La nebulosa di Orione è stata ripresa dal telescopio spaziale Hubble nel corso di 105 orbite, utilizzando tutte le sue risorse e in particolare l’ACS (Advanced Camera for Surveys). La novità sta nel fatto che il mosaico di un miliardo di pixel prodotto dall’ACS, che copre un campo pari a quello della Luna piena, ci rivela la presenza di ben tremila stelle di varie dimensioni, alcune di esse molto deboli e mai viste prima, con una luminosità cento volte inferiore a quella delle stelle note in precedenza nella regione.
Con molta probabilità, alcune di esse sono giovani nane brune, e sarebbe la prima volta che questo tipo di oggetti viene rivelato in luce visibile nella nebulosa di Orione. Le nane brune sono chiamate anche “stelle mancate” perché sono corpi troppo piccoli e freddi per sostenere le reazioni di fusione nucleare nel loro nucleo, come avviene nelle normali stelle.
Inoltre, per la prima volta, il telescopio spaziale ci fornisce le immagini di una piccola popolazione di possibili nane brune doppie. Il confronto di caratteristiche tra le stelle appena nate e le nane brune nel loro ambiente di nascita ci può offrire dati di notevole importanza.
L’obiettivo degli astronomi è quello di calcolare le masse e le età di queste giovani stelle per ottenere un censimento generale utile allo studio del fenomeno di formazione stellare.
La nebulosa di Orione, denominata con la sigla M 42 nel catalogo Messier, è un perfetto laboratorio per indagare la nascita delle stelle, perché si trova ad appena 1500 anni luce da noi, una distanza relativamente piccola in confronto alle dimensioni della nostra Galassia, il cui diametro è di 100 mila anni luce. Inoltre gli astronomi possono studiare le regioni interne della nebulosa, dato che le massicce stelle centrali hanno soffiato via gran parte delle polveri e dei gas in cui si erano formate, aprendo un’ampia cavità. Sono visibili numerose strutture caratteristiche di questi ambienti: archi, bolle, colonne e anelli di polveri, che ci mostrano gli effetti dell’impatto del vento stellare prodotto dalle giovani stelle sull’ambiente circostante.