Vorrei informazioni riguardo le caratteristiche chimico-fisishe e biologiche delle argille usate in lutoterapia. Grazie

Fangoterapia o lutoterapia

Cura a base di fanghi termali che sono applicati come impacchi. Ha proprietà disintossicanti, rilassanti e antinfiammatorie.
L´argilla è la sostanza minerale più fine che esista. I granuli d’argilla sono, infatti, estremamente più piccoli di quelli della sabbia, al punto che la si può plasmare. La sostanza base di cui è composta è la silice (biossido di silicio, in media 65%) nella forma stabile di silicati idrati d’alluminio. Le argille contengono anche acqua e numerosi sali minerali (in prevalenza ferro, magnesio, potassio, calcio, sodio, manganese e altri oligoelementi)
in percentuali differenti a seconda della roccia base o delle
trasformazioni ambientali cui sono state sottoposte.).
Il
fango termale è termine con il quale s’intende una melma, naturalmente
calda o riscaldata, derivante dalla commistione di una componente
solida inorganica e/o organica, il cosiddetto fango vergine, con acqua
minerale ed usata, dopo opportuna “maturazione”, nella pratica medica.
Indicazioni (ma deve essere il medico a prescrivere)

– Osteoporosi.
– Artrosi primaria e secondaria.
– Reumatismi extra-articolari.
– Reumatismi dismetabolici: gotta e pseudogotta.
– Molte altre affezioni.

Premessa

È pressoché impossibile definire e classificare univocamente le argille e i fanghi utilizzati in lutoterapia.
Questo perché ciascun sito termale ha le sue argille, ciascun sito termale ha le sue acque, di conseguenza ciascun sito termale ha il suo fango, anzi, meglio dire i suoi fanghi poiché, nello stesso sito, le caratteristiche delle acque possono subire variazioni stagionali dalle quali derivano variazioni dei fanghi utilizzati in stagioni diverse.

Non solo, ma in una stessa cava d’argilla si possono trovare argille diverse…

L´argilla o, meglio, le argille.


A sinistra: una parete d’argilla; a destra: confezioni d’argilla.

La gran parte delle argille può essere definita come silicati idrati d’alluminio e magnesio; la loro formula chimica generale è:
Al2*2SiO2*2H2O oppure m Al2O3 * n SiO2 * x H2O,
formula base di numerosissime varianti.
Le argille contengono anche solfati che si manifestano stagionalmente con efflorescenze di mirabilite (Na2S04*10H20) e thenardite (Na2S04).
Chimicamente si tratta di materiali ricchi in carbonato di calcio con prevalenza del potassio sul sodio e con quantità d’ossido di ferro attorno al 5%.

Le argille sono a tutti gli effetti dei minerali: se ne conoscono vari tipi, ma la loro classificazione è molto difficile, soprattutto perché esistono argille che possiedono proprietà intermedie tra una categoria e l’altra. La maggior parte dei minerali argillosi appartiene ai fillosilicati (dal greco phyllos = foglia).
In base alla composizione chimica e alla struttura le argille sono classificate in tre gruppi: caolinite, montmorillonite, sericite (si usa il nome sericite per indicare le miche bianche microcristalline).

Caolinite: Al2Si2O5(OH)4
Montmorillonite: (Na,Ca)0*3(Al,Mg)2Si4O10(OH)2.n(H2O)
Sericite: K(Al,Mg,Fe,Mn,Li,Cr)2-3[AlSi3O10(F,OH)2]

Le caoliniti sono i minerali argillosi più comuni e diffusi.
Oltre ai minerali argillosi, molte argille contengono quantità variabili di minerali non argillosi a grana finissima, come quarzo, calcite, pirite, ossidi e idrossidi di alluminio e ferro, sali solubili, prodotti organici e sostanze amorfe.


Il fango o, meglio, i fanghi.

Ogni fango terapeutico è un impasto omogeneo di diversi materiali argillosi messi a contatto con acque della più svariata natura.
In sintesi, per la valutazione di un fango come prodotto finito, è indispensabile la conoscenza dei materiali di partenza:

Le sostanze acquose
Le sostanze argillose
1. Acque e loro composizione chimica. 1. Caolino.
2. Calore (fredde, termali, ipo-iper termali). 2. Bentonite.
3. Presenza di sali inorganici. 3. Montmorrilonite.
4. Presenza di sali organici. 4. Zona di provenienza.

Il fango è definito come “melma ipertermale” o ipertermalizzata, derivata dalla commistione di una componente solida (argilla) con acqua minerale (salso-bromo-iodica) ed usata nella pratica medica come “impacco”.
È stato dimostrato che, perché l’impacco caldo assurga a dignità di composto farmacologico, è necessario un processo definito di “maturazione”, durante la quale il fango si arricchisce progressivamente di sostanze organiche derivanti dal metabolismo della particolare flora microbica che modifica la struttura chimica e chimico-fisica dell’argilla fino a farne “fango maturo” garantendo l’ottimizzazione dell’effetto terapeutico.
La componente liquida, cioè l’acqua ipertermale salso-bromo-iodica, ha un ruolo molto importante nel processo di maturazione, poiché la temperatura ed i costituenti chimici influenzano lo sviluppo della sua tipica microflora.
È quindi impossibile attendersi risultati terapeutici da un fango non maturo o prelevato dalla Zona Termale e poi essiccato e trasportato in paesi lontani, come talvolta è stato tentato di fare.

