Mi e’ giunto un invito via e-mail da parte dell’Istituto di Bremologia Applicata (http://www.piuchepuoi.it/iba). A parte che non sono riuscito a capire cosa significhi “bremologia”, non riesco a capire se sia una cosa seria oppure no. Mi pare si parli di pseudoscienze, eppure hanno una convenzione con l’Universita’ di Padova …

E’ abbastanza difficile capire che cosa sia la “bremologia” considerato che, nello stesso “Manifesto bremologico” che compare sul sito indicato dal lettore, si legge che “la Bremologia è quel suono squisitamente insignificante, privo di qualsiasi autorità che non vuol dire niente”.
La bremologia esiste solo nel sito in questione e appare esclusivamente il frutto della mente del suo autore Valerio Sgalambro. Tutti gli articoli presenti sul sito risultano infatti a sua firma e il recapito dell’Istituto di Bremologia Applicata e il relativo numero di telefono, corrispondono a quelli di Valerio Sgalambro, così come risultano dalle Pagine Bianche.
Valerio Sgalambro viene definito nel suo stesso sito “pedagogista professionale”. Nel sito in questione si legge anche di un master triennale di specializzazione in “pedagogia olistica” gestito dallo stesso Sgalambro. Nel programma del master si apprende che sono previste, tra le altre, le seguenti classi di insegnamento: cromoterapia, cristalloterapia , aromaterapia, fiori di Bach, bioenergetica, Feng Shui e tante altre bizzarre discipline. Ora, dal momento che tali discipline non hanno il minimo fondamento scientifico, si può desumere che anche la “bremologia” sia una tipica disciplina pseudoscientifica. Tali considerazione vengono confermate dalla frasi ad effetto che compaiono nel sito, ad esempio: "La bremologia è la realtà dell’impossibile, non esiste ma possiamo provarci, questa è la sua essenza: far esistere ciò che non esiste, ci apre nuovi orizzonti di crescita interiore”. Quale voglia essere il significato di una simile affermazione francamente non è dato sapere.

In accordo con quanto affermato dal lettore, nel sito si legge, con riferimento all’Istituto di Bremologia Applicata, “Convenzionato con l’Università di Padova per l’effettuazione del tirocinio post-lauream degli Psicologi, in data 30.09.03 e con l’Università di Firenze per l’effettuazione del tirocinio pre-lauream degli studenti in Scienza dell’Educazione, convenzione n. 92/99 dell’ 08.03.1999”.

Ora i casi sono due. O Valerio Sgalambro mente spudoratamente con lo scopo di attribuirsi una dignità scientifica che le discipline da lui pubblicizzate non hanno e non possono avere. Oppure, se la convenzione con i due atenei è autentica, si tratta di un gravissimo episodio. Un’istituzione accademica seria non può avvallare discipline prive di qualsiasi fondamento.
Per accertare se le convenzioni vantate siano reali ho no, ho provveduto a mandare una e-mail alla presidenza della facoltà di psicologia dell’Università di Padova (presidenza.psicologia@unipd.it) e a quella della facoltà di scienze della formazione dell’Università di Firenze (sc_form@unifi.it). Non appena avrò una risposta, sarà mia premura aggiornare questa risposta.

Riportiamo di seguito, dopo averne ricevuta autorizzazione, il carteggio intercorso tra Valerio Sgalambro e Silvano Fuso, circa la scientificità della bremologia. Il lettore è invitato a trarre da se’ le conclusioni.

