Desidererei sapere se il CICAP conosce la “medium” Rosemary Altea e se è stata mai criticamente osservata nel suo operare e studiata durante i suoi stati di trance. Complimenti per il vostro nobile servizio. In attesa di una vostra cortese risposta invio distinti saluti.

Ringrazio innanzi tutto il lettore per i complimenti che ci rivolge.

Rosemary Altea è una vecchia conoscenza del CICAP. Da anni il Comitato sfida la sedicente medium inglese a dimostrare le proprie presunte facoltà medianiche sotto controllo. Come è noto vi è in palio il famoso premio da un milione di dollari della James Randi Educational Foundation. La Altea ha sempre rifiutato di sottoporsi a ogni controllo dicendo di non essere interessata al milione di dollari. Questa è una scusa quantomeno insolita. La sig.ra Altea non sembra infatti disprezzare molto il denaro, visto il consistente business legato alle sue attività. Inoltre, come Le abbiamo più volte suggerito, Lei che dice di voler semplicemente aiutare gli altri, potrebbe utilizzare il milione di dollari per scopi benefici. Ciò nonostante i suoi rifiuti sono sempre stati categorici.

Per quanto riguarda il suo modo di operare, occorre innanzi tutto precisare che la Altea non cade affatto in trance: è costantemente ben lucida e cosciente. Se si analizzano le sue esibizioni, inoltre, appaiono evidenti le tecniche che lei utilizza per far credere al pubblico di entrare in contatto con l’aldilà. Essenzialmente si tratta di due tecniche chiamate “fishing” e “cold reading”. Il fishing (letteralmente “andare a pesca”) consiste nel fare un’affermazione di prova e studiare le reazioni del pubblico. In pratica la medium getta una sorta di esca e aspetta che qualcuno abbocchi (per esempio di fronte a una platea può esordire dicendo di vedere lo spirito di un bambino. Statisticamente è piuttosto probabile che qualcuno del pubblico che va ad assistere ai suoi spettacoli abbia perso un bambino in tenera età e intervenga dicendo: “Potrebbe essere mio figlio”, o mio nipote o quant’altro). A questo punto interviene la “cold reading” (che potremmo tradurre come “lettura a freddo”). La medium analizza le reazioni del pubblico (attraverso l’osservazione di espressioni del volto, nervosismi lasciati trapelare, ecc.) di fronte alla proprie affermazioni e in base a ciò corregge eventualmente in tiro. Un’analisi dettagliata delle strategie usate dalla Altea può essere letta nel seguente articolo dello psicologo americano Ray Hyman: www.cicap.org/articoli/at100030.htm

Nel 2002, in occasione di una tournée in Italia per promuovere il suo ultimo libro “I segreti dell’anima”, la Altea non è stata molto fortunata. Io stesso ho avuto occasione di vederla all’opera e di incontrarla personalmente nel suo camerino. Quello che segue è un breve resoconto.

Il giorno 17 novembre 2002 la Altea ha tenuto un suo convegno a Milano. Il pubblico partecipante e pagante (costo del biglietto 170 euro più 15 euro per l’acquisto del libro) è rimasto piuttosto deluso poiché la signora Altea, più che comunicare con i cari defunti dei presenti, ha soprattutto pubblicizzato la sua fatica editoriale.
Il giorno 19 novembre la Altea è stata per l’ennesima volta ospite del “Maurizio Costanzo Show”. Qui ha dovuto faticosamente difendersi dagli attacchi della brava giornalista Emanuela Falcetti che cercava di smascherare le tecniche, per nulla paranormali, da lei usate. Come se non bastasse, all’uscita dei Parioli, ha dovuto subire l’assalto delle “Iene” con uno scatenato Enrico Lucci che le riproponeva il suo significativo “Ma si rende conto!”.

