Quali sono i combustibili utilizzati dagli Shuttle?

Per poter
decollare ed in seguito spostarsi nell’ambiente spaziale lo shuttle è
dotato dei seguenti motori:


  • 3 motori principali a combustibile liquido che “bruciano” idrogeno
    e ossigeno liquidi
    contenuti nel tank principale (quello di colore
    arancione che si può scorgere sotto la pancia della navetta). I tre
    motori si trovano a bordo della navetta e sono costituiti molto semplicemente
    da una camera di combustione dove vengono iniettati i due gas in proporzioni
    opportune.
    Le reazioni chimiche che ne derivano sviluppano una temperatura di 3000-4500°C,
    ed i prodotti di combustione si espandono sulla superficie dell’ugello
    sino a raggiungere velocità di 4500m/s. Ciascuno di questi 3 motori
    è in grado di fornire una spinta di 2.100.000 newton!
    Il propellente liquido richiesto per mettere in orbita la navetta è:

    • 541.482 Litri di Ossigeno liquido per un totale di 616.493 Kg
      di peso
    • 1.449.905 litri di Idrogeno liquido per un totale di 756.441
      Kg di peso

  • 2 motori secondari posti sui booster laterali della navetta che utilizzano
    combustibile solido. Essi forniscono una fondamentale spinta di sostegno
    ai tre motori principali della navetta pari a 26.688 newton (ciascuno)
    e utilizzano i seguenti combustibili:

    • tetrossido di azoto (N2O4)
    • monometilidrazina (MMH)

    I due composti chimici sono uniti in una amalgama che viene detta doppia
    base catalizzata (DB) o semplicemente doppia base, al cui interno viene
    inserita una certa percentuale (16-20%) di particolato solido di alluminio
    (quello che all’accensione dei motori lascia una lunga scia di fuoco)
    che serve essenzialmente a controllare le reazioni di combustione che
    potrebbero altrimenti diventare incontrollate con risultati catastrofici.
    Il fatto strano è che non esiste ancora una solida teoria che spieghi
    chiaramente come mai il particolato di alluminio (e solo questo elemento)
    in quella percentuale (e solo in quella, ma comunque diversa per ogni
    motore spaziale), sia in grado di rendere controllabili le reazioni
    di combustione nei motori a propellente solido.

  • 40 motori di controllo d’assetto, 16 anteriori e 24 posteriori, funzionanti
    ancora a N2O4/MMH (2% di particolato di alluminio)
    per una spinta di 900 libbre ciascuno.

  • 6 motori di separazione dei booster laterali (2 anteriori e 4 posteriori)
    funzionanti ancora a N2O4 N2O4/MMH (2% di particolato
    di alluminio) per una spinta di 25 libbre ciascuno.