Spesso viene chiesto se ci sono prove tangibili dell’allunaggio degli americani. Ho sentito parlare che durante una delle innumerevoli missioni furono lasciati degli specchi che servono per far rimbalzare una luce laser inviata dalla terra e poter così misurare la distanza Terra luna: ci sono prove documentate di tutto ciò?

Alla distanza di 30 metri dalla famosa impronta di Neil Armstrong si trova un pannello delle dimensioni di circa 65 cm, composto di 100 piccoli specchi che puntano verso la Terra. E’ il cosiddetto “Lunar Laser Ranging Retroreflector Array” e fu lasciato dagli astronauti dell’Apollo 11, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 21 Luglio 1969, un’ora prima del termine della loro ultima passeggiata lunare: a quasi quarant’anni di distanza è l’unico esperimento scientifico delle missioni Apollo ad essere ancora operante.

Fig. 1: i retroriflessori laser lasciati dall’Apollo 11…

 

Fig. 2: … e quelli lasciati dall’Apollo 14

Il professor Carrol Alley dell’Università del Maryland fu la persona principalmente coinvolta negli anni delle missioni Apollo ed è tuttora impegnato nel suo sviluppo. “usiamo gli specchi per “colpire” la Luna con impulsi laser e così misuriamo la distanza Terra-Luna con grande precisione. E’ un modo meraviglioso per conoscere l’orbita lunare e per testare la teoria della gravità”. Questo è quello che il professore da anni spiega a tutti i visitatori, ma tra questi non vi è mai stato uno dei cosiddetti “complottisti”.
Come funzione l’esperimento? In pratica,  un telescopio terrestre invia molti impulsi al secondo, tramite un fascio laser, verso la Luna. Causa l’impossibilità per leggi fisiche di trasmettere fasci ottici come se fossero raggi paralleli (cioè a divergenza zero), la divergenza minima fa si che alla distanza di 384000 Km venga proiettato un diametro di luce di dimensioni simili ad un campo di squash. All’interno di questo si trova l’insieme dei piccoli specchi e solo una frazione della potenza ricevuta sul terreno lunare viene rifelessa da questi; la particolare morfologia di tali strumenti, denominata "specchio cubico"*, rinvia l’impulso in via retta, verso il punto di origine, cioè il telescopio terrestre.

 

Fig. 3: il principio dello specchio cubico, in grado di riflettere un raggio nella direzione da cui è giunto. (Figura tratta da http://en.wikipedia.org/wiki/Corner_reflector)

Questo è ciò che viene fatto da quasi quarant’anni dal punto di osservazione chiave: l’Osservatorio Mc Donald in Texas, dove il suo telescopio da 0,7 metri “colpisce” con regolarità gli specchi riflettori lasciati nel Mare della Tranquillità (Apollo 11), a Fra Mauro (Apollo 14) e a Hadley Rille (Apollo 15); Qualche volta il fascio laser viene inviato anche verso il Mare della Serenità, dove si trova un altro set di specchi, a bordo dell’ormai silente robot sovietico “Lunokhud 2”.

Fig. 4: il telescopio dell’Osservatorio Mc Donald mentre trasmette, come se fosse un radar, gli impulsi laser

 

Fig. 5: la locazione degli specchi retroriflessori. Con la lettera A sono indicati quelli lasciati dalle missioni Apollo mentre con la lettera L sono indicati i rover sovietici Lunokhud

 

In questo modo i ricercatori hanno tracciato attentamente l’orbita lunare ed imparato altre importantissime cose, tra queste:

1. La Luna si allontana dalla Terra alla velocità di 3,8 cm l’anno. La causa è attribuita alle maree degli oceani terrestri.
2. La stessa Luna ha probabilmente un cuore liquido.
3. La forza di gravitazione universale è veramente stabile. La costante di gravità di Newton (G) è cambiata di meno di 1 parte su 100 miliardi da quando l’esperimento è iniziato.

Per meglio testare le teorie della gravità (di Newton ed Einstein), la NASA e la “National Science Fundation” hanno finanziato un nuovo punto di osservazione nel New Mexico, il cosiddetto “Apache Point Observatory Lunar Laser-ranging Operation” o “APOLLO”. Utilizzando un telescopio di 3,5 metri di diametro ed un miglior seeing atmosferico, gli scienziati esamineranno la Luna con una precisione millimetrica, 10 volte superiore a quella dell’Osservatorio Mc Donald. Come si vede, gli specchi della missione Apollo sono ben distanti dalla loro pensione!
Tornando ai “teorici del complotto”, vi è da affermare che mai hanno accennato agli specchi lunari e questo, a detta degli astronomi, è dovuto al fatto che non avrebbero potuto confutare l’esistenza di un esperimento così importante ancora in atto.
Va detto, infine, che a fine anno partirà la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter o LRO, gemella del MRO che, grazie alla risoluzione di solo un metro della sua camera CCD, ha potuto fotografare le sonde Viking e Mars Pathfinder sulla superficie marziana (non solo queste, anche i vari paracadute, airbag e “backshell”!). Pertanto, pur avendo per scopo primario la rilevazione di siti adatti ai futuri allunaggi, è facilmente intuibile che LRO riprenderà i basamenti dei LEM sulla superficie lunare. Questo darà una risposta definitiva sulla effettiva presenza umana sul nostro satellite, anche se personalmente dubito che i “complottisti” si zittiranno. Un esempio? La fantomatica “faccia” nella regione marziana di Cydonia. Fu chiaro fin dall’inizio che questa era dovuta ad un particolare gioco di luci ed ombre ed alla cattiva risoluzione degli strumenti della sonda Viking. Nonostante ciò, le polemiche sulla sua “formazione artificiale” si sprecarono, fino a che la sonda europea “Mars Express” la fotografò ad alta risoluzione. Quello che si vide, non fu altro che una normalissima duna erosa dai forti venti marziani. La risposta dei “complottisti” fu che “prima dell’arrivo della sonda europea, la NASA ne aveva inviato una militare ed aveva colpito la faccia con una bomba atomica”….. !?
Come diceva Einstein, la stupidità umana è l’unica cosa infinita nell’Universo!