La sera del 22 novembre 2002 Rosemary Altea ha fatto tappa al Palasport di Alassio (SV). Di fronte a quasi duemila persone venute da ogni parte d’Italia e persino dall’estero, la sedicente medium si e’ esibita nelle sue solite performances, cui ho potuto assistere di persona.
A fare gli onori di casa erano presenti il Sindaco e l’assessore alla cultura che hanno dato grande risalto all’evento presentando la Altea come una grande personalità. Addirittura alla Altea è stata fatta firmare una mattonella che verrà affissa nel celebre “muretto” della cittadina rivierasca, accanto alle firme di altre celebrità internazionali.
La Altea inizia finalmente il suo show. Come un pescatore, getta la sua lenza e aspetta che qualcuno abbocchi. E inevitabilmente questo accade. In un pubblico così numeroso vi è necessariamente qualcuno che crede di riconoscere nelle vaghe e generiche descrizioni della Altea un proprio caro defunto. A questo punto la Altea affina la mira, aggiungendo qualche particolare e correggendo progressivamente il tiro studiando le reazioni dell’interlocutore. Tuttavia, durante la lunga e mortalmente (è il caso di dirlo) noiosa esibizione della sedicente medium inglese, non sono mancate le clamorose cantonate. A un certo punto, ad esempio, ha detto di vedere un giovane di 22 anni deceduto in un incidente d’auto. Qualcuno alza la mano e dice di aver perso una persona cara che corrisponde alla descrizione. Tuttavia la Altea imprudentemente afferma che il giovane che vede ha i capelli scuri. Una delle ragazze che aveva alzato la mano risponde categoricamente di no. La Altea incassa la smentita e, senza fare una grinza, ricerca allora qualcun altro che abbia perduto un giovane congiunto che avesse i capelli scuri. Affidandosi poi alle meno rischiose banalità lapalissiane la Altea afferma di vedere un’auto che va a sbattere contro qualcosa e delle lamiere che si accartocciano. Ci vuole davvero l’intervento del suo spirito guida “Aquila grigia” per avere simili illuminazioni!
In un’altra occasione, avvicinandosi a una signora, dice di vedere una persona piccola di statura. La signora scoppia in lacrime. La Altea, per consolarla, le comunica che la sua mamma le è molto vicina. Peccato che la signora stesse piangendo non per la perdita della madre, bensì per quella di una giovane figlia down.

Nonostante le cantonate la medium prosegue imperterrita il suo cinico show. Dopo aver fatto di tutto per portare alle lacrime una povera ragazzina che aveva perduto il suo fidanzato, la sig.ra Altea con aria contrita si è scusata affermando che non voleva assolutamente farla piangere. Uno spettacolo degno della peggiore TV spazzatura. Ma si sa: le lacrime fanno audience. A proposito di televisione, la sig.ra Altea mostra di aver imparato benissimo i meccanismi che regolano il mezzo mediatico. Mezzo mediatico al quale tra l’altro deve la sua grande popolarità. Da abile attrice sfrutta a proprio vantaggio il suo indubbio fascino di distinta signora inglese, studiando nei dettagli ogni suo atteggiamento: dalla battutina umoristica alla pausa pensierosa, dalle espressioni di circostanza alla lentezza del suo incedere e del suo parlare (a suo dire suggeritale dallo stesso “Aquila grigia”). Ma se volete vedere scomparire improvvisamente dalla sig.ra Altea la sua flemma inglese, vi è un sistema infallibile: nominate il CICAP. Come ha dimostrato nei camerini alla fine della sua performance, la signora Altea non sopporta tale parola. Udendola si è mostrata immediatamente nervosa, ha improvvisamente abbandonato la sua grazia e la sua affabilità e ha immediatamente interrotto ogni ulteriore conversazione con il sottoscritto. Il motivo? Semplice: il CICAP non si accontenta di chiacchiere, ma vuole prove concrete. Evidentemente però gli spiriti della sig.ra Altea non vogliono fornirle. Per loro è molto più facile e redditizio continuare a comunicare banalità e a straziare cuori già lacerati dal dolore.

Quello che lascia più perplessi di fronte a uno spettacolo come quello svoltosi al Palalassio è apprendere che il Comune ha dato un contributo determinante all’organizzazione dell’evento. Che esistano ciarlatani è purtroppo un dato di fatto e solo una corretta informazione può prevenire che gente psicologicamente debole caschi vittima di individui privi di scrupolo. È quindi estremamente grave che certe istituzioni, come il Comune di Alassio, si facciano complici o addirittura promotori di simili personaggi. Un assessorato alla cultura dovrebbe promuovere la cultura, non la ciarlataneria. Attraverso eventi come quello che ha visto protagonista la Altea, anziché educare i cittadini, si diffonde l’irrazionalità, la superstizione e la creduloneria.