Mi sono sempre chiesto se le missioni Apollo sulla Luna erano da considerarsi una sorta di “missioni suicida” (fra virgolette ovviamente). Se qualcosa non avesse funzionato sul LEM e non fosse stato possibile ripartire, che fine avrebbero fatto quei due astronauti? Sarebbero stati salvati? O era prevista una “buona morte”?

La domanda
è piuttosto interessante, in quanto mette in evidenza l’aspetto pionieristico
della conquista della Luna. Innanzitutto va detto che tutte le azioni
dello sbarco sono state simulate varie volte con centinaia di varianti.
Per esempio lo sbarco manuale sulla luna (cioè senza l’aiuto del computer
di assetto) è stato provato da Neil Amstrong una decina di volte e praticamente
è fallito 9 volte su dieci.
In realtà l’atterraggio dell’Apollo 11 è avvenuto proprio manualmente,
a causa di una lieve defezione del computer d’atterraggio. Fortunatamente
la situazione reale del primo allunaggio si è mostrata molto più semplice
di quella simulata (oppure hanno avuto una certa fortuna).

Se qualsiasi
apparato vitale avesse avuto dei malfunzionamenti, la missione sarebbe
fallita. In sostanza ciò significa che gli obbiettivi primari sarebbero
stati abbandonati o sostituiti momentaneamente con l’obbiettivo primario
di riportare a casa l’equipaggio. Molti dei sistemi di bordo erano ridondanti,
per evitare che qualsiasi malfunzionamento potesse trasformare la missione
in una tragedia, ma come sappiamo, a volte si verifica l’imprevedibile
(la missione Apollo 13 insegna). C
omunque
nel malcapitato in cui fosse accaduto qualcosa di irreparabile, per qualsiasi
situazione in volo le procedure prevedevano delle scappatoie più o meno
rischiose, mentre meno possibilità sussistevano se il lem non fosse stato
in grado di decollare. In quest’ultimo caso, la situazione sarebbe stata
veramente drammatica, in quanto l’energia di bordo era estremamente limitata,
e l’organizzazione di una missione di recupero che partisse da terra sarebbe
stata inattuabile (oltre 25 gg di tempo utile).

L’ipotesi
prospettata della “buona morte” è piuttosto realistica, tuttavia
non ha mai ricevuto conferme ufficiali. Ufficiosamente ogni astronauta
era dotato di una capsula di cianuro, ma per quanto se ne sa, sembra che
non sia mai stata utilizzata.