From: Sgalambro
To: silvanofuso@tin.it
Sent: Tuesday, August 16, 2005 6:38 PM
Subject: Scienza e scientismo

Gentilissimo Silvano

Sono felice che per lei sia "abbastanza difficile capire che cosa sia la Bremologia". Sarei veramente rimasto stupito del fatto che un insegnante possa giungere alla comprensione di un qualcosa che non rientri nel conosciuto.
La funzione dell’insegnante è quella di trasmettere concetti collaudati e confezionati da altri. I ricercatori, al contrario sono coloro che vanno ad esplorare nuovi orizzonti, coloro che si muovono tra il fallibile e l’infallibile e trovano all’interno di questa dicotomia una via di percorribilità.
L’insegnante forse conosce la Didattica quale strumento d’attuazione della PEDAGOGIA, ma, non è tenuto ad occuparsi di Pedagogia.
Sono molto contento nel costatare che: …."La bremologia esiste solo nel sito in questione e appare esclusivamente il frutto della mente del suo autore Valerio Sgalambro"….
Adesso le dovrei chiedere qual’è il confine della mente dell’autore con una mente altra, ma presumo che in questo la chimica non possa dare risposte.
…"Valerio Sgalambro viene definito nel suo stesso sito "pedagogista professionale"….
Immagino che per un’insegnante siano di fondamentale importanza i riconoscimenti degli altri, o per meglio dire delle istituzioni:
Valerio Sgalambro non si definisce in maniera autoreferenziale, ma vi è un albo professionale che ne certifica la sua qualità professionale (ww.FIPED.it), anzi lo stesso fa parte della Consulta Nazionale della Libera Professione Pedagogica.
Al Master in Pedagogia Olistica da lei citato fanno parte non solo lo scrivente ma, altri 29 docenti di caratura Nazionale (vedi profilo professionale dei docenti in allegato) tali docenti vantano dei riconoscimenti accademici e non solo.
…."Ora i casi sono due. O Valerio Sgalambro mente spudoratamente con lo scopo di attribuirsi una dignità scientifica"…..
Come le stavo dicendo prima, a noi non interessa la "dignità scientifica" poiché, in quanto ricercatori, ci muoviamo in una zona di confine: se e quando la scienza avrà modo di riconoscere il nostro operato a noi non interessa affatto. Noi non dipendiamo dal Ministero dell’Istruzione né da altro organo istituzionale, siamo dei liberi ricercatori e tali vogliamo rimanere.
Se la Bremologia rientrasse nel vocabolario della lingua italiana per noi sarebbe un grosso fallimento, significherebbe che non è più Attuale ma, Concettuale.
…."Oppure, se la convenzione con i due atenei è autentica, si tratta di un gravissimo episodio. Un’istituzione accademica seria non può avvallare discipline prive di qualsiasi fondamento"….
Non credo spetti a lei valutare la serietà di un’istituzione Accademica, la sua funzione è quella di trasmettere informazioni in maniera più o meno chiara a giovani studenti.
Il fondamento epistemologico, l’ermeneutica "Bremologica" e la retrospezione Pedagogica non rientrano nelle sue competenze.

ho provveduto a mandare una e-mail alla presidenza della facoltà di psicologia dell’Università di Padova e a quella della facoltà di scienze della formazione dell’Università di Firenze.

Considerando la legge 31 dicembre 1996 n. 675:

Non so se l’Università possa dare risposta ad un estraneo, ma valutando la sua scarsa fiducia nei nostri confronti per una sua maggiore tranquillità, poteva almeno leggere sul nostro sito i diari di bordo dei nostri tirocinanti, sperando che per lei non siano anche questi il frutto della mente del sottoscritto.

Visto che lei si arroga il diritto di valutare cos’è scienza o pseudoscienza, posso chiederle chi le ha avvallato tale incarico e a che titolo?

Volevo inoltre conoscere il suo metodo di valutazione per capire se era scientifico oppure pseudoscientifico.

Se vuole saperne di più su ciò che non è scienza, rimango a sua disposizione al numero 055.291199.

Oppure può partecipare al Mandir che si terrà ad Assisi 8/11 settembre c.a. di cui le allego indirizzo del sito: http://www.shantimandir.org/news/pagina.asp?sezione=news&id=1027

From: Silvano Fuso
To: Sgalambro
Sent: Monday, September 05, 2005 8:07 AM
Subject: Re: Scienza e scientismo

Gentilissimo Valerio Sgalambro,

La ringrazio per l’e-mail. Mi scuso per il ritardo con cui Le rispondo, ma ero fuori sede.

