Vorrei sapere se esiste e come funziona la auto-ipnosi.

Per comprendere che cosa
sia l’autoipnosi è innanzi tutto necessario definire che
cosa si intende per coscienza e per ipnosi.

In ambito psicologico la
coscienza può essere definita come la consapevolezza di
sé stessi e dell’ambiente che ci circonda. Essa è
determinata da molteplici fattori interiori e di origine
esterna. L’ipnosi può essere definita come uno stato
alterato della coscienza, indotto attraverso determinati
procedimenti, in cui la normale percezione di sé stessi
e della realtà esterna viene modificata.

Le procedure che possono
indurre un soggetto in uno stato ipnotico possono essere
di vario genere. Si può generare un sovraccarico agli
organi della percezione, ad esempio utilizzando luci
psichedeliche. Si può impedire ogni movimento impedendo
al cervello di ricevere qualsiasi informazione tattile o
motoria. Si può concentrare l’attenzione del soggetto su
un oggetto o una figura in modo da raggiungere la
saturazione del campo percettivo e l’insorgenza di
illusioni ottiche. Ovviamente tutte queste procedure
possono avere effetto solamente su soggetti che siano
adeguatamente suggestionabili. In altre parole, deve
sempre esistere una sorta di tacito accordo tra soggetto
e ipnotizzatore. Lo stato di ipnosi può consentire la
modificazione di alcune funzioni fisiologiche (ad esempio
temperatura corporea e pressione sanguigna). Tuttavia
l’elettroencefalogramma di un soggetto ipnotizzato e del
tutto indistinguibile da quello di un soggetto in stato
di veglia.

L’autoipnosi non è
altro che uno stato di ipnosi autoindotto. Alcuni
soggetti, attraverso opportuni esercizi, riescono a
raggiungere questo risultato utilizzando procedure del
tutto analoghe a quelle illustrate prima.

Simili all’autoipnosi
sono anche i cosiddetti “sogni lucidi”. In essi
il soggetto che dorme è consapevole di stare sognando ed
è addirittura in grado di pilotare a suo piacimento lo
svolgersi del sogno.

Se l’ipnosi e
l’autoipnosi sono quindi fenomeni reali, occorre tuttavia
ridimensionare l’entità delle prestazioni che alcuni
sostengono di poter raggiungere grazie a questo stato. Ad
esempio, la presunta capacità di amplificare le proprie
capacità mnemoniche sotto ipnosi non ha mai ottenuto
dimostrazioni valide. Infatti, non è assolutamente
possibile distinguere se un ricordo che riaffiora nella
mente del soggetto è reale, o è frutto della fantasia
del soggetto che elabora eventuali suggerimenti
inconsapevoli da parte dell’ipnotizzatore o altri stimoli
esterni (a questo proposito avevo già avuto modo di
descrivere, in un’altra risposta su questa rubrica, la
cosiddetta “sindrome da falsi ricordi”).

(Desidero ringraziare il Dott. Armando
De Vincentiis, psicologo, per le utili informazioni da lui fornitemi,
relativamente all’argomento trattato)