Vorrei sapere in che modo l’Antartide, con i suoi venti catabatici, influenza la circolazione delle correnti marine a livello globale e in che senso è un fattore determinante per il Nino.

I venti catabatici sono originati dal raffreddamento ed addensamento di masse d’aria sopra distese fredde come ghiacciai o montagne innevate. Per gravità l’aria più fredda tende a precipitare, e se la zona di incanalamento è sufficientemente stretta, si originano venti molto forti.
I più celebri venti del genere sono il Maestrale e la Bora, originati in inverno dal raffreddamento dell’aria rispettivamente sulle Alpi occidentali che viene incanalata nella valle del Rodano e sulle alpi orientali, incanalata per le coste dalmate verso l’Adriatico. Anche nelle regioni polari è possibile la formazione di venti simili, che possono superare i 100 Km/h.

 

Il fenomeno di el Nino è viceversa connesso con la Oscillazione quasi biennale del Pacifico meridionale (QBO). Il nome di el nino origina dai pescatori peruviani che, in periodi spesso coincidenti al Natale (in spagnolo el nino indica Gesù bambino), osservavano un anomalo riscaldamento delle acque superficiali e una pesca particolarmente scarsa. Tali periodi, che di solito durano per circa un mese, occasionalmente permangono per più di un anno e sono accompagnati da cambiamenti della superficie marina (SSC) in vaste aree del Pacifico e della circolazione atmosferica ed oceanica planetaria. Ora il termine el Nino si riferisce solamente a queste situazioni anomale.

Normalmente i trade winds del Pacifico sud orientale – venti stagionali molto costanti che spirano da SE a NO e favorivano la navigazione ed il commercio – allontanano le acque calde verso Ovest, lontano cioè dalle coste sudamericane. Allora acqua profonda e più fredda, ricca di nutrimento riemerge in prossimità delle coste generando il cosiddetto upwelling.
Un passo importante nella comprensione del fenomeno si è avuto nel 1966 per merito di Jacob Bjerknes, che dimostrò la relazione tra el nino e l’oscillazione meridionale. Essa consiste in una variazione nella pressione atmosferica della fascia tropicale del Pacifico. Nel 1924 sir Gilbert Walker scoprì che la pressione atmosferica a Darwin era anticorrelata a quella che si aveva a Tahiti.
Bjerknes scoprì che el Nino compare quando il gradiente di pressione nel Pacifico tropicale inizia a scemare. Quando la pressione diminuisce ad Est e sale ad Ovest i trade winds vengono affievoliti tanto che, durante eventi particolarmente intensi di el Nino, cambiano direzione e spirano da Ovest ad Est. Questi cambiamenti impediscono allora il meccanismo dell’upwelling e creano un riscaldamento anomalo delle acque oceaniche superficiali che migrando verso Est incontrano l’America e vengono deviate verso Nord fino al Canada e verso Sud fino al Cile.
Per questa correlazione ci si riferisce congiuntamente ai fenomeni El Nino-Southern Oscillation (ENSO).

Le onde di Rossby contribuiscono al trasporto di energia termica e meccanica dalle basse alle alte latitudini, attraverso la circolazione ciclonica e anticiclonica attorno a zone di bassa ed alta pressione rispettivamente. Vicino all’equatore sono visibili i trade winds orientali, responsabili dello spostamento verso ovest delle acque calde superficiali del Pacifico orientale.

Resta ora da capire la connessione tra ENSO ed il clima Antartico. Vari studi hanno dimostrato fin dagli anni ’70 connessioni tra le condizioni atmosferiche nel Pacifico Tropicale e quelle a latitudini più elevate. Un’esauriente spiegazione teorica tuttavia non è ancora disponibile, tra l’altro ci sono indizi molto più forti sulla influenza della trasmissione di eventi di ENSO attraverso l’emisfero Nord che attraverso l’emisfero SUD. Sembra comunque che aree di forte convezione vicine all’equatore possano fungere da innesco per onde di Rossby attraverso la vorticità generata da riscaldamento diabatico ( Hoskins e Karoly, 1981). Le Onde di Rossby sono onde planetarie che giocano un ruolo molto importante nel trasporto dell’energia dall’equatore verso i poli. Non entrando nei dettagli della generazione delle onde di Rossby, basti dire che la loro esistenza è connessa alla alternanza di basse ed alte pressione ed alla circolazione ciclonica ed anticiclonica delle masse d’aria attorno a queste. Si originano così moti meridiani che permettono lo scambio di calore tra zone a diversa latitudine.
The Savage nel 1988 ha esaminato gli effetti dell’evento el Nino del 1982-83 sulle anomalie di temperatura e di vento in superficie alla stazione nel mare di Ross. Le sue analisi hanno mostrato che le condizioni anomale di freddo in quell’area nell’anno seguente l’evento caldo erano associate ad un flusso catabatico più intenso del solito dall’interno. Non è comunque chiaro quanto questo risultato possa essere generalizzato, in quanto il fenomeno del 1982-83 è stato eccezionale.

Sembra comunque che siano in generale gli eventi all’equatore che influenzano il clima polare, e non viceversa.

Per una trattazione completa del problema si può consultare l’articolo:
Turner, J. 2004. The El Nino-Southern Oscillation and Antarctica, International Journal of Climatology 24: 1-31 e bibliografia citata.