Come cambia la posizione della Via Lattea nel cielo – nel corso di un anno? Noi la vediamo sempre allo stesso modo? In quali periodi è più visibile? Grazie

Le stelle che noi vediamo appartengono alla nostra Galassia e più precisamente al braccio di Galassia al quale appartiene, almeno momentaneamente, il nostro Sole. Il resto lo vediamo come un biancore indistinto che, nella fervida immaginazione poetica dei Greci era il latte di Era (Giunone presso i Romani) che il lattante Eracle (Ercole) aveva sparso in cielo. Anche il termine galassia (la cui maiuscola è riservata solo per la nostra) deriva dal greco galaktos che significa appunto latte. Solo a partire da un discreto binocolo si possono risolvere alcune zone nelle singole stelle, in quelle ahimé limitate regioni d’Italia dove ancora si può godere la vista della Via Lattea. Bisogna infatti sottolineare che il suo tenue bagliore difficilmente riesce a trasparire sul fondo cielo rischiarato dall’illuminazione urbana.

La sua configurazione è una circonferenza inclinata di 62° rispetto all’equatore celeste. Ciò è dovuto alla combinazione dell’inclinazione dell’asse terrestre e dell’inclinazione dell’eclittica (moto del Sole) rispetto al piano galattico. Nelle cartine si può vedere la distribuzione nei due emisferi. Tuttavia la sua densità non è uniforme. Essa appare più densa in corrispondenza del centro galattico, situato in corrispondenza di una regione australe, nei pressi del Sagittario e, per un osservatore posto alle media latitudini settentrionali, passa su per l’Aquila, il Cigno, Cassiopea fin quasi a scomparire, salvo poi ritornare visibile tra Orione ed i Cani. Di conseguenza il periodo di migliore visibilità risulta essere quello in cui dette costellazioni appaiono meglio visibili. Il Sagittario è nelle migliori condizioni di visibilità in luglio ed anche l’Aquila ed il Cigno si vedono bene nei mesi estivi. Cassiopea, in teoria, essendo circumpolare, risulta sempre visibile, comunque il suo periodo di massimo innalzamento sull’orizzonte durante le ore serali è in autunno. Analogamente anche Orione, il Cane Maggiore (con Sirio) ed il Cane Minore (con Procione) sono tipiche costellazioni autunnali e invernali. In definitiva, se si è interessati ad osservare le regioni più cospicue, che non a caso, essendo la direzione verso cui si proietta il centro (bulge) galattico, fiancheggiano un considerevole numero di oggetti di profondo cielo (ben 15 oggetti del catologo di Messier figurano nella sola costellazione del Sagittario), allora il periodo migliore è sicuramente l’estate. Per le altre regioni… dipende. In assoluto, tenderei a dichiarare la primavera come la stagione meno indicata, almeno per le osservazioni serali.

Le figure rappresentano due mappe con la distribuzione della Via Lattea nei due emisferi.

Come sappiamo la Galassia, a parte il bulge, è sostanzialmente un disco appiattito, dallo spessore di circa 2000 anni luce. E’ questa la ragione per cui la Via Lattea ci appare, grosso modo, come un “fiume celeste” (come era figurato da Arabi, Cinesi, Giapponesi, Incas, a quanto pare poco propensi verso il latte olimpico). La sua linea ha quindi indotto gli astronomi a creare un sistema di coordinate, dette appunto galattiche, in cui un piano è quello su cui si posa il disco galattico e l’altro, perpendicolare al primo, lo interseca in un punto verosimilmente prossimo a dove si proietta il centro della Galassia.

In maniera rigorosa, il cerchio fondamentale di questo sistema è l’equatore galattico che si ottiene come l’intersezione della sfera celeste con il piano della nostra Galassia. L’equatore galattico interseca l’equatore celeste (ovvero il piano di riferimento del sistema equatoriale) ad un angolo di 62° 20′ con nodo ascendente ad ascensione retta di l8h 46.6m. Le coordinate sono la latitudine galattica, definita come la distanza angolare della congiungente osservatore-astro dal piano dell’equatore galattico e la longitudine galattica, misurata verso est, sull’equatore galattico. Il piano origine è, tra quelli appartenenti al fascio che ha come asse la normale al piano dell’equatore galattico, quello che passa per il centro galattico, che si assume essere ad ascensione retta 17h 39.3m e declinazione -28° 54′, che è un punto al confine tra le costellazioni del Sagittario e dell’Ofiuco (queste coordinate si riferiscono all’epoca 1900.0). L’epoca, e cioè il 1900, non è un preziosismo superfluo. Il fatto che l’asse della Terra non abbia una direzione fissata fa sì che le coordinate subiscano una lenta ma progressiva precessione, per cui anche l’origine del sistema galattico subisce uno spostamento di posizione. Il moto di precessione fa compiere alla volta celeste un giro completo in 26000 anni circa. Un calcolo per ordini di grandezza ci suggerisce che tra 13000 anni Ofiuco ed il Sagittario saranno visibili in inverno e con essi il centro galattico. Si potrebbe obiettare che le stelle delle costellazioni appartengono al nostro braccio e noi giriamo, con loro, intorno al bulge, inducendo un ulteriore slittamento della posizione del centro medesimo rispetto alle costellazioni. Ma il moto del Sole attorno alla Galassia avviene in 250 milioni di anni. Quindi lo slittamento accumulato anche in 10000 anni o poco più risulta intorno ad 1′ d’arco, vale a dire del tutto trascurabile.

Lasciamo dunque agli astronomi del 30000 o del 40000 d.C. il compito di ridefinire un nuovo punto origine galattico, quando tra l’altro i moti propri avranno sformato sì da rendere irriconoscibili le nostre abituali costellazioni.