Francis Crick (scomparso di recente) aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita alla ricerca di “unità minime di coscienza”, i cosiddetti “qualia”. Vorrei ulteriori informazioni sull’argomento.




Francis Crick, scomparso il 28 luglio 2004 all’età di 88 anni, è universalmente noto per la scoperta, avvenuta nel 1953, della struttura a doppia elica del DNA, condivisa con James Watson, Maurice Wilkins e Rosalind Franklin.



Francis Crick


Dalla seconda metà degli anni Settanta, fino alla morte, Crick abbandonò la biologia molecolare per dedicarsi “al più grande enigma che la scienza dovesse ancora risolvere”: la natura della coscienza.


Il problema mente-corpo (Mind-Body Problem) è costituito dall’insieme delle problematiche connesse ai rapporti tra il mondo mentale e mondo materiale. Tali problematiche hanno accompagnato l’umanità fin dal momento in cui essa ha cominciato a riflettere su se stessa e sul mondo. Tanto è vero che qualcuno ha affermato che una storia di tali problematiche si intreccerebbe e confonderebbe con l’intera storia della filosofia e della scienza antica e moderna.


Il problema mente-corpo è stato definito un Weltknoten, un “nodo del mondo”, e si capisce perchè. La comprensione della mente e della sua correlazione con il suo substrato materiale, il cervello, è la più grossa sfida che l’uomo si può porre, visto che dalla nostra mente dipende tutto ciò che possiamo sperare di percepire e comprendere in ciò che ci circonda. Inoltre tale problema è diverso da qualsiasi altro in quanto affetto da una ineluttabile circolarità: la mente deve comprendere se stessa.


Ostile a ogni forma di concezione dualistica che consideri la mente e il corpo due entità separate, Crick si dedicò a questo problema da un punto di vista sperimentale, convinto che la natura della coscienza potesse essere interpretata in un’ottica riduzionista a livello anatomico, cellulare e molecolare. In pratica secondo questa concezione la coscienza non è altro che un prodotto del cervello.


Nel campo della cosiddetta “filosofia della mente” da tempo è stata introdotta l’idea dei “qualia” (al singolare “quale”), ovvero gli atomi soggettivi della coscienza. Essi indicano le entità squisitamente private, le esperienze soggettive della nostra vita cosciente. La sensazione del rosso che noi proviamo durante la percezione di una mela rossa è per esempio un “quale”. L’idea dei “qualia” non fu quindi introdotta da Crick. Ciò che Crick intendeva invece fare attraverso le sue ricerche era ricercare un’origine materiale dei “qualia”. Crick effettuò le sue ricerche in questo campo presso il Salk Institute di San Diego, dove si era trasferito nel 1976 dopo aver lasciato Cambridge, in collaborazione con Christof Koch, giovane biofisico di origine tedesca. Crick e Koch si concentrarono su uno specifico aspetto della coscienza: quella visiva. E in particolare presero in considerazione quella dei primati.


Il sunto delle loro pluriennali ricerche è stato pubblicato da Crick e Kock  nell’articolo “A framework for consciousness” apparso sulla prestigiosa rivista Nature Neuroscience nel febbraio 2003 (Volume 6, N. 2 pp. 119 – 126).  


Basandosi su dati relativi alla PET (tomografia a emissione di positroni), studi su pazienti affetti da lesioni cerebrali e altri studi di laboratorio, Crick sostiene che per la consapevolezza visiva, abbiano un’importanza fondamentale le cortecce primarie (ad esempio le cosiddette aree visive V2,V3,V5). Entro le aree corticali sensoriali primarie, giocano poi un ruolo chiave le cellule piramidali dello strato 5 e forse 6. Quindi, almeno per la coscienza visiva, Crick ritiene di aver individuato la sede che origina i “qualia”.


Crick sostiene inoltre  che il cervello sia diviso in una parte (posteriore) che produce informazioni e una parte (anteriore) che le “legge” e che produce quindi la consapevolezza. Questo punto ha suscitato qualche perplessità tra i neuroscienziati. Infatti l’ipotesi di Crick sposta per così dire il problema. Infatti ci si potrebbe chiedere chi, a sua volta, legge e interpreta l’attività della parte anteriore del cervello.


In ogni caso gli studi di Crick rappresentano un significativo contributo nella lunga e difficile strada verso la comprensione della nostra mente.