Vorrei conoscere le principali differenze tra conifere e latifoglie. Grazie

Poco dopo la conquista delle terre emerse, le piante si suddivisero in Briofite, o piante terrestri non vascolari (in quanto ancora prive di veri tessuti conduttori), che comprendono i muschi, le epatiche e le antocerote; e Tracheofite, o piante vascolari (in quanto sono dotate di tessuti conduttori e contengono 2 tipi di vasi: lo "xilema", vasi adibiti al trasporto di acqua e sali minerali dalle radici alle foglie e il "floema", vasi adibiti al trasporto della linfa dalle foglie a tutti gli organi della pianta), che comprendono tutte le piante superiori.

Alle Tracheofite appartengono:

1. Pteridofite: piante prive di semi come lo sono ad esempio le felci;

 

 

2. Spermatofite: piante caratterizzate dalla presenza del seme. Il seme è l’organo di trasmissione nel tempo e nello spazio di una nuova pianta in forma embrionale. Un tipico seme è costituito da il tegumento, un involucro esterno coriaceo; da una pianta in forma embrionale costituita da 1 o 2 foglie (cotiledoni), un fusticino ed una radichetta e da un tessuto di riserva detto endosperma. 

 

Semi di spermatofite www.lookfordiagnosis.com/mesh_info.php?term=gimnosperme&lang=5

Le Spermatofite si suddividono a loro volta in Gimnosperme ed Angiosperme.

Le Gimnosperme sono le piante vascolari a seme nudo (le più diffuse sono: pini, abeti, sequoie, larici, cipressi etc). Sono arboree, legnose e grandi e ad esse appartengono appunto le “conifere”, piante sempreverdi, diffuse soprattutto nelle zone temperate ed in quelle fredde.

Gli strobili o coni, sono le strutture che producono gli elementi della serie maschile e quelli della serie femminile e possono essere presenti sulla stessa pianta (specie monoica) o su piante diverse (specie dioica).
I coni maschili sono formati da squame dette “microsporofilli”, cioè foglie particolari che portano le sacche polliniche, che sono disposte a spirale su di un asse centarle più o meno rigido. Le sacche polliniche si trovano sempre sulla parte inferiore dei microsporofilli e da esse come ben sappiamo la meiosi a partire dalla cellula madre diploide (2N) si formano le 4 microspore o “granuli pollinici” (1N).

I coni femminili sono costituiti da squame dette “macrosporofilli”avvolte a spirale attorno ad un asse centrale. Gli ovuli son portati sul lato superiore di esse. Sul lato inferiore di ciascuna squama si trova una brattea (squama copritrice), che serve a proteggere gli ovuli dalla squama sottostante.

La fecondazione avviene in questo modo: il polline viene rilasciato e portato dal vento verso i coni femminili. L’ovulo rimane attaccato e nutrito dalla pianta madre fino a quando non si è trasformato in seme ed è maturato. Lo zigote risultante poi si sviluppa in un embrione, che insieme al tegumento circostante diviene un seme. La maturazione del seme è contemporanea alla trasformazione dello strobilo femminile in un corpo più voluminoso detto “pigna”. La liberazione dei semi avviene per divaricazione delle squame, cosicchè di solito la pigna cade a terra.

Le Angiosperme sono le piante vascolari a seme rivestito e comprendono le piante comunemente chiamate “latifoglie”, a causa della forma espansa che hanno generalmente le loro foglie in contrapposizione aquelle aghiformi delle Gimnosperme. Le latifoglie possono essere piante erbacee o legnose, arbustive od arboree, a foglie persistenti o caduche e si dividono in monocotiledoni (nell’embrione vi è un solo cotiledone e vi è adagiato sopra) e dicotiledoni (vi sono due cotiledoni e l’embrione si trova nel mezzo).

Sono le piante più evolute e si distinguono dalle gimnosperme, in quanto hanno il seme racchiuso e protetto dentro il frutto.

La riproduzione delle angiosperme avviene per via sessuata attraverso gli organi riproduttivi contenuti nel fiore. Quest’organo, dotato sia degli organi maschili sia di quelli femminili (nelle piante ermafrodite), assicura sia la protezione degli ovuli entro un involucro chiuso (ovario), sia la fecondazione interna, che si verifica per mezzo degli agenti impollinatori. Questi ultimi (vento, insetti e altri animali) trasportano il polline dagli stami al pistillo, favorendo il raggiungimento dell’ovulo all’interno dell’ovario. Inoltre, lo sviluppo di un frutto intorno all’ovulo fecondato (seme) incrementa la diffusione della specie: esso attira gli animali che, cibandosene, disperdono i semi per un ampio raggio.

Gli organi maschili, detti stami, consistono di un peduncolo sovrastato dalle antere. L’organo femminile, detto pistillo, è composto dallo stigma, una struttura dalla superficie appiccicosa, che trattiene il polline; dall’ovario, che contiene l’ovulo con il sacco embrionale ed i gameti femminili; e dallo stilo, un tubicino che collega lo stigma all’ovario. Il polline si forma nelle antere e quando è maturo viene liberato. Ogni granulo pollinico contiene due gameti maschili. Nel caso dell’autoimpollinazione il polline si deposita sullo stigma del fiore stesso, mentre nel caso della fecondazione incrociata, che interessa la maggior parte delle piante, il polline viene trasportato fino a un altro fiore dal vento, dall’acqua, dagli insetti o da altri animali. A impollinazione avvenuta, il granulo pollinico sviluppa un tubicino (tubetto pollinico) che cresce all’interno dello stilo e che trasporta i due gameti maschili (nuclei spermatici): uno di questi, giunto all’interno del sacco embrionale dell’ovulo, feconda la cellula uovo che quindi si trasforma in seme. Il secondo si unisce invece ad altre due cellule del sacco embrionale, dette nuclei polari, formando una cellula triploide da cui si sviluppa l’endosperma, un tessuto del seme con funzioni nutritive. L’ovario quindi si ingrossa e si trasforma in frutto.

 

Possiamo concludere dunque che le differenze tra conifere e latifoglie sono molto evidenti e le più importanti sono:

  1. la caratteristica che, più di ogni altra, contraddistingue le gimnosperme dalle angiosperme è la libera accessibilità degli ovuli: gli ovuli, infatti, sono inseriti su squame ovulari aperte e quindi in contatto diretto con l´ambiente esterno;
  2. le angiosperme comprendono, oltre a molte specie legnose o arbustive, anche moltissime specie erbacee (assenti nelle gimnosperme);
  3. i cotiledoni sono, di regola, numerosi nelle gimnosperme e in numero ridotto nelle angiosperme (uno nelle monocotiledoni e due nelle dicotiledoni);
  4. le foglie, infine, sono generalmente piccole e sottili nelle gimnosperme (foglie aghiformi o squamiformi), mentre nelle angiosperme sono più o meno grandi e, in genere, a lamina espansa con nervature reticolate o parallele.

    

Conifera e latifoglia