In teoria è possibile adattare una linea con un RLC, ma la presenza della resistenza introduce delle perdite; a banda stretta esistono metodi di adattamento senza perdite, quindi molto più efficienti. Si possono usare degli stub (sezioni di linea in parallelo), oppure dei componenti a costanti concentrate (cioè dei componenti discreti: condensatori, induttanze).
Per una descrizione delle linee di trasmissione e del coefficiente di riflessione si veda la risposta di vialattea
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?numero=3613
Un buon tutorial sull’adattamento si trova a questo indirizzo
http://www.ing.unitn.it/~fontana/smith/sld001.htm
Analizziamo ora l’idea del lettore.
Un RLC in parallelo alla linea, alla frequenza di risonanza si comporta come una R.
Supponiamo di avere una linea disadattata, chiusa sul carico ZL. Se ZL è reale e maggiore di Z0, allora una R in parallelo al carico può adattare la linea se
Z0 = R // ZL
Se ZL è reale e minore di Z0 basta spostarsi a monte di mezza lunghezza d’onda per avere una Zeq pari a 1/ZL
dove il simbolo Z indica impedenze normalizzate a Z0.
Per ZL = 2 ad esempio basta mettere una R = ZL in parallelo al carico. In questo modo però metà della potenza disponibile viene dissipata sulla R, mentre in condizioni di disadattamento solo 1/9 della potenza disponibile viene riflessa: il prezzo pagato è molto alto; con una rete di adattamento senza perdite si avrebbe sul carico tutta la potenza disponibile (che ricordiamo è la metà di quella erogata dal generatore).