Nel processo di essiccazione naturale delle foglie, la clorofilla che fine fa?

La clorofilla costituisce per le piante il pigmento necessario per captare la luce indispensabile nel processo fotosintetico.

Non è comunque il solo, ma anzi, nella cellula vegetale sono presenti altri pigmenti (carotenoidi), che assumono una importanza peculiare in ogni momento di vita dell’organismo vegetale, proteggendo, ad esempio, la molecola di clorofilla da processi di foto-ossidazione.

Ora, nel periodo di senescenza della pianta o in condizioni di periodo vegetativo, quando cioè il metabolismo della stessa rallenta come ad esempio nella stagione avversa, la clorofilla non deve più svolgere la sua funzione e degrada in una serie di composti, denominati genericamente feo-pigmenti, di cui ricordiamo la feofitina, derivante da una molecola di clorofilla A, in cui l’atomo di magnesio è stato sostitutito da due atomi di idrogeno.

I feopigmenti sono considerati dei bioindicatori della qualità ambientale e sono utilizzati quindi in diversi processi di biomonitoraggio, anche per la loro capacità di legarsi ai metalli pesanti, di cui sono rivelatori.