Sull’Omeopatia: Fin da piccolo sono stato spesso curato con medicine omeopatiche dai miei genitori e avevo giá notato la loro scarsa efficacia (mio padre peró sostiene che, quando ero molto piccolo, troppo per considerare un effetto placeboalmeno su di me, ci sono stati diversi casi in cui i medicinali omeopatici sono gli unici che abbiano avuto effetti positivi nel curarmi malattie non gravi, ad es influenze o bronchiti se ben ricordo). Leggendo in questo sito e in quello del CICAP ho poi appreso la non scientificitá di questo tipo di cura i cui preparati, se ho ben capito, dovrebbero essere composti unicamente da acqua. Ho peró notato, prendendo delle fialette (Echinacea Compositum S e Echinacea Compositum Forte S) il sapore leggermente salino del liquido. Lasciando inoltre delle fialette aperte con un residuo di liquido si é formato, dopo l’evaporazione, un deposito bianco tipo calcare. Ho inoltre visto, sulla scatola del prodotto, un elenco dei componenti del prodotto stesso che ho letto non essere necessario per medicinali omeopatici. Vorrei quindi sapere di piú sul fatto che l’echinacea sembri veramente contenere qualche prodotto diverso da acqua distillata (forse l’omeopatia si sta muovento verso cure di tipo erboristico?) e sualla possibilitá di un effetto palcebo sui miei genitori per quanto ho raccontato all’inizio della domanda. Grazie

Uno dei principi base dell’omeopatia è quello secondo il quale l’efficacia di un rimedio aumenterebbe all’aumentare della diluizione. Il seguente brano tratto dall’opera Omeopatia di A. Sarembaud (ed. Masson , Milano 1993) esprime bene tale convinzione:

Più la preparazione è diluita e agitata, più il suo potere terapeutico aumenta e, di conseguenza, i segni ottenuti nella persona che l’ha presa sono significativi e caratteristici (…). Al contrario, una preparazione fatta in modo sommario, molto poco diluita non dà luogo che a segni superficiali, comuni e di breve durata.

La necessità di giungere ad alte diluizioni è una conseguenza del principio del similia similibus curantur (il simile cura il simile) formulato da Christian Samuel Hahneman, fondatore dell’omeopatia. Molte delle sostanze usate dagli omeopati infatti possono essere notevolmente tossiche (ad esempio, composti dell’arsenico). Se non si arrivasse a diluizioni in cui viene eliminata ogni traccia di sostanza, le conseguenze potrebbero essere gravi. Le diluizioni omeopatiche vengono di solito espresse in forma decimale (D, DH o X) o centesimale (C o CH). Per far sì che ogni traccia di sostanza sparisca dalla soluzione occorre arrivare a diluizioni D24 o C12, ovvero diluizioni di un fattore pari a 10-24 (questa è una conseguenza del fatto che il famoso numero di Avogadro vale 6.02 • 1023. Per maggiori dettagli su questo punto si veda una mia precedente risposta www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?numero=8575).

Per rispondere alla domanda specifica del lettore sull’ Echinacea Compositum, ho ricercato in Internet e nel sito: www.healingedge.net/store/more_hee_echinaceacomp.html ho trovato la composizione dei preparati citati dal lettore. Ecco le loro composizioni:

1) Echinacea compositum S

100 ml contains: Aconitum napellus 3X, Echinacea angustifolia 3X, Arnica montana, radix 4X, Baptisia tinctoria 4X, Rhus toxicodendron 4X, Sangui-nariacanadensis 4X, Bryonia alba 6X, Eupatorium perfoliatum 6X, Euphorbium officinarum 6X, Gelsemium sempervirens 6X, Phytolacca decandra 6X, Argentum nitricum 8X, Arsenicum album 8X, Mercurius corrosivus 8X, Phosphorus 8X, Pulsatilla 8X, Sulphur 8X, Thuja occidentalis 8X, Hepar sulphuris calcareum 10X, Lachesis mutus 10X, Zincum metallicum 10X, Cortisone aceticum 13X, Influenzinum 13X, Staphylococcinum 18X, Streptococcinum 18X, Pyrogenium 198X 1 ml each.

