Tutte le anomalie di propagazione provocano distorsioni e/o attenuazione sul segnale radio. Le distorsioni sono provocate da alterazioni della risposta del canale a radiofrequenza che si sta utilizzando, causate appunto da cammini multipli e affievolimenti.
La mia risposta si riferisce alla ricezione di segnali televisivi analogici con distanze dalla trasmittente da un minimo d’alcune centinaia di km. Le dimensioni dell’area d’utenza, la potenza trasmessa e l’angolo d’irradiazione dell’antenna di una rete di distribuzione televisiva in banda UHF, sono tali che il segnale ricevuto sul lato utente risente minimamente delle condizioni climatiche. Ed è per questo che all’impianto centralizzato è richiesta la sola trasparenza al transito dei segnali televisivi (spesso non lo è affatto). Esso è progettato per ottenere, sui canali RF, risposte ampiezza verso frequenza costanti in modo da non provocare distorsioni visibili sull’immagine televisiva analogica. Invece, come scrissi: il degrado dell’immagine sui segnali televisivi digitali non è percettibile. La visione ha sempre la stessa qualità fino a, quando la distorsione sul segnale non supera un valore tollerato oltre il quale l’utente non vede più nulla. Il risultato è come se il segnale non fosse trasmesso, non esistesse. Per il transito del segnale televisivo digitale è richiesta all’impianto centralizzato una maggior trasparenza come la massima linearità nella risposta fase verso frequenza (ritardo di gruppo costante nella banda del canale RF). In pratica l‘impianto centralizzato non deve far peggiorare il tasso d’errore sui bit del canale ricevuto, rispetto a un impianto sulla stessa location a singolo utente (solo antenna passiva).
Per come è stato concepito l’impianto centralizzato non può far nulla alle variazioni dei segnali causate da anomalie di propagazione troposferica.
Gianfranco Verbana