Le lucciole si possono vedere generalmente nel periodo di fine primavera – inizio estate.
Sono coleotteri Lampiridi, esigono aria non inquinata e presentano dimorfismo sessuale. Il maschio è grande circa 7 mm, la femmina, senza ali, ne misura 13.
Sono carnivori e si nutrono prevalentemente di molluschi (chiocciole). Cacciano iniettando una sostanza paralizzante nella preda, prima di attaccarla con enzimi digestivi.
La loro luminosità è anche un richiamo sessuale, ogni specie emette luce a lunghezza d’onda fissa, con sequenze “luce – buio” determinate per ogni specie, il che permette il riconoscimento agli individui della stessa specie per l’accoppiamento.
A questo indirizzo c’è una precedente risposta sull’argomento.
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?numero=8119
L’apparato luminoso delle lucciole, paragonabile al faro di una automobile, è formato da strato riflettente, uno strato trasparente e in mezzo un ammasso di cellule ricchissime in mitocondri e attraversate da trachee nelle quali circola l’aria.
L’enzima LUCIFERASI, contenuto nel sangue, facilita la reazione tra la LUCIFERINA e l’OSSIGENO con produzione di OSSILUCIFERINA.
L’energia per questa reazione viene fornita dalla scissione dell’ATP in ADP e FOSFORO, meodo comunemente utilizzato nella cellula per produre energia. L’OSSILUCIFERINA è fortemente instabile e si ritrasforma in LUCIFERINA, liberando fotoni.
La maggiore o minore luminosità viene regolata tramite un maggiore o minore afflusso di sangue alle cellule dello strato intermedio.
La dispersione di calore della reazione è minima. Il 90% della energia viene trasformata in luce, mentre in una comune lampadina ad incandescenza il rapporto è addirittura invertito, più del 90% di energia viene dispersa in calore.
http://www.astroambiente.org/img.php?id=INSETTI/luciola%20italica.jpg
