Alla costanza della velocità della luce si è arrivati per via sperimentale; Ora, tenuto conto del tipo di grandezza da misurare, non sembrerebbe rigorosamente scientifico escludere ogni possibilità di errore. Da dove viene tale certezza su cui Einstein basò la sua rivoluzionaria visione dell’universo?

La risposta a questa domanda è più generale della questione posta, non riguarda solo la Teoria della relatività di Einstein, ma tutto il processo di avanzamento della conoscenza scientifica.

Il problema non è che la velocità della luce è difficile da misurare e quindi non si può escludere in modo scientifico ogni possibilità di errore. Il discorso è che non esiste un “metodo scientifico per escludere ogni possibilità di errore”, l’imprecisione è un fattore intrinseco di ogni operazione di misura, anche senza voler mettere in gioco il principio di indeterminazione di Heinseberg.

Nessuno scienziato pretende, prima di poter compiere affermazioni, risultati sicuri al 100%, perchè un numero finito di esperimenti non può mai dare la certezza assoluta. Una pretesa di precisione del genere avrebbe bloccato l’evoluzione scientifica e tecnologia all’età della pietra! Questo non vuol dire che ogni misura va bene, semplicemente ogni misura è affetta da un’imprecisione, che viene comunicata sempre insieme con il risultato dell’esperimento. Se l’imprecisione di una certa misura è troppo grande semplicemente quella misura godrà di scarsa attenzione, in attesa di smentite o di misure confermative con precisione maggiore.

Quando appare un risultato sperimentale nuovo, e inspiegabile alla luce delle conoscenze di quel momento, l’esperimento viene ripetuto molte volte, in modo da ridurre statisticamente l’imprecisione. Se la tecnologia non permette precisioni sufficienti per affermazioni estreme queste affermazioni difficilmente verranno poste all’attenzione della comunità scientifica, e comunque difficilmente riceverebbero considerazione.

Quando poi viene sviluppata una teoria scientifica ispirata (non indotta) da un risultato sperimentale innovativo le verifiche sperimentali di tale teoria costituiscono un ulteriore banco di prova per quel risultato sperimentale.

Nel caso proposto dalla domanda, anche se le misure che hanno indotto Einstein alla formulazione della sua relatività fossero state imprecise, le conseguenze che se ne sono estrapolate sono state sottoposte ad un tale corpus di prove sperimentali, ormai anche con un altissimo grado di precisione, per cui  anche la costanza della velocità della luce sarebbe un’affermazione sperimentale ben confermata con alta precisione. Comunque, per concludere, la costanza della velocità della luce è stata misurata con enorme precisione già all’epoca di Einstein: non si deve pensare che ogni misura di velocità si compia rapportando lo spazio al tempo di percorrenza, esistono tanti altri metodi di misura, soprattutto quando l’oggetto di cui si vuole misurare la velocità è un onda. Nel caso della luce sono stati compiuti esperimenti di intereferenza che sono affetti da imprecisioni strumentali bassissime.