I geologi, cioè gli studiosi dell’evoluzione della crosta terrestre, hanno diviso l’età della Terra in cinque periodi di tempo di diversa durata, detti ere geologiche.
Le ere che si sono susseguite sul nostro pianeta fino al giorno d’oggi sono: ERA ARCAICA o Precambriana o Archeozoica: va dalla nascita della Terra a circa 550 milioni di anni fa. All’inizio la Terra era un ammasso di materiale incandescente. Man mano si formarono le prime rocce solide e comparve l’acqua. Nelle rocce di quest’era sono state trovate tracce fossili di esseri vissuti in quel tempo. ERA PRIMARIA o Paleozoica: va da 550 a 250 milioni di anni fa. La crosta terrestre è continuamente modificata da terremoti e da eruzioni vulcaniche. Le terre emerse (PANGEA) si ricoprono di una fitta vegetazione, i cui resti formano in milioni di anni ingenti depositi di carbon fossile. La vita animale pullula negli oceani mentre sulla terraferma è ancora poco sviluppata. ERA SECONDARIA o Mesozoica: va da 250 a 65 milioni di anni fa. È caratterizzata da notevoli variazioni del livello del mare. I Continenti cominciano a separarsi. La Terra è dominata dai grandi rettili (dinosauri), ma compaiono i primi mammiferi e gli uccelli. ERA TERZIARIA o Cenozoica: va da 65 a 1 milione di anni fa. I Continenti cominciano ad assumere la forma attuale. Nascono le grandi catene montuose, come l’Himalaya, i Pirenei, le Alpi e gli Appennini. I mammiferi dominano le terre emerse. ERA QUATERNARIA o Neozoica: va da 1 milione di anni fa fino ad oggi; è dunque l’era in cui noi viviamo. È il periodo delle grandi glaciazioni in cui il ghiaccio è arrivato a ricoprire il Nord America e mezza Europa fino alla Germania. Sono comparsi molti mammiferi attuali, come il cavallo e l’elefante, infine è comparso anche l’uomo. |
relativi periodi nei quali sono suddivise. Da notare che le date di
ciascuna tavella differiscono nella datazione delle ere e dei periodi
in quanto, quando si parla di centinaia di milioni di anni, non è
facile essere esatti e qualche decina di milioni di anni sono poca cosa.
Figura 3. Il deserto del Sahara visto da un satellite.
Figura 4. I deserti della Terra.
I deserti caldi sono spesso composti per buona parte da sabbia e dune di sabbia .
Tra i tanti deserti nel mondo, il più vasto è il Sahara. Il nome ”Sah’ra” viene citato per la prima volta dallo scrittore arabo Ibn-el-Hakem, e significa il “vuoto”. Il Sahara si estende per oltre 8.000.000 di kmq ed è diviso in almeno 11 stati: Mauritania, Sahara occidentale, Marocco, Algeria, Mali, Tunisia, Libia, Ciad, Egitto e Sudan.
Questo immenso deserto si trova in Africa settentrionale, tra 16° di longitudine ovest e 35° longitudine est.
Si estende dall’ Atlantico al Mar Rosso per una lunghezza di circa 4000 km, con l’unica interruzione della Valle del Nilo, e per una larghezza 1500-2000 km dal Mediterraneo fino alle regioni centrali dell’Africa, dove il passaggio da deserto a savana è a volte assai incerto e stabilito da fattori di ordine climatico.
Il Sahara non ha un aspetto uniforme, si identificano infatti diversi tipi di paesaggio: l’hamada , deserto di roccia nuda, liscia, incisa e lavorata dai venti che forma acute e taglienti schegge (figura 5), il serir , formato da uno strato di ciottoli e ghiaia (figura 6) e l’ erg, chiamato anche idean, nel Sahara centrale, formato dalle caratteristiche dune di sabbia e rappresenta un decimo della superficie complessiva del Sahara (figura 7).
Figura 6. Il deserto serir, formato da uno strato di ciottoli e ghiaia.
Figura 7. Il deserto di sabbia con le caratteristiche dune. Questo tipo di deserto viene chiamato erg o idean.
La caratteristica fondamentale del Sahara è la siccità: le precipitazioni sono inferiori ai 1000 mm. annui. Elevatissima è l’evaporazione, fortissimo il riscaldamento diurno e intensa l’irradiazione notturna che provocano oscillazioni termiche elevatissime (fino a 25°C-30°C).
Le temperature diurne raggiungono punte molto alte, mentre le piogge, soprattutto in alcune regioni, mancano del tutto. Una particolarità del clima del Sahara sono i venti desertici, che prendono vari nomi: simùn, harmattan, chamsin, ghibli, ecc.
Formazione del territorio occupato dal Sahara
In questo immenso tavolato si alzano massicci sedimentari o vulcanici quali il Gebel el-Auenét (1934 m.), il Tibesti (3415 m.), l’Air (1800 m.), l’Ahaggar (3000 m.), l’Adrar degli Ifoghas, l’Adrar mauretano, dalle caratteristiche forme morbide ed arrotondate.
Il Sahara è, quindi, costituito da una piattaforma antichissima (oltre 500 milioni di anni fa) e una linea di frattura la separa dalla catena dell’Atlante, che è di formazione recente. Nelle ere successive alla sua formazione, il territorio ha subito lievi innalzamenti e abbassamenti di livelli.
Il territorio occupato oggi dal Sahara non è sempre stato un deserto ma ha subito, come tutta la terra, sensibili alternanze climatiche. Ci fu un tempo in cui era anche ricoperto dai ghiacciai. Infatti, le tracce della glaciazione del tardo Ordoviciano (oltre 400 milioni di anni fa) sono particolarmente chiare in alcune zone del deserto del Sahara, dove sono ben visibili forme tipiche di modellamento glaciale del territorio. Poi fu invaso parzialmente dal mare; all’epoca dei dinosauri, per un certo tempo dell’era mesozoica (tra 200 e 65 milioni di anni fa), era bagnato da grandi fiumi, costellato da laghi e acquitrini.
Anche la formazione della Rift Valley (processo iniziato circa 35 milioni d’anni fa e ancora in atto) è stata causa di un considerevole cambiamento climatico ed ambientale del territorio africano. Essa segnò la fine del fitto e uniforme manto di foreste che copriva quasi tutto il continente. L’innalzarsi delle montagne creò una barriera che si oppose alla circolazione dell’aria umida proveniente dal mare, il clima si fece più caldo e secco e l’ambiente si inaridì. Nacquero così due ambienti molto diversificati: in prossimità della Rift Valley, la primitiva foresta tropicale si trasformò in savana, mentre la foresta sopravvisse più a ovest, lungo i grandi fiumi.
Le condizioni del territorio sahariano non desertico furono molte, durarono relativamente a lungo e fino ad un passato non geologicamente lontano.
Tali condizioni iniziarono a mutare quando nell’Europa finì l’ultima glaciazione (da circa 20.000 a 12.000 anni fa) e il nord Africa divenne arido più o meno come oggi. Seguì infine una breve fase umida (da 9.000-7.000 anni fa circa) e poi gradualmente un altro inaridimento fino ai tempi nostri.
Infatti, dal 5.500 a.C. circa, il Sahara, in pochi secoli, si è trasformato da prateria con monsoni a deserto (i monsoni sono scomparsi a causa dello spostamento del perielio).