News originale in inglese: 2000-06 - Immagini e filmati

  

Luci ed ombre nella nebulosa della Carena

Questa immagine rivela per la prima volta dettagli di una struttura complessa all’interno della nebulosa della Carena (NGC 3372).
Il campo è dominato da una vasta struttura approssimativamente circolare, che è parte della nebulosa "buco della serratura" chiamata così da Sir John Herschel nel 19° secolo.

Questa regione, ampia circa 8000 anni-luce, è adiacente alla celeberrima variabile esplosiva eta carinae, che si trova appena fuori campo in alto a destra. La nebulosa della Carena contiene numerose stelle tra le più calde e massicce conosciute, ciascuna circa 10 volte più calda e 100 volte più massiccia del nostro Sole.
La regione circolare a "buco di serratura" contiene sia filamenti brillanti di gas caldi che emettono luce, sia nubi oscure di fredde polveri e gas e tutti sono in moto caotico. L’elevata risoluzione del telescopio spaziale permette di collocare tridimensionalmente molte delle strutture visibili e mostrare numerosi noduli che probabilmente stanno collassando per formare nuove stelle.

Due nebulose dai nettissimi confini a forma di falce si stagliano sullo sfondo luminoso, in alto a sinistra ed in basso al centro. Quest’ultima è immersa in una struttura circolare, mentre la prima ne è appena al di fuori. Le protuberanze ed i noduli della nube in alto a sinistra sembrano indicare una stella molto luminosa e massiccia che si trova appena al di fuori del campo dell’immagine in alto a sinistra. Questa stella potrebbe essere la responsabile della forma della nebulosa, per mezzo dell’intenso vento stellare e della pressione di radiazione. Le piccole nebulose oscure probabilmente si dissolveranno oppure, se la loro massa è sufficiente, daranno vita a piccoli ammassi stellari.

La nebulosa della Carena, con un diametro complessivo di più di 200 anni-luce, è una delle strutture principali della porzione australe della Via Lattea. Il diametro della struttura a buco di serratura è di circa 7 anni-luce. questi dati sono stati raccolti dall’Hubble Heritage Team e Nolan R. Walborn (STScI), Rodolfo H. Barba’ (La Plata Observatory, Argentina), e Adeline Caulet (Francia).


Credits: NASA, Hubble Heritage team (STScI).