INTRODUZIONE
L'unità di misura parti per milione [ppm] deriva da un rapporto di unità di misura e viene utilizzato quando il risultato del rapporto cade nell'ordine di grandezza del milionesimo (10-6).
Difatti è più semplice leggere il valore "1 ppm" piuttosto che "0,000001".
Per esprimere un rapporto come ppm occorre considerare un multiplo pari ad un milione di volte del valore che si sta considerando e che si vuole trasformare.
Ad esempio il milligrammo (mg) si può esprimere come 1 ppm rispetto ad 1 Kg che rappresenta 1 milione di milligrammi (1000000 mg = 1 Kg). Quindi se sto misurando la concentrazione di una impurezza all'interno di un chilogrammo di un qualsiasi materiale e trovo un valore paria 3 mg di impurezza, posso esprimere questo risultato in ppm: 3 milligrammi rappresentano tre milionesimi di chilogrammo per cui il risultato si può leggere: 3 ppm.
La cosa vale anche per i volumi, ad esempio il microlitro [ul] corrisponde ad 1 ppm di un litro.
La cosa interessante sta nel fatto che il ppm nasce da un rapporto espresso in una opportuna nuova unità di misura di comodo. Una volta che ho espresso un risultato in ppm posso convertirlo in una altra unità di misura a piacere; ad esempio sempre rimanendo in ambito di peso:
Analizzando un campione da 1 kg di ferro (Fe) si sono trovati 12 ppm di impurezza di zinco (Zn); si vuole sapere quanti mg di zinco equivalgono a 12 ppm.
Dato che 1 mg = 1 ppm (in un Kg) allora, 12 ppm equivalgono a 12 mg di zinco nel campione da 1 kg.
Se avessimo analizzato 1000 kg di acqua ed avessimo trovato 21 ppm di arsenico (As) , esprimendo in una unità di misura questo rapporto otterremmo che in una tonnellata di acqua (1000 kg) ci sono 21 g (grammi) di arsenico. difatti il grammo sta alla tonnellata come il millugrammo al chilogrammo.
1 g/1 ton = 1mg/1Kg = 1 ppm
PPM COME UNITA' DI MISURA IN CAMPO AMBIENTALE
Veniamo al campo ambientale in cui si sente spesso parlare di ppm in relazione alle emissioni di particellato in atmosfera, come ad esempio le famose PM10.
In questo caso la misurazione consiste nel filtrare un determinato volume di aria con un opportuno filtro analitico di porosità inferiore alla dimensione delle particelle che si vogliono misurare (nel caso delle PM10, di dimensione attorno ai 10 micron occorre un filtro di dimensioni paragonabili) .
Il filtro analitico viene seccato e pesato prima e dopo la filtrazione in modo da eliminarne l'umidità residua. La differenza in peso fornisce il peso delle particelle presenti nel volume di aria filtrata.
Dato che un metro cubo di aria (1 m3) pesa circa 1 kg possiamo esprimere il valore degli inquinanti in ppm, ad esempio:
35 mg di particellato = 35 ppm (per metro cubo).
Una possibile equazione per convertire in pp i mg di particellato è la seguente:
ppmi = mgi / Va
dove:
ppm i = parti per milione di inquinanti
mgi = milligrammi di inquinanti [mg]
Va = volume totale di aria filtrata espressaa in metri cubi [ m3]
es:
Va =13 m3 di aria
mgi = 75
ppm = 75/13 = 5,8 ppm
Dalla stessa equazione si ottengono i mg di inquinante noti i ppm
LEGISLAZIONE ATTUALE
La direttiva europea sulla presenza di PM10 nell’aria, infatti, prevede che se nell’arco di 35 giorni all’anno, anche non consecutivi, si sfora il limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria è indispensabile assumere contromisure drastiche, mentre i sindaci che non assumono alcun provvedimento possono rischiare anche sanzioni penali.
Quindi 50 ppm per metro cubo corrispondono a 50 mg di polvere, approssimando il peso di un metro cubo di aria ad 1 Kg.
Da questi dati si evidenzia che le attuali contromisure adottate (targhe alterne, divieto di circolazione) dalla maggior parte dei sindaci, non ha prodotto alcun risultato apprezzabile, nè a breve, nè a lungo termine. Infatti circa il 70% degli inquinanti atmosferici cittadini è prodotto dagli impianti di riscaldamento civile ed industriale e dagli impianti industriali. Inoltre del rimanente 30 % solo una parte è dovuto ai mezzi di circolazione privati, mentre la maggior parte è dovuta a mezzi pubblici e trasporti.
Con queste considerazioni si vede che limitare la circolazione di autovetture per 1 o 2 giorni a settimana non è la soluzione ottimale per abbassare il livello degli inquinanti.
Infatti essendoci 52 settimane in un anno e considerando solo 2 giorni (29%) di sospensione di circolazione delle autovetture (30% degli inquinanti) otteniamo una diminuzione pari all' 1%, nei casi più ottimistici, che è di fatto molto al di sotto del necessario.
Anche l'utilizzo di auto ad idrogeno non risolve la situazione poichè non fa altro che spostare il problema dell'inquinamento dalle città alle centrali, poichè per produrre idrogeno occorre bruciare combustibile; quindi tanto varrebbe utilizzare il metano direttamente.
LINKS
Consiglio di visitare il sito seguente da cui è stata tratta l'immagine sopra riportata, in cui si troveranno altri link compresa la determinazione degli inquinanti suddivisa per regioni: