Vorrei che mi spiegaste dettagliatamente come funziona uno scanner e quali sono le differenze con la fotocopiatrice. Inoltre vorrei sapere se la luce emessa da queste apparecchiature è pericolosa per la salute e in che misura dato che ai tempi del liceo alcuni amici si dilettavano ad usarlo per fare immagini si se stessi.

Lo scanner

Lo scanner ha la funzione di convertire in formato digitale una immagine
su supporto di carta, o su pellicola.

Come si vede nella figura sotto, uno scanner è composto sostanzialmente
da un carrello mobile che trascina il gruppo ottico costituito
da una sorgente luminosa ed un sensore
a CCD.



A differenza delle macchine fotografiche digitali, nelle quali il
sensore a CCD è rettangolare e registra l’immagine in un’unica esposizione,
il sensore dello scanner è costituito da una linea di pixel di larghezza pari
alla larghezza dell’apparecchio e l’immagine completa viene ottenuta
grazie allo spostamento del gruppo ottico che “spazzola”1 l’immagine
riga per riga. L’immagine di ogni riga viene “letta” dal CCD e quindi
“digitalizzata”, ovvero convertita
in un vettore di valori numerici. Le righe affiancate compongono infine
la rappresentazione numerica dell’immagine
desiderata.

A partire da questa rappresentazione viene poi creato un file in cui
l’immagine digitalizzata viene codificata nel modo desiderato2
per essere memorizzata, stampata, rielaborata, trasmessa, ecc.

Si noti che anche il fax funziona esattamente nello stesso modo,
con la differenza che la sequenza di numeri che rappresenta l’immagine,
anziché essere
memorizzata in un file, viene trasmessa all’altro Fax.

La fotocopiatrice

Il funzionamento della fotocopiatrice3 è completamente
diverso in quanto l’immagine viene creata e trasferita su
carta con mezzi analogici, senza utilizzare il processo di digitalizzazione.

Nella figura sotto viene mostrato uno schema semplificato di fotocopiatrice.
Il processo di formazione dell’immagine si basa essenzialmente su un
tamburo fotosensibile (4) che ha la proprietà di accumulare in ogni punto
una quantità di
cariche elettriche statiche proporzionale alla luce
che lo colpisce.



Sul tamburo viene proiettata l’immagine da copiare tramite un opportuno
sistema ottico ed in questo modo sulla sua superficie si forma una replica
“elettrostatica” di tale immagine. Il tamburo viene poi
cosparso di una polvere nera (il toner) e, grazie alle zone con
diversa carica elettrostatica, la sua superfice trattiene una
quantità di polvere maggiore in corrispondenza dei punti più scuri e
minore nei punti più chiari.

Sulla superficie del tamburo viene fatto scorrere il foglio di carta e la
polvere nera si trasferisce su quest’ultimo riproducendo l’immagine originale.
Infine il foglio viene fatto passare in un riscaldatore (2) che fissa la
polvere nera e rende l’immagine stabile.

Per quanto riguarda la potenziale pericolostà della sorgente luminosa
utilizzata per le fotocopiatrici (o per gli scanner) non è facile
rispondere con precisione. Effetti dannosi delle radiazioni luminose,
soprattutto
per le componenti ultraviolette, sono ben noti da tempo, ma si riferiscono
ad esposizioni assai prolungate e con sorgenti di potenza elevata
(ad esempio la luce solare estiva o le lampade abbronzanti). Nel caso
di esposizione alla luce di una fotocopiatrice si deve tenere conto, inoltre,
che l’uso normale prevede la chiusura del coperchio ed anche ipotizzando
un uso, diciamo, anomalo, si può escludere che le
esposizioni siano molto prolungate. Sicuramente qualche precauzione
deve essere posta nel non guardare a lungo direttamente la luce emessa.
Inoltre le fotocopiatrici (al pari delle stampanti laser) producono
nel loro funzionamento piccole quantità di ozono che è un gas tossico.
Per questo motivo spesso nei manuali di istruzione di stampanti e fotocopiatrici
si raccomanda di areare i locali in caso di uso prolungato.

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Note

  1. Da qui il nome: in inglese il verbo to scan significa appunto
    spazzolare.

  2. Esistono vari formati di codifica delle immagini, ciscuno con
    caratteristiche specifiche. Alcuni formati privilegiano l’esattezza
    della rappresentazione, altri la riduzione delle dimensioni del file, ecc.
    Fra i più diffusi: TIFF, GIF, JPEG.

  3. Ultimamente sono state messe in commercio fotocopiatrici
    che non sono altro che la combinazione di uno scanner e di
    una stampante. Nel testo invece si parla delle fotocopiatrici
    di tipo classico.