Cerco di replicare ad alcuni punti evidenziati nella sua mail.


>Adesso le dovrei chiedere qual’è il confine della mente dell’autore con

>una mente altra, ma presumo che in questo la chimica non possa dare

>risposte.

Non è questo il punto. Quando ho affermato che "La bremologia esiste solo nel sito in questione e appare esclusivamente il frutto della mente del suo autore Valerio Sgalambro", mi riferivo al fatto che caratteristica di qualsiasi disciplina scientifica è la sua condivisione da parte della comunità dei ricercatori. L’accordo intersoggettivo è indispensabile a qualsiasi affermazione scientifica. Altrimenti non si fa scienza, ma si esprimono solamente opinioni personali, per quanto legittime.

>Come le stavo dicendo prima, a noi non interessa la "dignità

>scientifica" poiché, in quanto ricercatori, ci muoviamo in una zona di

>confine: se e quando la scienza avrà modo di riconoscere il nostro

>operato a noi non interessa affatto. Noi non dipendiamo dal Ministero

>dell’Istruzione né da altro organo istituzionale, siamo dei liberi

>ricercatori e tali vogliamo rimanere.

Non è questione di dignità o di riconoscimenti, ma un problema puramente epistemologico. La differenza tra scienza e opinioni consiste proprio nel fatto che qualsiasi affermazione che ambisca a essere scientifica deve poter essere condivisa da chiunque o attraverso indagini sperimentali o attraverso percorsi logico-matematici. Le opinioni personali, per quanto rispettabili e magari caratterizzate da potenti intuizioni, restano appunto opinioni finché non possono essere condivise dagli altri.

>Non credo spetti a lei valutare la serietà di un’istituzione Accademica,

>la sua funzione è quella di trasmettere informazioni in maniera più o

>meno chiara a giovani studenti.

Anche un’istituzione accademica ha il dovere di trasmettere informazioni dimostrate e condivise dalla comunità scientifica e non opinioni personali dei singoli. Se non lo fa viene meno ai suoi compiti e chiunque ha il dovere-diritto di criticarla.

>Non so se l’Università possa dare risposta ad un estraneo, ma

>valutando la sua scarsa fiducia nei nostri confronti per una sua

>maggiore tranquillità, poteva almeno leggere sul nostro sito i diari di

>bordo dei nostri tirocinanti, sperando che per lei non siano anche

>questi il frutto della mente del sottoscritto.

Mi dimostri Lei che quanto è affermato nel Suo sito corrisponde al vero. Come si dice: l’onere della prova spetta a chi fa l’affermazione.

>Visto che lei si arroga il diritto di valutare cos’è scienza o

>pseudoscienza, posso chiederle chi le ha avvallato tale incarico e a

>che titolo?

Io sono pagato dallo stato, cioè dalla collettività, per insegnare discipline scientifiche. Penso che rientri pienamente nei miei compiti fornire informazioni sulla scientificità o meno di una certa disciplina. Ovviamente non esprimo mie opinioni personali, ma mi limito a illustrare quale sia la posizione della comunità scientifica. Nel momento in cui la comunità scientifica riconoscerà il fondamento della bremologia, sarò ben lieto di cambiare la mia posizione.

>Volevo inoltre conoscere il suo metodo di valutazione per capire se

>era scientifico oppure pseudoscientifico.

Il discorso sarebbe piuttosto lungo. Può fare riferimento al mio libro Realtà o illusione? Scienza, pseudoscienza e paranormale (edizioni Dedalo 1999) e a questi miei articoli:

http://xoomer.virgilio.it/silvanofuso/attendibilita.htm
http://xoomer.virgilio.it/silvanofuso/infallibilita.htm
http://ulisse.sissa.it/bUlb0202002.jsp

Un cordiale saluto.

From: valerio.sgalambro
To: Silvano Fuso
Sent: Sunday, September 25, 2005 10:34 PM
Subject: Scienza e Pedagogia.

