La letteratura non è particolarmente prodiga circa le usanze matrimoniali dei ricci, anzi a riguardo si trovano informazioni discordanti.
Da: http://www.david.element.ukgateway.net/mammals15hedgehogs1_files/image008.jpg
Erinaceus europaeus è protagonista di un corteggiamento che il maschio compie girando velocemente intorno alla femmina, soffiando e tentando di avvicinarla; questa, dal canto suo, finchè non è pronta per l’accoppiamento, non gli rivolge mai le spalle, ma gira rapidamente su se stessa per non perderlo di vista e per allontanarlo a suon di zampate, qualora superi la distanza limite di circa 30 cm. Cerchi di erba calpestata sono la traccia di queste danze notturne. I due innamorati restano insieme per alcune settimane (“un cuore ed un’anima sola” – Smolik), fino al parto: allora la femmina allontana il maschio fino a quando i piccoli (in genere da 2 a 8) non diventano autonomi. A volte però, quando questi sono sufficientemente cresciuti e seguono la madre nelle “battute di caccia”, il maschio può unirsi nuovamente al gruppo, legandosi quindi alla sua bella per alcuni anni. …E dunque anche per tutta la vita, considerato che questi animali hanno una vita media di 8-10 anni.
Questo Mammifero dell’Ordine degli Insettivori stuzzica la nostra curiosità anche in altri modi. Si nutre, oltre che di insetti, lombrichi, chiocciole ed invertebrati in genere, anche di rane, rospi, lucertole e nidiacei di uccellini; può addirittura predare anche le vipere, dal cui morso si difende grazie agli aculei; non è invece immune al veleno di questi serpenti, come si riteneva un tempo, ma comunque molto più resistente, rispetto a mammiferi di taglia equivalente. Il fatto che oggetti caduti dagli alberi, quali foglie e frutti, rimangano infilzati negli aculei del riccio, ha alimentato la falsa credenza che li trasportassero deliberatamente.
Gli aculei sono la croce e la delizia del riccio. Poichè i cuccioli appena nati già li possiedono, mettono a repentaglio la salute della mamma, durante la gravidanza ed al momento del parto. Ma la Natura pensa a tutto: gli aculei dei piccoli sono ospitati in un rigonfiamento edematoso della cute. Questi peli modificati rendono l’animale vulnerabile all’attacco di parassiti di vario genere. Ciò fornisce una possibile spiegazione per l’atteggiamento del riccio di bagnarsi gli aculei con la saliva schiumosa, che assolverebbe le funzioni di una toletta. Altre possibili spiegazioni invocano invece la termoregolazione (il liquido che evapora sottrae calore all’ambiente) o il riconoscimento intraspecifico, in quanto la saliva è ricca di informazioni olfattive.
Il riccio viene predato da Mammiferi Mustelidi, come la puzzola e da rapaci notturni, quali allocco e gufo. Purtroppo però il vero nemico è l’Uomo, che ne fa strage sulle strade nelle sere d’estate…