Come mai le aurore boreali si vedono soltanto nelle regioni vicine al circolo polare? Esistono anche le aurore australi?

Il
Sole riversa nello spazio una immensa quantità di energia, innanzitutto
sotto forma di radiazione elettromagnetica, che ci illumina e ci riscalda,
e poi sotto forma di flusso di particelle (chiamato vento solare). Queste
particelle emesse dal Sole sono elettricamente cariche perché l’immenso
calore della nostra stella “frantuma” gli atomi liberando elettroni (di
carica elettrica negativa), protoni e nuclei atomici liberi (di carica
elettrica positiva). Siccome tutte le particelle cariche in movimento
sono anche sorgenti di un campo magnetico, esse sono influenzate dai campi
magnetici. La Terra possiede un proprio campo magnetico, ossia possiamo
immaginare che dentro ci sia un magnete, leggermente inclinato rispetto
all’asse di rotazione. Il campo geomagnetico funge da schermo al vento
solare, ma quando l’attività del Sole è particolarmente intensa, le particelle
cariche possono giungere in prossimità delle regioni polari dove, interagendo
con l’atmosfera, la rendono luminescente. Solo in caso di attività solare
eccezionale le aurore sono visibili anche a latitudini intermedie.

Il
nome “aurora boreale” non è corretto: siccome entrambi i poli sono interessati
dal fenomeno, è meglio dire “aurora polare”. La prova che questi fenomeni
si verificano anche nell’emisfero australe è costituita dalla fotografia
a fianco, un’aurora
vista dall’Australia
!