Non ho trovato pubblicazioni su riviste scientifiche che parlino dell’argomento. Nell’antichità si pensava che i tropismi, le nastie, le aperture e chiusure dei fiori secondo il ritmo giorno-notte, fossero segni di una anima dei vegetali. Ma in quei tempi si credeva anche che esistesse la generazione spontanea. I tropismi, le nastie e gli altri movimenti furono studiati in modo scientifico, a partire dal 1700.
http://www.biologie.uni-hamburg.de/b-online/e32/32.htm (in inglese)
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=2070
Certo in giro per la rete si trova di tutto di più e ci sarà qualcuno che, parafrasando un titolo di una famosa soap opera, affermerà che “anche le piante piangono”, come c’è gente che afferma che le piante crescono meglio se ascoltano la musica e così via.
La sensibilità al dolore prevede una organizzazione complessa e sovracellulare, tra sensori, fibre che trasmettono le sensazioni e alla fine cellule che elaborano e trasmettono la reazione motoria.
Il concetto di sensibilità nelle piante è in genere correlato allo stato fisico. Si dice ad esempio che la pianta “soffre” per mancanza di acqua, ma questo significa solo che la scarsità di acqua fa diminuire il turgore cellulare. Di qui l’aspetto appassito di quelle parti di vegetali le cui pareti non sono ancora lignificate.
http://www.bo.ibimet.cnr.it/fileadmin/ibimet/repository/piante_sensori.pdf
Nei paesi anglosassoni con il nome di “Piante sensibili”, vengono indicate comunemente le specie del genere Mimosa. Molto nota è la capacità di questa pianta di reagire al calore o al tocco della mano (tigmonastia), chiudendo le foglie. La risposta dipende dalla intensità dello stimolo. Se si colpisce con forza la foglia questa si chiude velocemente, se si applica un tocco lieve o un leggero riscaldamento all’apice della foglia la risposta è più lenta e si può osservare la propagazione dello stimolo lungo la venatura centrale della foglia contemporaneamente alla chiusura delle foglioline.
Lo stimolo meccanico o da calore induce un segnale elettrico, che passa da una cellula all’altra ad alta velocità. Lo stimolo raggiunge le cellule motrici dei pulvini, strutture simili ad una articolazione poste alla base del picciolo primario, dei quattro secondari e delle coppie di foglioline pennate. Si determina una rapida uscita di potassio, seguito da un fuoriuscita di acqua con variazioni del volume cellulare. La risposta ad uno stimolo forte avviene in una frazione di secondo (0.08 sec.) e si trasmette da un pulvino all’altro, all’interno della stessa foglia, con una velocità di circa 0.5-1 cm/sec. Le foglie si riapriranno e torneranno alla posizione normale dopo un periodo di riposo (15 – 20 minuti).
Lo studio si sta indirizzando anche sulla azione di proteine contrattili presenti nel citoscheletro.
http://www.museoscienza.it/microrobotica/feedback/schede/piante_tatto.htm
http://www-saps.plantsci.cam.ac.uk/records/rec117.htm (in inglese)