L’idea di realizzare memorie olografiche nasce già nei primi
anni sessanta. Solo recentemente però alcune compagnie (IBM, Lucent)
hanno ripreso gli studi per realizzare apparecchiature da immettere sul mercato.
Nella figura (tratta da:
http://computer.howstuffworks.com/)
viene mostrato il principio di funzionamento.
Il sistema utilizza un laser blu/verde ad argon. In fase di
memorizzazione, il fascio del laser viene
diviso in due fasci uguali: uno di riferimento ed il secondo per i dati.
Quest’ultimo viene fatto passare da un modulatore spaziale, ovvero un display
a cristalli liquidi che trasforma l’informazione da memorizzare in una
“pagina” di pixel scuri
o trasparenti (un pixel scuro corrisponde ad un bit a valore “0” ed un pixel
trasparente ad un valore “1”).
Il fascio dei dati che trasporta l’informazione da memorizzare viene fatto
interferire con il fascio di riferimento, generando così un
ologramma che viene “memorizzato” in un cristallo fotosensibile al
niobato di litio.
Il vantaggio di questa tecnica consiste nel fatto che viene utilizzato tutto
il volume del cristallo per la memorizzazione rendendo così possibile
capacità di memorizzazione dell’ordine di 1 TB
(1 terabyte = 1000 gigabyte)1 in un cristallo grande come
una zolletta di
zucchero. Inoltre la disposizione tridimensionale dei dati memorizzati
consente di diminuire i tempi di accesso.
Per la lettura dell’informazione si utilizza lo stesso fascio di riferimento
che illumina il cristallo con lo stesso angolo con cui è stata fatta la
memorizzazione olografica. Il fascio risultante dalla diffrazione del fascio
di riferimento viene inviato ad una camera CCD che ritrasforma l’immagine
generata in dati numerici.
Angoli di incidenza differenti, regolati dal sistema di scansione,
riproducono pagine differenti precedentemente
memorizzate.
Fare una previsione sulla effettiva disponibilità sul mercato di
sistemi di memorizzazione olografici non è semplice. Anche le
compagnie coinvolte sembrano avare di dettagli su questo punto.
In un
articolo dell’Economist del luglio 2003, la tecnologia olografica viene
ancora presentata come campo di ricerca promettente, ma per qualche anno
non ancora
trasferibile alla produzione.
1. La capacità corrisponde qundi a quella di circa 80 DVD.