Perché le calotte polari possono essere considerate archivio del recente passato del nostro pianeta?

“Carote” di ghiaccio estratte con perforazioni speciali daranno risposte fondamentali sulla storia del clima mondiale

Dennis Quaid porta al sicuro le “carote” di ghiaccio. Analizzandone la
composizione si può studiare la storia del clima sulla Terra.

Tutta la superficie del nostro pianeta è costantemente esposta all’azione
degli agenti esogeni, che erodendo, dilavando e ridepositando i sedimenti
ed i detriti, ne modellano la superficie. Per questo motivo è difficile
che un qualunque evento possa lasciare delle tracce durevoli. Non così
sulla Luna, dove è assente ogni tipo di attività esogena e persino la
traccia più superficiale, come l’impronta degli stivali dei primi astronauti,
si conserveranno per migliaia di anni.

Parliamo dei ghiacci del continente antartico. Qui il ghiaccio forma
spessori anche superiori a 4000 metri. Poichè, paradossalmente, le precipitazioni
in Antartide sono scarse, il ghiaccio impiega molte decine di migliaia
di anni a depositarsi e formare spessori simili (in media 2200-2600 metri).

Gli strati più profondi di questo ghiaccio rappresentano un vero e proprio
scrigno geologico dal quale estrarre informazioni altrimenti irreperibili.
Per esempio, l’aria eventualmente intrappolata nelle bollicine (un centimetro
cubo di ghiaccio ne contiene in media 100-150), può essere antichissima
(anche migliaia di anni) e, incontaminata e preservata dalle coperture
di ghiaccio soprastanti, presenta una composizione che può essere determinata
e confrontata con l’aria attuale, per esempio per verificare l’effettivo
aumento della concentrazione in biossido di carbonio dai tempi pre-industriali
sino ad oggi. Il ghiaccio contiene spesso altri tesori preziosi, per esempio
meteoriti, caduti nel continente antartico centinaia o migliaia di anni
fa e ancora ben conservati, nonchè visibilissimi. Il primo meteorite fu
ritrovato nel 1912 da un ricercatore australiano, Douglas Mawson, ma dovettero
trascorrere molte decine di anni prima che russi e americani potessero
trovarne altri. Negli ultimi vent’anni sono stati ritrovati nei ghiacci
antartici oltre ottomila meteoriti, in gran parte rocciosi, ma anche metallici
e, in minima parte, organici. Questi meteoriti provengono per lo più dalla
Luna o da Marte (pochi!!), comunque dalle “immediate” vicinanze del nostro
sistema solare. La presenza di questi meteoriti (che cadono anche in altre
località del nostro pianeta, ma in Antartide si preservano maggiormente
e sono meglio identificabili) dimostra il bombardamento meteoritico che
ha interessato (ed interessa ancora) il nostro pianeta.

Per concludere, la stessa stratificazione del ghiaccio antartico (ma
non solo antartico) allo stesso modo dei sedimenti rocciosi, può fornire
importanti informazioni sui passati regimi climatici della Terra. Nei
vari orizzonti ghiacciati, che possono essere studiati attraverso comuni
carotaggi, vengono conservati pollini, spore e altri resti di microrganismi
animali e vegetali, anche vecchi di secoli (o decine di secoli). Per il
principio di sovrapposizione stratigrafica, il ghiaccio più profondo è
anche il più antico, per cui scendere in profondità nel ghiaccio corrisponde
a tornare indietro nel tempo.

Normalmente, alla neve fa seguito, verso il basso, una sorta di neve
compattata, ricca di aria. Oltre troviamo il ghiaccio, sempre più compatto
man mano che si scende (a tremila metri di profondità la pressione degli
strati soprastanti è di circa 300 t/m2). Il passaggio dalla
neve compatta (o “firn”, dal tedesco) al ghiaccio si fa sempre più profondo
man mano che dalle coste ci si sposta verso l’interno del continente.
Per esempio, nella barriera di Ross questo passaggio si trova a 20-30
metri dalla superficie (neve caduta due o tre secoli fa), mentre in prossimità
del polo sud il ghiaccio si trova a circa 100 metri di profondità, e si
tratta di ghiaccio vecchio, formatosi da neve caduta migliaia di anni
fa.

Tutto ciò che è stato intrappolato in questo ghiaccio (allora neve) come
piccoli meteoriti, pollini, e bollicine d’aria, si trova ancora lì, a
disposizione degli studiosi.


Scienziati al lavoro su una carota di
ghiaccio appena estratta.

Analisi di laboratorio su uno dei campioni
prelevati nel pack.