Gentilissimo Silvano Fuso,

Mi scuso per il ritardo con cui Le rispondo, ma le nostre attività ci stanno impegnando in modo esagerato.
C’è un sempre più crescente numero di persone che è stanco di essere etichettato da diagnosi futuristiche, trattato come un prodotto deteriorato, come merce da mercato o peggio ancora come carne da macello per affilati bisturi.
Molta gente sta prendendo consapevolezza della propria irriducibile unicità e non è più disposta a rinunciare alla propria sovranità personale a favore di modelli collaudati da altri.
Di recente abbiamo istituito con successo un scuola di formazione triennale per esperti nella relazione di aiuto. Esperti, capace di accogliere l’altro con amore e rispetto della diversità.
Ci rendiamo perfettamente conto che la diversità non potrà mai essere scientifica, ma se non possiamo eliminare la diversità, potremmo riformulare il concetto di scientificità, o forse non occorre visto che la chiesa opera con successo in barba alla scientificità, come dire si è creata un campo di potere in cui non è concesso neppure discutere…
Proverò adesso a rispondere per punti alla sua ultima:

…… mi riferivo al fatto che caratteristica di qualsiasi disciplina scientifica è la sua condivisione da parte della comunità dei ricercatori. L’accordo intersoggettivo è indispensabile a qualsiasi affermazione scientifica. Altrimenti non si fa scienza, ma si esprimono solamente opinioni personali, per quanto legittime.

Prendo atto che la Pedagogia e il suo agire nel mondo è un’opinione personale solamente perchè non scientifica.
Ovviamente anche la religione è un’opinione personale secondo il suo discorso.

Non è questione di dignità o di riconoscimenti, ma un problema puramente epistemologico. La differenza tra scienza e opinioni consiste proprio nel fatto che qualsiasi affermazione che ambisca a essere scientifica deve poter essere condivisa da chiunque o attraverso indagini sperimentali o attraverso percorsi logico-matematici. Le opinioni personali, per quanto rispettabili e magari caratterizzate da potenti intuizioni, restano appunto opinioni finché non possono essere condivise dagli altri.

Infatti questo tentativo accademico di oggettivizzare la psicologia ha condotto al fallimento della stessa :
trasformare il soggetto nell’oggetto della propria ricerca ha fatto perdere di vista il soggetto stesso.
Escludere tutto ciò che non è misurabile ha inaridito e disumanizzato potentemente la psi (anima) co-logia (studio) a tal punto da negare l’anima stessa.

La ricerca condotta dal nostro Istituto mira ad un riapproriarsi di tale elemento:
"riconsiderare e riconoscere l’irriducibile unicità del soggetto".

Anche un’istituzione accademica ha il dovere di trasmettere informazioni dimostrate e condivise dalla comunità scientifica e non opinioni personali dei singoli. Se non lo fa viene meno ai suoi compiti e chiunque ha il dovere-diritto di criticarla.

L’istituzione Accademica come giustamete lei sostiene ha lo scopo di trasmettere informazioni dimostrate e condivise dalla comunità scientifica, ovviamente ci sono dei tempi di ricerca e di studio a volte anche lunghi che ne impediscono la condivisione almeno nella fase iniziale con una più larga fetta della collettività. In questo momento almeno per noi è importante la fase di sperimentazione e comunque non interessa il riconoscimento delle istituzione ci basta il riconoscimento delle tante persone che si rivolgono a noi, in maniera sempre più numerosa e del fatto che trovano risposte.

Le volevo chiedere se lei crede nell’AMORE?
Se si, me ne può dimostrare la scientificità?

Come vede non tutto quello che esiste è misurabile e quindi scientificamente condivisibile, resta il fatto che comunque esiste.
Esiste ma nessuno se ne occupa: L’analfabetismo affettivo le dice qualcosa?

Mi dimostri Lei che quanto è affermato nel Suo sito corrisponde al vero. Come si dice: l’onere della prova spetta a chi fa l’affermazione.