Ciò che comunemente è chiamato “fango” è una melma d’origine argillosa provvista anche di una parte organica. Esso è utilizzato come impacco e deve avere certe caratteristiche:

1. Mantenere il calore; questa capacità è data dalla componente quarzosa e calcarea (costituiscono la parte sabbiosa) che deve essere pari ad 1/3 dell’insieme.
2. Mantenere la forma; è l’argilla in questo caso a determinare la consistenza dell’impasto: se presente in dosi scarse il fango avrebbe la consistenza di una brodaglia.
3. Trasmettere ioni e sostanze all’epidermide; dipende dal grado di maturazione del fango: per questo sono necessari dai 6 ai 18 mesi di riposo nelle vasche affinché si arricchisca della parte organica. La parte organica è data da numerose alghe (circa venti); prevalgono le Cianoficee e in particolare “spirulina“, “oscillatoria“, etc. Esse arricchiscono il composto di quei fosfolipidi e sulfolipidi, acidi grassi liberi o combinati (oleico, palmitico, stearico etc.) che potendo essere assorbiti dalla pelle apportano beneficio al paziente che si sottoponga a terapia termale.


A sinistra: l’alga spirulina; a destra: l’alga oscillatoria.

La composizione del fango deve essere caratterizzata da: un terzo di quarzo, un terzo d’argilla e un terzo di granelli di sabbia.

Ogni parte è importante e svolge un ruolo ben preciso.

L’Argilla mantiene il composto unito e permette la crescita delle alghe (le quali, lo ricordiamo, arricchiscono il composto quando il fango si trova nelle vasche di maturazione).
La Sabbia e il Quarzo trattengono il calore e lo cedono gradatamente.

Come già ricordato sopra, se il composto dovesse avere poca argilla, avrebbe la consistenza di una brodaglia incapace di prendere forma e di mantenerla; nel caso in cui avesse troppa sabbia, scotterebbe la pelle dei pazienti. Per questi e molti altri motivi gli albergatori, alla chiusura degli impianti, recuperarano dalle vasche di decantazione il fiore del fango e lo rimescolano con quello rimasto nel fondo dei pozzi di maturazione (praticamente solo sabbia) per rigenerarlo e renderlo ben plastico, pronto all’uso nella nuova stagione.

Come nasce un fango

L’argilla e l’acqua vanno scelte attentamente per rispondere a numerosi requisiti di base.

L’argilla va valutata considerando vari fattori:
1. Granulometria: singole particelle inferiori a 100 micron (micron = 1/1000 di mm).
2. Rigonfiamento: la capacità di assorbire sostanze acquose e deve essere 2 – 4 ml/g.
3. Peso specifico: meno di 1 g/ml (cioè più leggero dell’acqua).
4. Umidità residua a 105 °C: non superiore al 10 – 12%.
5. Contenuto Mineralogico:
– smectite cristallina + 60%;
– quarzo almeno il 10%; caolinite almeno il 5%;
– calcite almeno il 5%;
– silicati non cristallini max 10%;
– metalli pesanti assenti o max 20 ppm (ppm = parti per milione).

Con un’argilla simile si produce un fango con caratteristiche d’ottima plasticità, stabilità e pressoché costante stratigrafia.

L’acqua va valutata in base al suo contenuto in ioni caratteristici, differenti da fonte a fonte. Ad esempio, se impiegassimo un’acqua solfato-carbonata, avremmo una predominanza di ione solforico e di ione idrocarbonico. Avendo già notato che l’arricchimento dell’acqua in minerali avviene nel sottosuolo in funzione dei substrati attraversati, ci possiamo rendere conto come alla sorgente avremo un’acqua pur anche pura, ma con tracce di gas, oligoelementi, microrganismi, alghe e residui organici. Va per questo precisato che definire un’acqua “batteriologicamente pura” non significa che sia scevra da flora e fauna pur microscopiche. Semplicemente, tali sostanze non sono patogene per contatto e/o ingestione. Portando a contatto l’argilla e l’acqua, che costituiscono spontaneamente due enormi magazzini di sostanze biochimiche, s’inizia il processo di rigonfiamento: l’argilla s’idrata, si gonfia fino a diventare una massa cremosa, viscosa ed elastica. Questa fase può essere accelerata con mezzi meccanici ma è preferibile lasciare il complesso a “maturare” per almeno sei mesi, meglio se 12 o 18. Trascorso questo tempo, si può personalizzare la formulazione: la base che abbiamo a disposizione ci consente di inserire in modo mirato una gran varietà di sostanze funzionali; il fango-base è pronto ad accogliere e conglobare perfettamente sostanze acquose, gliceriche, oleose, secche, i vari principi funzionali che ci porteranno a risultati dermo-cosmetici e terapeutici efficaci e sicuri.

Conclusione

Dopo aver considerato quanto sopra, non resta che ribadire quanto precisato nella premessa fatta all’inizio: la varietà delle argille è talmente numerosa che risulta impossibile definirle univocamente se non con il termine di silicati che, per la varietà della loro composizione chimico-fisica, costituiscono una gamma molto numerosa. Ancor più numerose sono le combinazioni argilla-acqua con le quali si formano i fanghi.
Se solo avessimo 10 tipi di argille (e sono di pù) e 10 tipi di acque (e anche queste sono maggiori di 10), potremmo ottenere 100 tipi di fango-base diversi tra loro chimicamente, fisicamente e biologicamente. Per non parlare dei possibili fanghi artificiali, vale a dire preparati in laboratorio per mezzo d’argille e acque diverse reperite in natura e con l’aggiunta di additivi chimici appropriati.