Studiando gli artropodi mi è capitato di imbattermi nella ghiandola del verde, purtroppo in rete non ho trovato nulla a riguardo. è possibile avere delucidazioni? Grazie

Le ghiandole verdi o ghiandole antennali sono gli organi con funzione di escrezione nei crostacei, sono localizzate a livello del capo con apertura verso l’esterno in corrispondenza della base del secondo paio di antenne; in alcuni casi, in seguito alla diversa localizzazione del poro di apertura verso l’esterno si parla invece di ghiandole mascellari.

Generalmente con il termine specifico di ghiandole verdi ci si riferisce alle ghiandole antennali dei Decapodi, un ordine di Crostacei della classe Malacostraca caratterizzati dalla presenza di 10 zampe, di cui fanno parte aragoste e gamberi.

La loro funzione è associabile a quella dei reni dei vertebrati, in quanto rappresentano i principali organi deputati all’eliminazione di sostanze di scarto derivanti dal metabolismo, oltre a svolgere un’importante  funzione di mantenimento dell’equilibrio ionico attraverso il controllo dei livelli di acqua e sali nel sistema circolatorio. In minor misura, concorrono alla fisiologia escretoria altre strutture quali branchie, ghiandole digestive e tegumento, che funge da struttura di accumulo per alcune sostanze tossiche al fine di renderle inerti.

Strutturalmente, le ghiandole verdi sono formate da un sacco terminale e un labirinto connessi alla vescica tramite un canale nefridiale, che scarica all’esterno attraverso un poro escretore (nefridioporo), localizzato generalmente al di sotto di ciascuna antenna (Figura 1). All’interno del sacco terminale (la cui struttura ricorda molto quella del glomerulo renale dei vertebrati) avviene la filtrazione dell’emolinfa (il liquido che scorre all’interno del sistema circolatorio degli artropodi).

                                  

Figura 1. Schematizzazione delle strutture anatomiche che costituiscono la ghiandola verde dei Crostacei (http://www.didattica.unitus.it/web/scaricatore.asp?c=md6vh150zbb6xubrvsm4bb7gp&par=1.)

Lungo il canale nefridiale si verifica un progressivo riassorbimento di cloro (Figura 2), sodio, glucosio e per osmosi di acqua, che porta alla produzione finale di urina contenente i prodotti di scarto e ammoniaca derivante dal catabolismo proteico. L’ammoniaca è una sostanza altamente tossica per gli organismi viventi per cui richiede una elevata diluzione per essere eliminata come tale.

                              

Figura 2. Riassorbimento di Cloro lungo le diverse regioni della ghiandola antennale (http://www.didattica.unitus.it/web/scaricatore.asp?c=md6vh150zbb6xubrvsm4bb7gp&par=1.)

Generalmente i crostacei marini, essendo isosmotici, non hanno problemi di regolazione del bilancio dei liquidi e nell’equilibrio ionico, al contrario, le specie dolciacquicole sono iperosmotiche rispetto all’ambiente circostante, ne deriva che questi organismi devono far fronte alla tendenza ad acquistare acqua e perdere sali. Per compensare tale fenomeno hanno sviluppato meccanismi che consentono l’assorbendo salino tramite le branchie e la produzione di un’urina iposmotica rispetto ai liquidi interni, presentano inoltre canali nefridiali più lunghi rispetto agli organismi di acqua salata (in cui il labirinto può confluire direttamente nella vescica) al fine di aumentare ulteriormente il riassorbimento dei sali.