A tal proposito come da lei richiesto per prova del nostro riconoscimeno da parte dell’Università, le invio la relazione conclusiva di tirocinio di una mia tirocinante – Annalisa Sacco – iscritta all’Università degli studi du Firenze.
Tenga conto che si tratta di una giovane studentessa, dalla lettura di questa relazione io sono rimasto profondamente commosso, non credo si tratti di un trattato scientifico, ma di sicuro di un qualcosa di fortemente comunicativo e vitale, comunque reale.


Io sono pagato dallo stato, cioè dalla collettività, per insegnare discipline scientifiche. Penso che rientri pienamente nei miei compiti fornire informazioni sulla scientificità o meno di una certa disciplina. Ovviamente non esprimo mie opinioni personali, ma mi limito a illustrare quale sia la posizione della comunità scientifica. .

Lei e pagato per insegnare chimica, lasci stare la psicologia e le scienze affini agli addetti ai lavori e sopratutto non si occupi di Pedagogia, che appunto, e per fortuna, non è scienza.



RELAZIONE CONCLUSIVA DEL TIROCINIO



Brevissimo Saggio Sulla Pedagogia Olistica



Ho intitolato il mio diario di tirocinio "un anno bremologico" perché l’incontro con la Bremologia non è stato solo un incontro professionale, ma è stato un incontro totale che ha coinvolto tutta la mia vita e, per riprendere un gergo che usiamo spesso parlando di crescita interiore, ha aperto in me nuove finestre sul mondo, sulla vita, sull’amore, e soprattutto sulla parte più intima di me stessa.

La Bremologia non vuole essere nulla, e quindi è tutto, non si può definire e catalogare con un’etichetta perché sarebbe come rinnegarla.

Tutto e nulla. Ciò che è impossibile diventa possibile. Fallibile e Infallibile, così come Sicurezza e Insicurezza sono certo due facce della stessa medaglia, ma possiamo immaginare una medaglia ad un’unica faccia?

Sono la sicurezza e l’insicurezza insieme, due metà della stessa indivisibile mela, che si sostengono una sull’altra a formare un unico concetto: "Olos".

Si avvicendano dicevo, una all’altra in maniera contingente: Oggi, anzi in questo momento, ho la mia certezza, la mia verità, ma devo anche essere consapevole che domani si farà nuova, sarà una certezza più grande, grazie all’esplorazione di spazi di incertezza.

Il lavoro con i gruppi e gli stage che abbiamo fatto sulla dipendenza affettiva e sulla crescita interiore mi hanno trasformato, ho conosciuto i miei limiti, le mie difficoltà ma anche i miei tesori, il potere del mio amore e la mia natura divina.

Un anno bremologico ma anche e soprattutto un anno di Pedagogia: una nuova e insieme antica pedagogia che si nutre del mondo per trasformarlo, una pedagogia che segue la strada dell’amore, dell’esperienza, del contatto con se stessi, con l’altro, con l’aria e con la terra; una pedagogia che pensa veramente al benessere della persona e non a valutarla, un pedagogia che parte realmente dalla persona, da quello che c’è in lei, da quello che porta di sé quando è davanti a noi, una pedagogia che ci aiuta a sentire pesanti le maschere che portiamo quotidianamente, e ci aiuta a liberarcene attraverso l’apertura all’ascolto del nostro corpo, del cuore certo, ma anche della pancia, delle gambe, di piedi, delle mani che hanno moltissime cose da comunicarci e che noi non riusciamo a sentire perché crediamo d’essere solo nella nostra testa, la quale, ovviamente, avendo avuto da parte nostra il potere assoluto rispetto al resto del corpo spesso ci trasmette un’idea falsata di noi e del mondo e ci porta fuori strada, fuori dalla via dell’amore.

Ho incontrato una pedagogia che combatte il giudizio, trappola in cui ci chiudiamo con le nostre stesse forze, ricordandoci che la severità e la spietatezza con cui giudichiamo gli altri, altro non sono che manovre per nascondere la nostra paura di essere giudicati.

