Salve, Cicap! Nel ’98 Report trasmise un’intervista a pier Luigi Ighina in cui grazie a un marchingegno sembrava riuscire a spostare le nubi mutando le condizioni climatiche. Cosa non quadra nelle strane teorie di Ighina e le sue insinuazioni vittimistiche?

 

 Pierluigi Ighina 

Mi permetto di rispondere alla domanda del lettore riportando per esteso un paragrafo del mio libro Pinocchio e la scienza. Come difendersi da false credenze e bufale scientifiche (Edizioni Dedalo, Bari 2006), intitolato "Le bizzarre invenzioni di Pierluigi Ighina":
 
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Le bizzarre invenzioni di Pierluigi Ighina
 
Pierluigi Ighina, nato a Milano il 23 giugno 1908 e morto a Imola l’8 gennaio 2004, è stato uno strano personaggio: quando era oramai un simpatico e arzillo vecchietto era assolutamente convinto di aver compiuto straordinarie scoperte destinate a rivoluzionare la scienza. Ha pubblicato anche un libro dal titolo L’atomo magnetico. Studi, teorie, progetti e applicazioni di grandi scoperte scientifiche (edizioni Atlantide 1999) in cui illustra le sue bizzarre teorie. Prima di morire ha avuto un suo momento di celebrità poiché la trasmissione televisiva Report di Raitre gli dedicò un servizio nella  puntata dal titolo “Idee, invenzioni e brevetti”, trasmessa il 5 novembre del 1998[1]. All’epoca della trasmissione Ighina aveva quindi la veneranda età di 90 anni.
 
Tra le presunte invenzioni attribuite a Ighina, ricordiamo le seguenti:
 
-la valvola anti-terremoti;
-la macchina per l’equilibratura del ritmo solare e terrestre;
-il microscopio in grado di visualizzare un singolo atomo;
-l’elica nubifugatrice/nubiaddensatrice;
-il monopolo magnetico.
 
Chi lo ha conosciuto personalmente ha provato nei suoi confronti una profonda tenerezza. A differenza di molti altri pseudoscienziati, Ighina è sempre stato un uomo mite, rispettoso, per nulla invadente e privo di manie di persecuzione o di protagonismo. Ighina era completamente convinto, in totale buona fede, della validità delle sue ricerche e delle sue presunte scoperte. Tuttavia, dal punto di vista scientifico, quanto da lui sostenuto è assolutamente privo di ogni fondamento. Non esiste neppure alcuna prova che sia stato realmente collaboratore di Marconi (come è stato espressamente detto nella puntata di Report e come lui stesso amava affermare). Ighina aveva un vero e proprio culto di Marconi e nel suo laboratorio conservava una sua immaginetta votiva a mo’ di altarino.
Per avere un’idea di cosa fosse il suo laboratorio, riporto la descrizione dell’amica Lisa Maccari che ebbe occasione di far visita al simpatico ed estroso vecchietto:
 
Il suo laboratorio è identico a un parco giochi per bambini, con tanto di cabine in cui ti infili dentro e ruoti un volante come se guidassi l’astronave, fra lucine colorate che si accendono e si spengono. In mezzo al caos indescrivibile si stagliano macchine dai nomi (scritti in letterine dorate adesive appiccicate sopra, come quelle dei pacchetti di Natale dei bambini) del tipo: compositore e disintegratore del ritmo magnetico solare, fuoco eternamente vivo e simili, attorniate da pannelli e quadri coperti di improbabili disegni fantascientifici, sovrapposti a madonne con bambino, sacro Cuore di Gesù, ninfe New Age e “ufini” svolazzanti.
 
L’invenzione più nota di Ighina, di cui si parlò nella puntata di Report, è il dispositivo antinuvole (l’elica nubifugatrice/nubiaddensatrice). Nella puntata di Report venne mostrata l’elica in funzione e il risultato fu nettamente positivo. Come commentò la voce fuori campo dell’autore:
 
Dopo appena mezzora il cielo sopra all’elica di Ighina è ormai completamene aperto, letteralmente spaccato in due. Sarà un caso? Chi lo sa? Sta di fatto che tutti quelli che sono venuti qui hanno sempre visto la stessa cosa: le nuvole che si aprono.
 
Non so dire se si è trattato di una trovata sensazionalistica televisiva o di un caso, come non è escluso dallo stesso autore del programma. Sta di fatto che non esiste alcuna prova che la macchina di Ighina abbia realmente funzionato e i principi su cui si basa non hanno il minimo senso scientifico. Esistono inoltre altri testimoni che non videro alcun effetto sulle condizioni atmosferiche anche dopo molte ore di funzionamento della macchina.
Ighina ottenne una certa popolarità, anche all’interno di alcune comunità scientifiche, semplicemente perché era un buon uomo. Un innocuo visionario che ispirava tenerezza e non certo irritazione in chi lo incontrava. Per questo motivo alcuni ricercatori lo conoscevano e tolleravano con simpatia le sue stranezze. Questo ovviamente non significa affatto che avvallassero le sue strambe teorie come qualcuno vuol fare tuttora credere.
 
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[1] Il testo integrale della puntata è disponibile a questo indirizzo Internet: www.report.rai.it.