Vorrei sapere perchè è necessaria l’impollinazione incrociata tra diverse varietà in alcune piante come i meli e a quale varietà appartengono i semi prodotti dai nuovi frutti. Vorrei inoltre sapere se esistono alberi da frutto che permettono l’autoimpollinazione producendo frutti anche senza altre piante della stessa specie nelle vicinanze.

L’impollinazione crociata ha riscosso un maggior successo evolutivo rispetto all’autoimpollinazione, perché

Due è meglio di uno: il seme è il fine

La maggior parte delle piante per moltiplicarsi ha bisogno di due individui della stessa specie: uno maschile e l’altro femminile. È fondamentale il contributo di entrambi, altrimenti non ci sarà variabilità genetica nelle generazioni future e la progenie si indebolirà.
Possono esserci piante con fiori solo maschili e piante con fiori solo femminili, ma anche su una stessa pianta possono esserci fiori solo maschili e fiori solo femminili. Ci sono anche piante con fiori che portano sia gli organi maschili (stami) che quelli femminili (pistillo); questo può essere un vantaggio. A differenza degli animali, le piante non si possono muovere; sono legate con le radici al terreno che le nutre, così la presenza contemporanea dei sue sessi sullo stesso fiore raddoppia la possibilità di fecondare od essere fecondati. Nella impollinazione crociata, la fecondazione deve essere necessariamente affidata a eventi o organismi esterni. Con il vento e allora si avranno pollini anemofili o con gli insetti e allora si chiamerà impollinazione entomofila.

http://www.provincia.cuneo.it/grandambiente/flora/terminologia_botanica.htm

Ma visto che nello stesso fiore sono presenti sia gli stami che il pistillo, non farebbe ancora prima la pianta ad autofecondarsi, invece di cercare le componenti maschili o femminili in individui separati? Questo tipo di riproduzione si chiama autoimpollinazione. La natura ha fatto in modo che questo avvenga solo come “ultima ratio”, nel caso non esistano altre possibilità di sopravvivenza, quando le piante si trovino individualmente isolate, perciò non possano ricevere polline dall’esterno. Però l’autoimpollinazione è la regola in quelle erbe annuali a ciclo molto breve, come la Borsa del pastore e il Billeri comune (Cardamine hirsuta L.), che devono produrre semi in tempo brevi e in grande quantità. L’autoimpollinazione infatti raccorcia i tempi, non si deve aspettare l’impollinatore, e contemporaneamente garantisce il 100% di impollinazione, cioè una grande quantità di semi per individuo.
Salvo che in questi casi, l’autoimpollinazione viene evitata grazie ai differenti periodi di maturazione del polline rispetto al pistillo presente sullo stesso fiore.
La impollinazione crociata porterà variabilità genetica, solo così la nuova pianta potrà crescere con maggior vigore e avrà maggior probabilità di sopravvivere. E se questo vale per ogni pianta, le probabilità di successo per la specie si amplificano a cascata e infatti in natura questo tipo di riproduzione, detta incrociata o crociata, è quella che ha avuto il maggior successo in assoluto.

Per questi motivi gli alberi da frutto – selezionati per generazioni e generazioni dall’uomo con incroci vari tra cultivar diverse -ricorrono all’autoimpollinazione solo in casi di situazioni di abbandono del raccolto e in individui isolati. In ogni caso il frutto risultante sarà soggetto ad attacchi vari di virus e parassiti; difficilmente, inoltre, i semi verranno dispersi dagli animali perché i frutti che li contengono sono poco appetibili e germineranno anche con difficoltà. Solo in situazioni ambientali fortuite esiste una probabilità che qualche pianta possa attecchire, ma un numero esiguo di esse giungerà a maturazione.
Comunque, meli, peri e sorbi devono impollinarsi in modo incrociato, cioè fra alberi distinti, perché i loro fiori non sono compatibili; il polline infatti non germina sullo stimma del suo stesso fiore.

In particolare, le varietà selezionate per opera dell’uomo nei secoli (cultivar) di melo, salvo rare eccezioni, sono autosterili: non riescono a fecondarsi tra fiori della medesima pianta né con i fiori degli individui vicini della stessa varietà. Nel caso del melo, infatti, un buon raccolto si ottiene solo se nel meleto vengono piantate due tipi di cultivar capaci di fecondare a vicenda i propri fiori (interfertili). Si tratta di una selezione artificiale portata agli estremi dall’uomo per aumentare la produttività e la qualità delle mele. Come in natura il maggior vantaggio lo ricevono i frutti e semi che provengono da individui separati della stessa specie, così, in situazioni controllate dall’uomo sono più buone e resistenti le mele che provengono da varietà differenti. Maggior è la distanza genetica (varietà, sottovarietà della stessa specie) e più forte e vigorosa sarà la progenie risultante.

Infine, per sapere a quale varietà appartengono i semi prodotti dall’incrocio di due varietà occorre attendere il tempo necessario affinché dalla loro germinazione si sviluppino degli individui adulti e maturi in grado di riprodursi. Si vedrà che seguono le leggi di Mendel, ad esempio, in caso di  dominanza di un carattere,  si seguirà il seguente schema.caratteristiche diverse.

Schema