E’ una pedagogia che afferma con convinzione che si sta occupando d’etica, di quei valori che devono guidarci e a cui dobbiamo attingere per vivere armoniosamente nel mondo, una pedagogia che può tutto se noi ci crediamo, se siamo convinti di poter cambiare le cose e migliorarle; è una pedagogia della fede quindi, della fiducia, di una viva speranza, una pedagogia che non ha bisogno di misure, di schemi o di rigidi programmi; una pedagogia che si pone degli obbiettivi, certo, ma consapevole che l’obbiettivo raggiunto sarà il prossimo punto di partenza.

Una pedagogia che c’educa all’ascolto degli altri, per quello che sono e non solo: ci aiuta a vedere gli altri quali specchi di noi stessi, di quelle parti nostre a volte scomode, che spesso rimangono in ombra e neghiamo per poi proiettarle fuori.

Grazie a questa pedagogia riesco a considerare ogni singola persona che incontro come un’inestimabile ricchezza per me, anche le più "difficili" a livello di convivenza.

Una pedagogia che ci permette di liberarci dalle nostre dipendenze, anche quelle più subdole e irriconoscibili come la dipendenza affettiva che grazie ad un pericoloso escamotage: proiettare sull’altro la soddisfazione dei propri bisogni, e quindi delle proprie mancanze, ci impedisce d’amare nella sincerità e nella purezza.

Una pedagogia che c’impone di affrontare le nostre paure, altro grande impedimento, insieme ai bisogni, per poter amare e coinvolgere gli altri del nostro amore, che è poi amore di tutti, è quella parte d’amore universale che è distribuita in ognuno e che sta ad ogni singolo uomo rendere azione.

Ogni uomo deve sprigionare i suoi poteri magici. Le religioni cercano di insegnarlo da millenni, ma oggi anche le "scienze" umane non hanno più dubbi che ogni uomo è unico e irripetibile così come unico e meraviglioso è il suo potenziale creativo; una pedagogia che non sente il bisogno di chiamarsi "scienza" per sentirsi al pari delle altre conoscenze, perché già sa di essere di più, perché si occupa dell’anima, pardon, della coscienza, che non si può misurare e tanto meno dimostrare, si può solo amare e guidare verso l’espansione, si può condurre e accompagnare insieme verso la sua più alta essenza.

Tutto questo e molto altro è la PEDAGOGIA OLISTICA.

Tutto questo e molto altro è la MIA Pedagogia.





Annalisa Sacco

annalisacco@hotmail.com

Tutor Didattica Al Master

In Pedagogia Olistica.
From: Silvano Fuso
To: valerio.sgalambro
Sent: Wednesday, September 28, 2005 8:25 PM
Subject: Re: Scienza e Pedagogia.

Gent.mo Valerio Sgalambro,

La ringrazio per l’e-mail.
Prendo volentieri atto che anche da parte Sua viene pienamente confermato quanto da me sostenuto nella mia risposta sul sito Vialattea: la "bremologia" non è una scienza. Mi sembra quindi che su questo punto siamo perfettamente d’accordo.

Riguardo alle "prove" del riconoscimento delle vostre attività da parte delle due università citate nel Suo sito, mi sembra che Lei non le abbia ancora fornite.

Cordiali saluti.

From: valerio.sgalambro
To: Silvano Fuso
Sent: Wednesday, September 28, 2005 9:32 PM
Subject: Re: Scienza e Pedagogia.

Non ci sono dubbi che la bremologia non sia una scienza, si occupa infatti di CO-SCIENZA.

Forse non ci siamo capiti: come prova, secondo lei i diari di tirocinio che sono pubblicati nel sito a cura dei nostri tirocinati universitari cosa sono?

La relazione di tirocinio di una mia tirocinante universitaria di cui ho fornito regolare indirizzo di posta elettronica di casa pensi si tratti?

Anzi per stupirla di più gli invio in allegato copia della nostra richiesta di riconoscimento della nostra scuola formativa al ministero dell’istruzione.

From: Silvano Fuso
To: valerio.sgalambro
Sent: Thursday, September 29, 2005 9:01 PM
Subject: Prove riconoscimento.

