Anatessi: termine derivante dal greco ανατηζισ, “liquefazione”
Questa trasformazione della struttura e della composizione di rocce avviene in condizioni di ultra metamorfismo. Pare dovuta ad una rifusione parziale o totale di rocce in seguito a permeazione di fusi a composizione granitica.
Metamorfismo:
L’astenosfera e i moti convettivi. I moti convettivi sono lentissimi.
Infatti, se potessimo osservare il mantello, ai nostri occhi ci apparirebbe immobile.
Nel caso specifico della anatessi il metamorfismo è molto alto.
Questi fusi, chiamati anche magma anatettico, essendo più leggeri, tendono a risalire ma, causa della loro alta viscosità, risalgono con difficoltà verso l’esterno della crosta per cui cristallizzano lentamente in profondità in rocce essenzialmente granitiche e quindi di tipo intrusivo acido.
Per concludere: il processo di anatessi non è altro che un fenomeno di rifusione di rocce solide che si trovano in profondità della crosta terreste e riguarda, quindi, rocce solide che diventano fluide…
Pertanto non esiste una anatessi (liquefazione) mantellica la quale sarebbe un controsenso, una contraddizione, dato che il mantello è costituito già da rocce fluide, cioè da magma.
La Terra è suddivisa in vari strati che hanno diverse proprietà chimiche e sismiche (profondità in km):
0- 40 Crosta
40- 400 Mantello superiore (include l’astenosfera);
400- 650 Regione di transizione;
650-2700 Mantello inferiore;
2700-2890 Strato D’’;
2890-5150 Nucleo esterno;
5150-6378 Nucleo interno.
I MOTI CONVETTIVI DEL MANTELLO
L’astenosfera, parte superiore del mantello, è allo stato parzialmente fuso e quindi è un liquido che si deforma con estrema lentezza. In un liquido il cambiamento di temperatura genera movimenti detti moti convettivi del mantello. Ciò avviene anche nel mantello: la parte più profonda di esso è a contatto con il nucleo le cui temperature possono raggiungere circa i 3000 °C; la parte più esterna, invece, è a contatto con la crosta che è fredda: pertanto il mantello è a contatto con temperature diverse e quindi è sede di moti convettivi, anche se lentissimi.
I movimenti del mantello causati dai moti convettivi, trascinano la crosta terrestre: la grande forza di questo trascinamento provoca delle fratture che dividono la crosta terrestre in “pezzi” detti zolle o placche crostali.
Nei punti in cui il magma risale, la crosta è spinta in due direzioni diverse e quindi si frattura. Dalla frattura esce il magma del mantello. Il magma si raffredda e va a formare una doppia catena di montagne ai lati della frattura: essa è detta dorsale. Questo fenomeno avviene soprattutto negli oceani dove la crosta è più sottile e dove si formano immense catene sottomarine dette dorsali medio-oceaniche.
Nei punti dove il materiale del mantello scende trascina dietro a sé le due placche che vanno a scontrarsi l’una cotro l’altra. In questo scontro una delle due si deforma e sparisce nell’astenosfera: questo affondamento di una placca sotto l’altra è detto subduzione, cioè conduzione al di sotto. Nei punti dove avviene la subduzione c’è una deformazione della crosta che produce una fossa cioè un punto particolarmente profondo. Siccome ciò avviene negli oceani si parla di fosse oceaniche.