Vorrei sapere con esattezza qual è la differenza tra archeobatteri e batteri, soprattutto dal punto di vista evolutivo. È vero che gli archeobatteri non possono essere considerati antecedenti dei batteri? Grazie e complimenti per il sito

Gli eubatteri e gli archeobatteri sono organismi procarioti unicellulari.
Una cellula procariote non ha un vero e proprio nucleo ma un nucloide o zona nucleare che è come un gomitolo immerso nel citoplasma. Non ha veri e propri organelli, infatti sono cellule prive di compartimentazione; però ci sono delle vescicole, che sono delle protuberanze della membrana (detta plasmalemma). Le funzioni biochimiche avvengono sulle pieghe del plasmalemma.
Una cellula eucariote possiede invece organelli: mitocondri, vescicole, reticolo endoplasmatico, apparato del Golgi, etc.

http://www.liceosalvemini.it/Biologia/cellula/eucarioti_e_procarioti.htm
www.unitus.it/Scienze/giovani/Contadini/Pagina%20vuota%204.htm

Si è trovato che gli Eubatteri e gli Archeobatteri, nonostante siano entrambi procarioti, sono diversi dal punto di vista genetico. Le profonde differenze evolutive che dividono gli eubatteri dagli archeobatteri non sono evidenti morfologicamente, ma sono chiare solo confrontando le loro sequenze nucleotidiche.
Per vedere le relazioni esistenti tra gli organismi, da un punto di vista evolutivo, si raffrontano gli RNA ribosomiali. Confrontando però gli rRNA non si possono avere certezze assolute, tuttavia si ritiene (semplificando molto) che archeobatteri, eubatteri ed eucarioti derivino da un progenitore comune detto “Progenote“.

Le principali differenze tra archeobatteri ed eubatteri si trovano nell’apparato di trascrizione e traduzione, oltre che a livello della membrana e della parete cellulare. Quasi tutti i procarioti hanno una parete cellulare esterna alla membrana. Come nelle piante la parete conferisce alla cellula una certa forma e le fornisce una protezione fisica.

Gli archeobatteri hanno molte sequenze di rRNA simili a quelle degli eucarioti, hanno polimerasi grandi e complesse, in alcuni dei loro geni son presenti introni (segmenti genetici non codificanti), nella parete non hanno l’acido muramico, che è il principale costituente del peptidoglicano e i lipidi della membrana sono ramificati.

Gli eubatteri invece hanno rRNA molto diversi da quelli degli eucarioti, RNA polimerasi piccole, peptidoglicani nella parete e la membrana ha lipidi non ramificati .

www.pd.astro.it/othersites/altrimondi/prot02_083/cellulepage.htm

Gli archeobatteri sono molto più simili agli eucarioti che agli eubatteri, cioè sono imparentati molto più strettamente con gli eucarioti che con gli altri procarioti (gli eubatteri). In ogni modo i biologi sono convinti che gli eubatteri e gli archeobatteri siano talmente differenti da dover essere classificati separatamente in due ampi gruppi tassonomici.

Gli eubatteri vengono distinti in autotrofi ed eterotrofi e anche in GRAM + e GRAM.

Autorofi ed eterotrofi sono definiti in relazione alla capacità o incapacità di crescere su substrati inorganici. Nelle cellule degli autotrofi ci sono i progenitori dei cloroplasti, negli eterotrofi ci sono i progenitori dei mitocondri.
Molti eterotrofi sono reponsabili di malattie che affliggono l’uomo, tuttavia altri eterotrofi vengono utilizzati per la produzione di antibiotici.

La classificazione in GRAM + e GRAM è determinata dalla risposta ad una colorazione di laboratorio detta appunto “colorazione GRAM”.
Tra i GRAM + ci sono i batteri lattici che si ritrovano comunemente nella birra, nel vino e nel latte, ma ci sono anche batteri patogeni come gli attinomiceti. Un genere degli attinomiceti ovvero quello dei Mycobacterium comprende il Mycobacterium tubercolosis, agente patogeno della tubercolosi.
Esempi di batteri GRAM sono rappresentati da E.coli che è un ospite abituale del nostro intestino e dalle varie specie di Salmonelle.

Gli archeobatteri sembrano prediligere ambienti estremi per salinità, temperatura ed acidità elevate.
Ci sono diverse classificazioni riguardanti gli archeobatteri, secondo una di queste si distinguono tre grandi gruppi:

alofili, metanogeni e termofili estremi.

Gli alofili vivono in ambienti con salinità elevate, quindi laghi salati e stagni.
I metanogeni sono definiti in questo modo perché riducono l’anidride carbonica a metano utilizzando idrogeno, vivono in assenza di ossigeno e sono presenti nel rumine, ma anche nell’intestino dei mammiferi e delle termiti.
I termofili estremi crescono a temperature elevatissime, per cui gli habitat più comuni sono le sorgenti idriche ricche di zolfo, tra l’altro sono presenti anche in Italia nella Solfatara di Pozzuoli.

Bibliografia:
“Microbiologia” di Polsinelli, De Felice, …. edizione “Bollati Boringhieri”