2) Echinacea compositum forte P

100 ml contains: Echinacea angustifolia 3X 20 ml; Aconitum napellus 5X, Arnica montana, radix 6X, Baptisia tinctoria 6X, Rhus toxicodendron 6X, Sanguinaria canadensis 6X, Bryonia alba 8X, Eupatorium perfoliatum 8X, Euphorbium officinarum 8X, Gelsemium sempervirens 8X, Mercurius corrosivus 8X, Phytolacca decandra 8X, Argentum nitricum 10X, Arsenicum album 10X, Phosphorus 10X, Pulsatilla 10X, Sulphur 10X, Thuja occidentalis 10X, Hepar sulphuris calcareum 12X, Lachesis mutus 12X, Zincum metallicum 12X, Cortisone aceticum 15X, Influenzinum 15X, Staphylococcinum 20X, Streptococcinum 20X, 1 ml each.

Come si può vedere molte delle diluizioni utilizzate sono ben al di sotto delle diluizioni 24X o (D24). Quindi il lettore ha ragione a sostenere che nelle fiale di Echinacea Compositum non c’è solo acqua: c’è sicuramente anche qualcosa disciolto. L’echinacea è una pianta appartenente alla famiglia delle composite originaria degli Stati Uniti. Evidentemente il suo estratto (tintura madre) non presenta elevata tossicità e quindi gli omeopati si possono permettere di utilizzare soluzioni abbastanza concentrate (3X). Quello che preoccupa è osservare diluizioni relativamente basse di sostanze decisamente tossiche come Mercurius corrosivus (cloruro mercurico) e Arsenicum album.

Nelle composizioni da me trovate in Internet, tuttavia, i volumi di queste soluzioni utilizzate per la preparazione del rimedio finale sono molto piccoli. E’ presumibile (e soprattutto augurabile) quindi che le dosi effettive di sostanze tossiche assunte dal paziente siano ben al di sotto delle dosi minime che presentano rischi di tossicità.

A proposito delle diluizioni, la legge italiana prevede che se i rimedi omeopatici “sono a base di sostanze utilizzate nella medicina ufficiale, le diluizioni omeopatiche devono essere tali che la quantità di principio attivo rintracciabile nel prodotto finito non sia superiore a 1/1000 del più basso dosaggio con cui lo stesso principio attivo è utilizzato in medicina ufficiale”. L’illogicità di tale norma è evidente. Infatti significa legittimare i rimedi omeopatici solo se sono farmacologicamente inattivi (a meno di ipotizzare che i farmaci ufficiali siano terribilmente sovradosati).

Al di là degli aspetti legislativi, comunque, resta il fatto che a diluizioni superiori a fattori di 10-24 l’omeopatia è difficilmente difendibile dal punto di vista teorico (dato il fallimento di tutte le ipotesi sulla presunta memoria dell’acqua). Quindi per respingere le accuse di utilizzare rimedi a base di acqua fresca, alcuni omeopati, contravvenendo a uno dei dogmi della loro stessa disciplina, utilizzano diluizioni meno spinte in modo che i loro rimedi contengano ancora quantità finite delle tinture madri iniziali. Questa disparità di vedute tra omeopati su concetti base della loro disciplina dovrebbe ulteriormente far nascere dubbi sulla loro attendibilità. Inoltre poiché gli effetti farmacologici dei principi utilizzati sono spesso sconosciuti, le basse diluizioni rappresentano un’ulteriore fattore di rischio per chi si affida alle cure degli omeopati. Purtroppo, da qualche tempo, questa “nuova tendenza” da parte degli omeopati si sta diffondendo preoccupantemente.

Per quanto riguarda il quesito sull’effetto placebo (si veda anche: www.cicap.org/enciclop/at100079.htm) posto dal lettore, è senz’altro vero che la suggestione non agisce solo sul paziente sottoposto a terapia, ma anche su coloro che devono valutarne i risultati. I genitori di un bambino credenti nell’efficacia dell’omeopatia sono sicuramente portati a valutare positivamente i suoi effetti terapeutici. In fin dei conti il lettore afferma che i propri genitori lo sottoponevano a terapie omeopatiche per curare patologie non gravi quali influenze e bronchiti: patologie che normalmente guariscono da sole dopo qualche giorno di riposo e di riguardo. L’effetto della suggestione agisce non solo sui genitori, ma anche sui medici. Per questo motivo qualsiasi prova finalizzata alla valutazione dell’efficacia di una terapia deve essere condotta con procedura in “doppio cieco” (si veda a questo proposito: www.cicap.org/enciclop/at100414.htm). Tutte le volte che sono state condotte indagini serie utilizzando questa procedura, l’omeopatia non ha mai dimostrato di avere un’efficacia superiore a quella prevista dall’effetto placebo.