Dal punto di vista generale l’architettura di un Macintosh non ha grandi
differenze con l’architettura di un comune PC. Gli attuali Macintosh
utilizzano CPU della famiglia PowerPC (in passato utilizzavano
processori Motorola della famiglia 68000),
mentre i PC sono basati su
processori INTEL1
(ed i loro cloni AMD). Le due famiglie di processori sono
assai diverse per quanto riguarda i dettagli dell’architettura interna,
ma sono ampiamente paragonabili per quanto riguarda le funzioni
e le prestazioni, soprattutto se si tiene conto del fatto che un
sistema di elaborazione completo è costituito da un gran numero di
componenti (memoria, scheda grafica, hard disk, ecc.) e che questi
componenti sono
in molti casi identici nei due sistemi che stiamo confrontando.
Infine non dimentichiamo che ciò che “appare” all’utilizzatore è un
insieme di hardware e software e che sicuramente le caratteristiche del
sistema operativo contribuiscono in larghissima misura a determinare il
successo di un particolare prodotto.
Le ragioni del permanere di una nicchia di applicazioni per le quali
i sistemi Macintosh sembrano essere ancora oggi preferiti
sono da ricercare nella storia dell’evoluzione dei computer personali.
È un fatto ampiamente noto che i sistemi Macintosh sono stati
i primi a rendere disponibili sul mercato funzionalità grafiche
assolutamente di avanguardia rispetto alla concorrenza. Il personal
computer così come lo conosciamo oggi: con il mouse, le icone
grafiche a rappresentare dati ed applicazioni, ecc., è stato
disponibile con i sistemi Macintosh quando ancora le piattaforme INTEL
erano basate su comandi DOS impartiti da tastiera e disponevano di pochissime
applicazioni decisamente rudimentali. Gran parte delle funzionalità
che oggi sono date per scontate (le applicazioni
WYSIWYG2, la condivisione
di risorse in rete locale,
ecc.) sono state introdotte con i sistemi Mac3
e sono state rese disponibili
su sistemi INTEL solo a partire dall’introduzione di Windows 95 (le precedenti
versioni di Windows erano assolutamente non concorrenziali per funzionalità e prestazioni).
Gli utilizzatori che richiedevano necessariamente capacità
grafiche di punta si sono quindi orientati fin dall’inizio su
sistemi Macintosh che erano gli unici che possedevano tali caratteristiche
e questo spiega probabilmente come presso questa fascia di utenti
si verifichi tuttora la maggior diffusione di questi sistemi.
È poi abbastanza ovvio che la ditta produttrice abbia nel tempo
operato scelte che le consentissero di rimanere concorrenziale nella
fascia di utilizzazioni in cui si era affermata.
Nota 1: I PC più diffusi sono anche basati
sui sistemi operativi Windows di varie generazioni e vengono per questo
chiamati
“Wintel”, dall’unione e contrazione delle parole Windows/INTEL.
Nota 2: Il termine WYSIWYG forse richiede
una spiegazione dato che non è usato più così
frequentemente. La sigla sta per “What you see is what you get”,
tradotta significa: “vedi subito ciò che otterrai” ed
indica quelle applicazioni (elaboratori di testi, fogli di calcolo,
ecc.) in cui sullo schermo è immediatamente visibile l’effetto
che si vuole ottenere (ad esempio quando, selezionando l’opzione “grassetto”
o “corsivo” di una parola, immediatamente la parola sullo schermo
viene mostrata con caratteri adeguati). Questo è normale nelle
applicazioni oggi comunemente usate, ma non lo era affatto nei primi
computer personali.
Nota 3: Anche altri sistemi basati sulla grafica X11 e fortemente
orientati all’uso in rete locale sono stati immessi
sul mercato prima dei PC “Wintel”, ma per costo e funzioni erano indirizzati
al mercato industriale e scientifico piuttosto che all’uso personale.