Come funzionano i sistemi per la visione notturna?

Le tecniche
per l’osservazione infrarossa sono note da molti anni.
Già durante la seconda guerra mondiale cecchini americani e inglesi facevano
uso di dispositivi come questi per individuare il bersaglio. Si servivano
a questo scopo di un emettitore di luce infrarossa che illuminava il bersaglio,
e di un fotocatodo, sensibile all’infrarosso, come detector atto a rilevare
questa luce.

Quando
l’immagine in infrarosso della situazione reale, quella che stiamo osservando,
arriva sull’apparato, è prima catturata da una lente convergente che la
proietta su uno strato molto sottile di metallo; quando questo flusso
di fotoni arriva su questo strato, è in grado di estrarre elettroni dalla
sua superficie la quale, essendo molto sottile, permette agli elettroni
di uscire dalla parte opposta del flusso di luce incidente. A loro volta
questi elettroni sono accelerati da una differenza di potenziale posta
tra il fotocatodo e uno schermo fluorescente.

Quando
gli elettroni arrivano sullo schermo fluorescente lo illuminano permettendo
all’osservatore di vedere l’immagine che sta puntando.

Questi dispositivi non permettevano in ogni
modo di avere una grande intensificazione d’immagine. Erano relativamente
pochi gli elettroni che colpivano lo schermo fluorescente. I moderni sistemi
di visione hanno sistemi di amplificazione molto sviluppati (da pochi elettroni
se ne può ricavare molti di più) il che permette di avere un’immagine più
chiara e intensificata. Molti di questi, data la loro grande sensibilità,
non hanno neanche più bisogno di una luce infrarossa che illumini prima
il bersaglio.