Che cosa si intende per “ottiche attive” o “ottiche adattive”?

In effetti
si distinguono due termini: “ottiche attive” ed “ottiche adattive
(non mi risulta che sia usato il termine: adattative).

Nel primo
caso (ottiche attive) si tratta di sistemi ottici (ad esempio lo specchio
primario di un telescopio) montati su supporti “attivi”, cioe’ in grado
di misurare forze e posizioni nei punti di supporto e di modificare la
pressione esercitata dai supporti allo scopo di mantenere ottimale la
forma dell’elemento ottico. Nei telescopi tutto cio’ serve a compensare
le flessioni dovute alla variazione di posizione dello specchio nel corso
dell’inseguimento dell’oggetto celeste. Nei telesopi classici lo specchio
primario e’ supportato solitamente da elementi “passivi” (bilanceri con
contrappesi).

Le ottiche
adattive sono dispositivi ottici in grado di compensare la turbolenza
atmosferica con conseguente miglioramento delle immagini.

In un telescopio
con ottica adattiva lo specchio è più sottile del normale per consentirne
la deformabilità; esso infatti è montato su di un supporto costituito
da attuatori piezoelettrici o elettromagnetici controllati da un computer
che ne modellano la forma ad ogni istante.

Il computer
analizza le caratteristiche dell’onda luminosa che giunge al telescopio,
rileva le irregolarità e invia i comandi necessari agli attuatori per
fare assumere allo specchio la forma desiderata.

Ecco un
prototipo di specchio secondario adattivo dell’Osservatorio
Astrofisico di Arcetri.