Come funziona la comunicazione attraverso la rete di distribuzione dell’energia elettrica (power line communication)?. Per trasportare informazione è necessario modulare una grandezza fisica. Nella rete elettrica, però, è impossibile modulare l’ampiezza ne la frequenza. Cosa si modula allora?

È vero che l’ampiezza e la frequenza del “segnale” che esce dalla
presa di corrente non possono essere modificate: sono rispettivamente
fissate a 220 V efficaci e 50 Hz.

Però è possibile sovrapporre alla corrente elettrica del
sistema di distribuzione un segnale portante
a frequenza molto più alta, che
poi può essere facilmente separato; è questa portante che può essere modulata e che trasporta l’informazione.
In questo modo la corrente del sistema
di distribuzione ed il segnale dati condividono il mezzo trasmissivo (la rete
di distribuzione elettrica) esattamente come due stazioni radio diverse
condividono lo stesso spazio.

Nello schema della figura seguente viene mostrato il principio descritto:

Il circuito di trasporto della corrente elettrica rimane inalterato:

dalla centrale C, attraverso una cabina di trasformazione T
fino all’utilizzazione domestica.

Il segnale per il trasporto di dati generato da un apposito Modem
viene inserito (ed estratto) mediante un filtro F sull’ultimo tratto
della rete di distribuzione e viene estratto (o inserito) mediante
un analogo filtro all’ingresso dell’impianto domestico
di distribuzione elettrica.
Un secondo Modem a valle del filtro
provvede alla conversione del segnale in dati (e viceversa).

I segnali utilizzati come portanti sulle reti elettriche hanno
frequenze
variabili fra 1.5 MHz e 30 MHz.

Nella pratica non c’è alcun bisogno di usare altri filtri per impedire
che il segnale per il trasporto dati raggiunga gli elettrodomestici o il
trasformatore nella cabina elettrica,
perchè questi ultimi presentano intrinsecamente un’alta impedenza
a segnali di questo tipo.