La geometria frattale rappresenta lo strumento quantitativo e matematico per
la caratterizzazione di strutture intrinsecamente complesse, come gli alberi,
i fulmini, i fiocchi di neve, le nuvole, e gran parte delle forme naturali che
siamo abituati a vedere guardando fuori dalla finestra.
Ma anche nel nostro corpo per esempio, la natura ha adottato una distribuzione
irregolare per risolvere vari “problemi”, come la struttura dei vasi sanguigni
o dei polmoni.
Prima dell’avvento della geometria frattale i dati delle galassie sono stati
studiati attraverso un metodo statistico che assumeva che la distribuzione
fosse uniforme, e dunque ne caratterizzava la disomogeneità.
Il problema di questo metodo è semplicemente che la sua applicazione
ad una distribuzione che uniforme non è, un frattale per esempio, porta
ad una serie di risultati matematicamente inconsistenti.
La comprensione della natura frattale della distribuzione a larga scala
della materia luminosa porta con sé in maniera naturale delle differenti
questioni teoriche rispetto a quelle comunemente stabilite attraverso i metodi usuali.
Dunque se da una parte il dibattito sulla natura frattale della distribuzione delle
galassie riguarda una questione di grandezze scala, cioè fino a che distanza
le galassie abbiano proprietà frattali, dall’altra apre la via per lo studio di
queste strutture, a prescindere dalle scale, con una prospettiva diversa rispetto
all’approccio tradizionale.
La distribuzione della galassie su larga scala.
La traduzione italiana del 2005 e’ della Boringhieri e si intitola “La Scoperta dei Frattali Cosmici”.
Direi quindi che certamente la gravita’ ha un ruolo ma probabilmente c’e’ anche qualcos’altro ancora da capire. Un problema indubbiamente affascinante.