Salve, ultimamente mi sono molto avvicinato alla disputa degli universali in quanto ritengo che molti problemi scientifici sono irrisolti per questioni linguistiche o almeno concettuali. Per questo vorrei sapere in che modo Ockham ha influenzato la filosofia moderna? Chi ha riproposto o riformulato le sue tesi?

  Guglielmo di Ockham

Guglielmo di Ockham, o Occam (Ockham, 1285 – Monaco di Baviera, 1347), è stato un religioso, teologo e filosofo inglese. Diede diversi interessanti contributi alla filosofia e tra questi è particolarmente originale la sua posizione sulla cosiddetta "disputa sugli universali" (quaestio de universalibus), che appassionò diversi filosofi medievali. Tale problema riguarda quei concetti generali che possono essere predicati di più individui. I filosofi medievali si chiedevano se gli universali esistessero davvero nella realtà o se fossero solamente concetti della mente. Questo dibattito coinvolge evidentemente il rapporto fra pensiero, linguaggio e realtà.

Nel dibattito emersero sostanzialmente due posizioni. Quella realistica, che sosteneva la reale esistenza degli universali. E quella nominalistica, che li riteneva invece esistenti solo nell'intelletto umano e/o semplici suoni (flatus vocis): nella realtà esisterebbero infatti solo i singoli individui, ma non i concetti generali.

Ockham, pur assumendo posizioni vicine ai nominalisti, elabora una particolare concezione chiamata terminalista. Egli infatti sottolinea l'importanza dell'uso corretto dei termini, sia per il loro specifico significato che per la costruzione sintattica di una proposizione. Nell'ambito di questa concezione Ockham elabora quel suo principio divenuto celebre con il nome di "rasoio di Ockham". Si tratta di un principio "economico" che cerca di eliminare tutto ciò che non è strettamente necessario al discorso filosofico. Nella sua forma originaria esso recita: "entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", ovvero "gli enti non devono essere moltiplicati più del necessario".

In accordo a tale principio, Ockham ritiene che i termini abbiano l'unico scopo di indicare qualche elemento di realtà, ma necessariamente esterno e differente da loro. Si tratta cioè di segni del tutto convenzionali, che vengono utilizzati in luogo delle cose. I termini possono quindi essere categorematici, cioè riferirsi a oggetti reali. Ma anche sincategorematici, necessari cioè a stabilire connessioni all'interno di un discorso.

Sia il rasoio di Ockham che la sua concezione del significato dei termini rappresentano importanti elementi di novità e rottura rispetto alla filosofia scolastica che hanno sicuramente influenzato il pensiero successivo.

La ricerca della spiegazione più semplice, e il conseguente rifiuto di tutto ciò che non è strettamente necessario, è costantemente applicato nella scienza moderna. Anche la necessità di definire correttamente i termini, prima di usarli, è stata fatta propria dalla scienza. Le definizioni delle grandezze scientifiche sono infatti di tipo operativo: in pratica cioè una grandezza è definita dalle operazioni necessarie a misurarla. Questo elimina a priori tutto ciò che è vago, soggettivo e tipico dei discorsi pseudoscientifici. Infine la concezione convenzionale dei termini di Ockham ha sicuramente influito sullo sviluppo della logica formale e sulla fondamentale distinzione tra aspetti sintattici e semantici.

Tra gli autori contemporanei che hanno sviluppato diverse tematiche affrontate da Ockham, e in particolare i rapporti tra pensiero, linguaggio e realtà, ricordiamo Hilary Putnam (n. 1926) e Willard Van Orman Quine (1908-2000).