Gent.mo Valerio Sgalambro,

mi spiace deluderLa, ma non sono rimasto affatto stupito. La sua richiesta al Ministero non dimostra nulla. Io posso inviare alla Regina Elisabetta una richiesta per essere riconosciuto suo agente segreto speciale, ma questo non dimostra che io sia 007.

Anche i diari dei tirocinanti non provano nulla.

Se vuole convincermi e stupirmi, mi mandi qualche documento rilasciato dalle Università di Padova e Firenze in cui viene riconosciuto il Suo Istituto.

Cordiali saluti.

Fax inviato da Valerio Sgalambro a Silvano Fuso.


 —– Original Message —–
From: "Giorgio F. Signorini" <signo@chim.unifi.it>
To: <silvanofuso@tin.it>
Sent: Thursday, January 18, 2007 3:19 PM
Subject: bremologia e Universita di Firenze

Salve,

mi è capitato di leggere, "Chiedi all’esperto", la pagina relativa
alla Bremologia:

[http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=8264]

Al proposito volevo segnalarti, se ancora non lo sapessi, che da ciò
che si trova in WWW risulta che la Facoltà di Psicologia
dell’Università di Firenze ha negato (febbraio 2006) all’Istituto di
Bremologia Applicata il riconoscimento ad ospitare tirocinanti
post-lauream.  Questa notizia si ricava indirettamente da un parere
del Garante, al quale Valerio Sgalambro ha fatto prontamente ricorso
[http://www.unifi.it/bu/4_2006/bu_4.html]

Buon lavoro,

— GFS

——————————————
 Dr. Giorgio F. SIGNORINI
 Dipartimento di Chimica                tel: +39-055-457-3085
 Universita` di Firenze
 via della Lastruccia, 3                email: signo "at" chim.unifi.it
 I-50019 Sesto F. (Firenze) Italy       http://www.chim.unifi.it/~signo
  My PGP key:  http://srv.chim.unifi.it/~signo/signo.asc
————————————————————————
 

Sent: Wednesday, December 05, 2007 6:26 PM
Subject: Istituto di Bremologia Applicata
 

Gentilissimo Giorgio Signori

A seguito della sua segnalazione in coda alle lettera di Silvano Fuso,

teniamo a precisare che la convenzione con l’Università di Firenze

a cui noi facevamo riferimento riguardava la facoltà di

scienza dell’educazione.

Non abbiamo MAI detto di avere la convenzione per Psicologia.

Per Psicologia invece la convezione è attiva a tutti gli effetti di legge con

Le università di Padova e di Roma.

Con la Università di Firenze dalla quale lei Dipende abbiamo invece

Il Riconoscimento per quanto riguarda gli Stage post lauream,

Tale convenzione essendo stipulata direttamente con L’ateneo

È evidentemente di natura più ampia rispetto la ristretta portata

Della singola facoltà.

 

IL ricorso che abbiamo fatto con il Garante è andato avanti

Fino al l’ispettorato nazionale della funzione Pubblica del

Consiglio dei Ministri.

Per il semplice motivo che il Preside si ostinava a non esprimere

Nessun tipo di parere, dopo due intimazione dell’ispettorato

Per la funzione pubblica, il Sig. Preside ha dovuto per forza

Cedere ed esprimere un suo parere come da noi richiesto.

 

Quello che interessava a noi in fondo era solo che lui

ci dovesse dare un parere, e siamo riusciti nell’intento.

 

Lo abbiamo costretto anche se il parere era negativo,

lui è stato obbligato a esprimerlo contrariamente come

sosteneva lui di poterci ignorarci.

 

Ovviamente quello che per noi conta di più e il parere positivo

Delle Due più prestigiose Università nazionali in ambito psicologico,

piuttosto che il modesto parere di una piccola e giovane facoltà

di psicologia neofita.

 

                  Saluti

 

       Valerio Sgalambro

Le Università di Padova e Firenze saranno ufficialmente interpellate circa le motivazioni che giustificano tali convenzioni. Riteniamo infatti che il denaro pubblico speso per l’Istruzione meriti un impiego molto oculato.