E’ possibile sciogliere la paraffina in un solvente a temperatura ambiente? Grazie alessandro

Con il termine Paraffina si intende generalmente quella microcristallina: una miscela di idrocarburi a catena lunga (C>20), per la massima parte Alcani.

E’ un derivato del petrolio, precisamente dalle frazioni più viscose degli oli lubrificanti o dai fondi dei serbatoi di stoccaggio del greggio. Può essere indicata anche come Ceresina di petrolio. La microcristallina si presenta come una massa cerosa e biancastra. CAS 92045-76-6 ed EINECS 295-458-3.

E’ stata prodotta per la prima volta in Germania nel 1830 dal chimico ed industriale Von Reichenbach.

Anticamente la preparazione era effettuata per raffreddamento degli oli in benzina pesante, attualmente viene prodotta per cristallizzazione diretta e filtrazione con solventi selettivi

Le paraffine clorurate (che possono essere anche semisolide o liquide) sono invece prodotte da frazioni di petrolio ad alto contenuto di alcani mediante clorurazione. Nei paesi anglosassoni viene prodotta anche direttamente dall’Eicosano (C20H42).

La paraffina microcristallina è poco solubile in solventi polari (acqua, etanolo, metanolo, dimetilformammide, ecc.) ed aumenta la sua solubilità via via che il solvente diventa più apolare, sul principio mai messo in discussione "Similia similibus solvuntur" (Il simile scioglie il simile). Solventi adatti per sciogliere la paraffina sono quindi:

Cloroformio p.e. 61,2 °C

Tetracloruro di Carbonio  p.e. 76,7 (attenzione Mutageno e Cancerogeno)

Benzene p.e. 80,1°C

Toluene p.e. 110,6°C

Xilene  p.e. 139,0°C

Essenza di Trementina artificiale (acqua ragia) p.e. 50°C circa

Il solvente più adatto, da un punto di vista di condizioni termiche e sicurezza d’uso, è sicuramente l’essenza di trementina o un altro solvente alifatico apolare.

Essendo una miscela di idrocarburi, avremo varie paraffine a diversi punti di fusione; la solubilità diminuisce con l’aumento del punto di fusione delle varie paraffine

Le cloroparaffine invece sono insolubili in solventi acquosi negli alcoli inferiori e quelle ad alto grado di clorurazione, negli eteri. Sono invece solubili in idrocarburi alifatici e aromatici e nei solventi clorurati, oltre che (quelle ad alto grado di clorurazione) nei terpeni e nei chetoni. Si mescolano facilmente o sono solubili negli oli minerali.

Un solvente adatto per le cloroparaffine è il Diclorometano con p.e. 39,8°C

 

Bibliografia:

 

Dizionario di merceologia e chimica applicata – Villavecchia/Eigenmann – Hoepli

Chimica Organica – Morrison/Boyd – Casa editrice ambrosiana