La configurazione Common Emitter (CE) è una delle tre configurazioni
fondamentali in cui si può utilizzare un singolo transistore bipolare
per ottenere un’amplificazione del segnale. Analoghe configurazioni si
possono realizzare anche coi FET, sebbene esse assumano nomi diversi in
quanto diverse sono le denominazioni dei terminali del transistore (source,
gate e drain invece che emettitore, base e collettore). Naturalmente è
possibile costruire circuiti di amplificazione più complessi, servendosi
di un numero crescente di componenti attivi.
Nel seguito tratterò la configurazione CE con un transistore n-p-n: la
duale con p-n-p è sostanzialmente identica pur di cambiare opportunamente
di segno le tensioni e le correnti.
La fig. 1 mostra la configurazione CE ridotta ai componenti minimi |
Pertanto, il segnale Vin provoca una corrente di segnale Iout
pari a gmVin che scorre nel carico RL,
al che il segnale sarà pari a RLgmVin,
che si va a sommare alla tensione di polarizzazione. Il guadagno in tensione
ottenuto è pari a RLgm. Come si vede, è possibile
aumentare il guadagno aumentando RL e/o aumentando la corrente
di polarizzazione che scorre nel transistore (che fa variare gm).
I principali svantaggi di questo circuito sono che il guadagno varia in
funzione del carico e che, per segnali troppo grandi, esso distorce, dato
che non è più valida l’ipotesi di approssimare l’esponenziale con una
retta. Generalmente, per evitare la dipendenza dal carico, esso non viene
mai usato come stadio d’uscita di un amplificatore, ma lo si fa seguire
almeno da uno stadio a “follower”, o “Common Collector”,
che guadagna poco ma è meno sensibile sotto questo aspetto.
Riguardo alla distorsione, invece, si può scegliere di ovviarvi che, come si vede, è minore di VBE, dal momento che |