione. Nell’infilare il metro, o l’asta, necessita far attenzione alla pressione esercitata per non penetrare nel terreno sul quale giace lo strato di neve il che renderebbe imprecisa la misurazione.
  • c) Si esegue la somma delle varie misurazioni rilevate e si divide tale somma per il numero di dette misurazioni.

    Esempio: siano 8 i rilevamenti effettuati con rispettive misure di cm 18 – 16,5 – 17 – 17,5 – 19 – 18,5 – 18 – 19 la cui somma è 143,5 che divisa per 8 risulta cm 17,9375.
    In questo caso si può affermare che in quella nevicata e in quella zona son caduti 18 cm di neve.

    Lo stesso metodo appena descritto può essere utilizzato con una variante: basta munirsi di alcune tavole da neve (almeno 4 – 5) quadrate con lato di circa 50 cm e poi procedere nel seguente modo:

    • a) prima della nevicata, portare le tavole in campagna circostante l’abitato, in luogo aperto e rispettando le solite norme.
    • b) Collocare la prima tavola e poi le altre intorno nel raggio di qualche centinaio di metri (meglio se di pù).
    • c) Marcare le posizioni delle tavole per mezzo di una bandierina o altro indicatore in modo che tali posizioni possano essere ritrovate dopo una nuova nevicata.
    • d) Terminata la nuova nevicata, si ritorna presso ciascuna tavola e si procede alla misurazione per mezzo di un’asta millimetrata che va infilata sullo strato di neve caduta sopra le tavole.
    • e) Procedere calcolando la media delle misurazioni (somma di tutte le misurazioni diviso per il loro numero).

      Questa variante consente misurazioni più precise perché evita il pericolo che l’asta penetri nel terreno. Permette inoltre la misurazione di nuovi strati sovrapposti a strati precedenti formatisi in precedenti nevicate.
      Ecco qui a fianco un disegno che illustra lo schema di una misurazione con tavola di un nuovo strato.



      Tavola per misurazione dello strato di neve fresca.

      Per questo tipo di misurazione necessitano i seguenti elementi:


      La tavola.

      La stecca millimetrata.

      Il bastone graduato.

      Il tutto può essere costruito molto facilmente da chiunque abbia una minima dimestichezza con il “bricolage“.

        La tavola può essere ricavata da compensato sottile (1 cm) oppure essere in metallo sottile (1-2 mm) e deve essere quadrata con lato di almeno 40-50 cm.

        La stecca millimetrata serve per la misurazione di nuovi strati.

        Il bastone da neve viene usato per misurare l’accumulo totale di neve caduta in nevicate successive; la misurazione include, infatti, sia la neve vecchia che quella nuova. Un bastone da neve è un “regolo” lungo almeno 1 metro, marcato in centimetri. Ovviamente, oltre la parte graduata, il bastone deve comprendere una parte adeguatamente lunga per essere infilato nel terreno. È molto importante assicurarsi che il bastone sia perfettamente perpendicolare al terreno; dovrebbe, inoltre, essere colorato di bianco per minimizzare lo scioglimento della neve attorno ad esso.

        Chi non se la sente di fare escursioni in campagna, camminando sulla neve, e/o di attenersi alle semplici norme suggerite, deve giocoforza fidarsi dei dati forniti dai vari “bollettini della neve” comunicati dagli organi d’informazione (giornali, radio TV, ecc.).
        Tali dati sono ovviamente desunti dalle varie stazioni metereologiche locali le quali, come dicevamo, sono dotate di appositi strumenti (talvolta molto sofisticati) per rilevare dati relativi alla meteorologia.
        Tralasciamo la misurazione di tutti gli altri parametri metereologici (temperatura, umidità dell’aria, velocità del vento, pressione atmosferica, ecc.) per concentrarci sulle precipitazioni e, nel caso specifico, sulla misurazione delle precipitazioni nevose.

    • Stazioni meteorologiche: strumenti e misurazioni ufficiali.

  • La stazione meteo di Plateau Rosà nelle vicinanze di Cervinia. È la sede della stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare a 3488 metri s.l.m. una delle rare stazioni d’Europa oltre i 3000 metri.

    L’entità delle precipitazioni viene rilevata per mezzo di un pluviometro e di un nivometro.
    Un pluviometro consiste in un cilindro aperto alla sommità, in modo da raccogliere la pioggia, e calibrato in millimetri, così da poter leggere direttamente l’altezza della colonna d’acqua raccolta.

    Il nivometro più semplice e rudimentale è un cilindro che viene conficcato nella neve in modo da prelevarne un campione, il quale viene poi fuso e misurato in termini di profondità d’acqua equivalente.
    Si calcola che, in media, da 10 cm di neve se ne ricava solo uno d’acqua.

