Come posso essere sicuro della provenienza aliena di un meteorite? L’emozione di toccare un oggetto extraterrestre e’ giustificata oppure no? in altre parole, il contatto con l’atmosfera e con l’ambiente terrestre non modifica drasticamente la composizione superficiale del meteorite?

1) La sicurezza
sull’autenticità di una meteorite può essere data soltanto da un laboratorio
specializzato, comunque molte meteoriti e per fortuna proprio quelle più
comuni, presentano delle peculiarità difficilmente riscontrabili nelle
rocce terrestri, che possono essere evidenziate tagliando e lucidando
una piccola parte dell’esemplare.

Se
si tratta di una meteorite pietrosa, in questo caso le più comuni
sono le “condriti”, nella superficie lucidata si potranno osservare,
anche ad occhio nudo, delle piccole pagliuzze riflettenti che sono
composte da una lega di ferro e nichel. Osservando la stessa superficie
con una lente potrebbero evidenziarsi degli aggregati circolari che
sono le condrule (da cui il nome “condriti”).
A destra è visibile la superficie levigata di una condrite
nella quale si vedono chiaramente i frammenti di ferro-nichel ed alcune
condrule (l’esemplare misura circa 3 cm).
Se
la meteorite è composta prevalentemente di ferro, il tipo più comune
sono le “ottaedriti”, in questo caso oltre che segare e lucidare,
bisognerà trattare la superficie con una soluzione acida composta
da 3 parti di acido nitrico e 97 di etanolo, lasciando reagire, dopo
qualche minuto apparirà un intreccio di linee chiamate figure di Widmanstatten
dovute all’intersezione, con simmetria ottaedrica, di lamelle composte
da due diverse leghe di ferro-nichel, che sono la tenite e la camacite.

A destra, si evidenziano distintamente le figure di Widmanstatten
in una superficie di pochi cm² di una ottaedrite.

2) A parte
la sensibilità individuale, io direi che l’emozione di toccare o soltanto
osservare una meteorite è giustificata, in quanto il contatto con l’atmosfera
terrestre sottopone il meteoroide ad una elevata temperatura solo per
pochi secondi o decimi di secondo, pertanto la fusione riguarda soltanto
uno strato superficiale di pochi decimi di millimetro, la parte interna
rimane praticamente inalterata.