    Già da secoli esistono strumenti per stazioni meteo.
    I dati venivano raccolti dal personale delle stazioni per essere poi elaborati in sede opportuna.


    Disegno della stazione meteo di Bologna nell’Ottocento (Bologna 1840).

    I recenti progressi nel campo dell’elettronica sono stati accompagnati dallo sviluppo di strumenti meteorologici elettronici.




    Serie di strumenti elettronici per stazioni meteorologiche.


    Uno strumento molto moderno per misurare lo spessore della neve è il nivometro a raggi gamma, che misura l’equivalente in acqua del manto nevoso, in base all’indebolimento che un fascio di radiazioni gamma subisce quando attraversa lo strato di neve da misurare. La sorgente delle radiazioni è costituita da un piccolo quantitativo di Cobalto 60, collocato sulla parte sommitale di un supporto metallico, mentre un contatore Geiger, disposto a livello del terreno misura l’intensità delle radiazioni. Dopo opportuna taratura, è possibile risalire, in base al conteggio del numero degli impulsi emessi, all’equivalente in acqua dello strato nevoso.

    ll nivometro ad ultrasuoni ULM20/N, che viene utilizzato anche come sensore idrometrico nella versione ULM20, impiega il metodo ecometrico ad ultrasuoni che consente di eliminare completamente sia le parti meccaniche in movimento sia il contatto con il corpo da cui viene misurata la distanza. Tutto l’apparato di misura è racchiuso in un contenitore di alluminio anodizzato e verniciato di peso e dimensioni ridotte, installato ad un’altezza superiore al massimo livello raggiungibile dalla neve e la misura, completamente elettronica, si basa sul tempo che un impulso ultrasonico (di piccola intensità) impiega a coprire la distanza esistente tra l’apparato di misura e la superficie del manto nevoso stesso. Sono quindi evidenti i vantaggi che si ottengono per quanto concerne la facilità di installazione, i costi di manutenzione e soprattutto l’affidabilità di funzionamento.



    Sul territorio italiano (a titolo d’esempio vedi le due figure che seguono), ma anche su quello europeo e di altri paesi industrializzati, sono installate innumerevoli stazioni meteoreologiche sparse in ogni dove.
    Generalmente, una piccola stazione meteo fa parte di una “rete” che si compone di diverse stazioni cui fa capo un “centro” e relativa stazione principale dove si raccolgono ed elaborano tutti i dati delle stazioni “satelliti” le quali tasmettono automaticamente i loro rilevamenti via radio o altre vie telematiche.



    Mappa delle stazioni meteo della regione Abruzzi.




    Mappa delle stazioni meteo in provincia di Lecce.



    Stazione meteorologica KWOS sita a Bari – Stadio S. Nicola.


    Disegno che illustra una serie di strumenti atti al rilevamento delle entità dei fenomeni meteorologici.

    Oggi, quasi tutte le stazioni meteo (anche le più piccole), in particolare quelle molto isolate e difficili da raggiungere, sono dotate di strumenti elettronici ed a rilevamento automatico per cui non necessitano dell’intervento di personale per la lettura dei dati.


    Stazione Periferica Meteorologica in Telemisura via Radio.
    Rete in Tempo Reale della Protezione Civile – Regione Liguria.


    A questo punto il lettore avrà ben compreso quale metodo, quali strumenti e quali accorgimenti vengono adottati per desumere i dati ufficiali relativi all’entità delle precipitazione nevose.

    Si renderà altresì conto che la misurazione da egli fatta con mezzi di fortuna sulle autovetture parcheggiate e sulle strade (luoghi peraltro poco adatti) sono altra cosa rispetto ai rilevamenti fatti da enti specializzati che utilizzano strumenti eletronici molto sofisticati.

    Le stazioni meteorologiche in Italia

Il totale nazionale di 3037 stazioni meteorologiche elettroniche (termo-pluviometriche e complete) indica una media di 1 stazione ogni 99 km2, il che indica che nel complesso appare già raggiunto l’obiettivo medio nazionale di una stazione elettronica ogni 100 km2 fissato dalla legge 180/98 (legge Sarno).

Tabella 1Stazioni elettroniche di proprietà di enti regionali e locali: densità media delle stazioni per fascia territoriale (le stazioni del Servizio Idrografico non sono riportate in tabella).

Totale stazioni
Km2 Km2/stazione
NORD 1.598 119.865 75
CENTRO 715 69.138 97
SUD 491 62.452 127
ISOLE 233 49.798 214
TOTALE IN ITALIA
3.037 301.253 99


Tabella 2Stazioni meccaniche: densità media delle stazioni per fascia territoriale.

Totale stazioni Km2 Km2/stazione
NORD 1.917 119.865
63
CENTRO 782 69.138
88
SUD 1.009 62.452
62
ISOLE 690 49.798
72
TOTALE IN ITALIA 4.398 301.253
68